Seconde squadre, Morrone riflette: "Se non giocano giovani talenti si snatura il progetto"

Si discute tanto di seconde squadre, con la Fiorentina che, dopo la morte di Joe Barone, per ora ha accantonato il progetto. Quest'anno invece sarà l'Inter a debuttare con la seconda squadra in serie C, accanto a Juventus, Atalanta e Milan (che però è retrocesso in D). Ma non sempre la seconda squadra è un trampolino di lancio per i giovani talenti, come ha sottolineato nei giorni scorsi Alfonso Morrone, presidente ADICOSP, attraverso TMW Radio, all'interno della trasmissione 'A Tutta C': "L'Inter ha fatto scelte più coerenti rispetto al Milan, affidandosi a professionisti che conoscono la Serie C. Però resto critico sul progetto delle seconde squadre. Dovevano servire a valorizzare il talento italiano, ma spesso vengono utilizzate per far giocare stranieri o calciatori esperti. Così si snatura il progetto.
Cosa proporresti in alternativa?
"Introdurre regole chiare. Se una seconda squadra vuole partecipare, deve puntare su giovani italiani. Altrimenti non partecipa. E magari ricreare un campionato forte come la vecchia De Martino, un vero passaggio intermedio tra Primavera e prima squadra".
Anche l’età dei calciatori sembra un tema chiave.
"In Italia consideriamo giovani i calciatori fino a 24 anni, quando all’estero a 20 hanno già 30 presenze nei professionisti. È un problema culturale. E riguarda tutti: dirigenti, allenatori, tifosi. Se un allenatore deve salvare la panchina, difficilmente farà giocare un giovane. Dobbiamo cambiare mentalità, e farlo tutti insieme".
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