SERIE A, Il derby di Milano all'Inter

Il Milan è battuto. L’Inter porta a 11 la dote da amministrare sui rossoneri costruendo il successo sui gol di Adriano e Stankovic nel primo tempo (di Pato il 2-1 a metà ripresa). Sull’1-0 pesano i dubbi per un evidente tocco di braccio dell’Imperatore, non visto o valutato involontario da Rosetti.
TUTTO VERO - Quello di sabato non era un bluff: Maicon è lì, a destra, a versare potenza sulla fascia destra, a mettere in mezzo l’ennesimo assist, conservando l’assetto con Santon a sinistra e Chivu (non Cordoba) al fianco di Samuel. Per Ancelotti, costretto a rinunciare a Kakà, c’è poco da mimetizzare: Seedorf e Ronaldinho alle spalle di Pato, con Beckham, Pirlo e Ambrosini in mezzo.
AGILI - Il Milan chiude il primo tempo con un svantaggio doppio sostanzialmente per due motivi: il primo è la mancanza di sviluppo verticale nel gioco; il secondo la colpevole incertezza in difesa. Eppure all’inizio Jankulovski e Zambrotta si fanno apprezzare per la qualità degli inserimenti; Pato e Seedorf scambiano in velocità superando il marcatore diretto con relativa facilità; Dinho si fa notare con un paio di tocchi di prima per l’unico riferimento offensivo della squadra. Superiorità territoriale, ma inefficace. E l’Inter, quando riparte, fa malissimo.
GOL DI BRACCIO - Dopo 18 minuti Ambrosini annulla un gol praticamente fatto impedendo a Stankovic (troppo titubante) di battere da distanza ravvicinata. Poco prima della mezzora l’Inter ritira il premio trovando una rete destinata a far discutere: palla scaraventata in area da Maicon, Maldini è in ritardo su Adriano che colpisce male di testa, accompagnando la palla nell’angolo con un tocco di braccio. Deviazione involontaria, ma determinante per la traiettoria della palla. E’ solo Abbiati a protestare. Rosetti convalida. Parola alle moviole.
PATO E’ SOLO - Una deviazione di Santon sulla combinazione tra Ronaldinho e Pato rischia di rovinare i piani a Mourinho due minuti dopo l’1-0. Il Papero detta bene il passaggio, però quando si tratta di concludere perde l’attimo e fa il gioco di Julio Cesar, anche perché nessuno lo accompagna. Poco prima del riposo altro errore (di Kaladze e Pirlo) e altro gol nerazzurro.
Sulla punizione di Muntari il georgiano salta a vuoto su Ibra, Stankovic arriva da dietro e fulmina Abbiati con il destro.
ANTICIPI E BUCHI - E’ il primo derby per Santon, l’ultimo per Maldini, che ne ha disputati 42. E fa effetto vedere il baby nerazzurro nell’anticipo sicuro su Pato, o anche nel contrasto duro su Zambrotta: il derby non è una partita qualunque, e chi pensava che Mourinho non si fidasse di lui nei grandi appuntamenti è stato smentito. Il chiaroscuro tra l’efficacia del ’91 di casa Inter e i "buchi" dell’esperto Kaladze si fa sempre più marcato in apertura di ripresa, quando Adriano mangia a morsi la palla del 3-0 e Ibra non trova l’assist per il compagno di reparto a difesa saltata.
ORGOGLIO MILAN - Adriano strappa applausi con le cose semplici: un recupero o un tiro dal limite. Sembra più potente della prima versione, quella di inizio campionato, ed è prezioso anche in fase di appoggio per Ibra. Il Milan comunque non molla, e la resa di Beckham, per un probabile affaticamento, toglie ad Ancelotti l’ultimo dubbio circa l’inserimento di Inzaghi. In 20 minuti, gli ultimi, il Diavolo infiamma il derby: c’è l’anticipo a cinque stelle di Chivu su Seedorf in posizione di sparo; poi il gol di Pato (un piatto facile grazie al lavoro di Jankulovski in fascia); quindi l’intervento di Julio Cesar su Inzaghi in azione classica d’inserimento laterale.
ASSALTO RABBIOSO - La rincorsa del pareggio inietta la consueta dose di adrenalina nella storia recente del derby. A 15 dalla fine Abbiati è bravissimo a respingere la conclusione di Adriano. Tre minuti dopo Ayroldi segnala il fuorigioco di Inzaghi annullando giustamente il 2-2. Nemmeno 60 secondi ed ecco l’occasione di Pato, respinta dal portiere interista poco dopo una trattenuta dubbia di Chivu su Inzaghi, che chiede il rigore e forse non ha tutti i torti.
SUPER JULIO - Dopo il colpo di testa di Superpippo fuori bersaglio, Mourinho alza il muro con Burdisso, Vieira e poi Maxwell. I sei difensori del finale sono un’autentica novità per l’Inter, schiacciata nella sua metà campo dai rossoneri e salvata dal suo guardiano. L’ultimo affondo è di Inzaghi, con un diagonale incredibilmente neutralizzato da Julio Cesar con la punta del piede sinistro. Se l’Inter vincerà lo scudetto, sarà anche per questa prodezza del portiere brasiliano.
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