ROMANIA, Ai piedi di Mutu
Non vuole proprio essere la cenerentola del durissimo girone C di Euro 2008 la Romania di Victor Piturca. Inserita infatti nel gruppo di Italia, Francia e Olanda, tutte legittime aspiranti al titolo, la squadra di Mutu e compagni farà di tutto per evitare il pronostico sfavorevole che l’accompagnerà in Austria. Come Italia e Francia, anche la Romania troverà nell’Olanda la sua avversaria nel girone di qualificazione per l’Europeo. Il calcio romeno, che ruota soprattutto attorno alla storia delle grandi squadre della capitale Bucarest, soprattutto la Steaua, ma anche la Dinamo e in subordine il Rapid, può fregiarsi della presenza, assieme alle sole Brasile, Francia e Belgio, in tutte e tre le edizioni dei Mondiali che hanno preceduto la Seconda Guerra Mondiale, Uruguay 1930, Italia 1934 e Francia 1938. Le cose migliori, probabilmente, la Nazionale rumena le espresse proprio nell’edizione inaugurale della Coppa Jules Rimet, svoltasi interamente nella città di Montevideo. Quasi ottant’anni fa, il 14 luglio 1930, guidata dal ct Costel Radulescu, la Romania debuttò al Mondiale nel piccolo stadio Pocitos della Capitale uruguaiana, arbitro un cileno, tale Warnken, che come tutti i suoi colleghi dirigeva le partite indossando giacca e cravatta e pantaloni alla zuava, come consuetudine dell’epoca. Avversario di turno era il Perù, battuto con un sorprendente 3 a 1, con reti, di Desu, Barbu e Stanciu. Tre eroi del calcio rumeno, che non riuscirono però a frenare il cammino degli straripanti padroni di casa, che regolarono pochi giorni dopo il Perù per 1 a 0 e strapazzarono poi i malcapitati giocatori rumeni con un netto 4 a 0, vincendo il girone a tre e spiccando verso la storica vittoria del primo campionato Mondiale di calcio. Meno fortunate furono le esperienze nei Mondiali del 1934 e del 1938, con un inequivocabile 5 a 2 subìto dalla Germania nell’edizione italiana della Coppa Rimet nella gara d’esordio negli ottavi di finale, e con l’eliminazione da parte di Cuba nell’edizione francese di quattro anni dopo. In Francia, la Romania pareggio all’esordio contro i caraibici con uno spettacolare 3-3, uscendo poi sconfitti nella gara ripetuta contro Cuba, che vinse 2-1. Marcatori della Romania in quel Mondiale furono l’attaccante Stefan Dobay, in entrambe le partite contro i cubani, Silviu Bindea e Iuliu Baratky. Dopo le prime tre edizioni dei Mondiali, e dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Romania non riuscì più a partecipare a un Mondiale fino al 1970. La Romania ai Mondiali ha praticamente accompagnato la Coppa Rimet dalla sua nascita fino alla sua definitiva aggiudicazione, quando, in Messico, il Brasile battè l’Italia e vinse per prima volta la prestigiosa coppa dedicata al presidente Fifa che per primo pensò all’organizzazione di un Mondiale. Nella spettacolare edizione messicana del torneo la Romania capitò in un girone molto difficile, ma riuscì ad ottenere risultati sorprendenti. Nella gara d’esordio fu sconfitta da una forte Inghilterra per 1 a 0, ribaltando il risultato contro la Cecoslovacchia nella seconda gara del girone, battendola 2 a 1. Nella terza e definitiva gara del girone la Romania sfiorò poi l’impresa, perdendo 3 a 2 contro il Brasile di Pelè, poi vincitore del torneo, uscendo a testa alta dalla competizione. Giocatori che offrirono un rendimento importante in Messico furono l’attaccante Florea Dumitrache, autore di due reti, il compagno di reparto Mircea Lucescu, futuro allenatore di successo, il portiere Raducanu e il centrocampista Dinu. Dopo aver sfiorato quindi i quarti di finale a Messico’70, la Romania finì nuovamente in un periodo di profonda crisi, riuscendo a partecipare a una competizione internazionale solo nel 1984, quando disputò, senza entusiasmare troppo, il suo primo Europeo in Francia. Dopo un buon esordio contro la forte Spagna, con cui la Romania pareggiò, gli uomini guidati da Lucescu furono però battuti dalle più quotate Germania Ovest e Portogallo, qualificandosi all’ultimo posto del girone. Ma il calcio rumeno era in crescita, e, dopo la vittoria della Coppa dei Campioni nel 1986 da parte della Steaua Bucarest, la Nazionale Tricolore tornò a un Mondiale nel 1990, in Italia. Guidata dalla generazione di Gheorghe Hagi, giocatore più popolare della storia calcistica del suo paese, con ct Emerich Jenei, la Romania all’esordio battè l’Urss con una doppietta di Lacatus. Proprio quando aspirava ad un’agevole qualificazione, fu battuta nel secondo match del Mondiale italiano dal sorprendente Camerun, che superò i rumeni grazie a una doppietta del leggendario Roger Milla, il giocatore più anziano ad aver segnato ad un Mondiale. Nella gara decisiva del girone, la Romania pareggiò contro l’Argentina di Maradona con una rete della forte punta Balint, e riuscì a qualificarsi per gli ottavi di finale, per la prima volta nella sua storia. Al “Marassi” di Genova, la Nazionale rumena affrontò l’Irlanda di Jack Charlton, speranzosa di poter affrontare l’Italia ai quarti, ma dopo una partita equilibratissima, l’Irlanda, al suo quarto pareggio in quattro partite, riuscì a qualificarsi ai rigori ai quarti di finale, in cui furono battuti comunque dagli azzurri. Il calcio rumeno lasciò quindi Italia’90 con rammarico ma non deluso, ripresentandosi ad un Mondiale ancora più forte in Usa, quattro anni dopo, quando a prenderla per mano fu il suo più grande giocatore, Gheorghe Hagi. Arricchita dall’esperienza raccolta dai suoi giocatori nei vari campionati europei, la Romania esordì con un sorprendente 3 a 1 contro la Colombia nel Mondiale statunitense. La proverbiale discontinuità delle nazionali rumene si confermò però anche in Usa, dove, nella seconda partita del girone, dopo un primo tempo equilibrato con reti di Hagi e Sutter, la rete di Chapuisat e la doppietta di Knup inflissero un pesante 4 a 1 alla squadra di Anghel Iordanescu. Ma nella gara decisiva del girone contro i padroni di casa statunitensi la Romania sfoggiò gran carattere e spessore tecnico molto elevato, superando gli Usa con rete di Petrescu. Per la seconda volta consecutiva quindi la Romania si qualificò agli ottavi di finale di un Mondiale, l’avversario da affrontare era però proibitivo. Hagi e compagni si trovavano infatti ad affrontare l’Argentina vice-campione del Mondo, che in attacco schierava giocatori del calibro di Gabriel Batistuta e Abel Balbo. Ma l’argentina era caduta in una crisi tecnica e nervosa irreversibile dopo la notizia della squalifica per doping che aveva colpito il suo simbolo Diego Armando Maradona, e la Romania riuscì a centrare una storica impresa, battendo 3 a 2 la Selecciòn con la doppietta di Dumitrescu e una rete di Hagi. La Romania, ai quarti, contro la Svezia si giocava quindi la semifinale contro il Brasile. La spettacolare sfida contro gli scandinavi terminò 2 a 2 ai tempi regolamentari, con Florin Raduciou che prima pareggiò il vantaggio svedese di Brolin, poi portò in vantaggio la sua Nazionale, raggiunta dopo 115 minuti di gioco da Kennet Andersson. E quattro anni dopo, ancora una volta, i rigori furono fatali per i rumeni. Gli errori dal dischetto di Petrescu e Belodedici contro una pur fortissima Svezia impedirono alla Romania l’accesso a una semifinale Mondiale che sarebbe stata assolutamente meritata. La Romania stava quindi diventando una big del calcio europeo ci fu la partecipazione, dopo dodici anni, ad un campionato Europeo, in Inghilterra, nel 1996. Il rendimento della Romania in Inghilterra fu però decisamente da dimenticare, viste le tre sconfitte in tre partite contro le pur forti Francia, Bulgaria e Spagna. Un pronto riscatto attendeva però i rumeni in Francia, in occasione del Mondiale del 1998. nella gara d’esordio, indimenticabile perché tutti i giocatori rumeni si presentarono con i capelli vistosamente dipinti di biondo, ad eccezione del portiere Stelea, che capelli non ne aveva, la Nazionale guidata ancora da Iordanescu battè la Colombia grazie a una rete di Ilie. Nel secondo match la Romania mise a segno l’impresa di battere in modo autoritario l’Inghilterra di Owen, Shearer e Beckham. Già gloriosamente qualificata per gli ottavi, la Romania, che contro l’Inghilterra aveva messo a segno uno dei risultati più prestigiosi della propria storia calcistica, non andò oltre il pareggio contro la Tunisia. Pur cosciente della propria notevole forza, la Romania, agli ottavi, si trovò ad affrontare un cliente scomodissimo come la Croazia del bomber Davor Suker. E proprio un calcio di rigore allo scadere del primo tempo del futuro capocannoniere del Mondiale estromise dal torneo i rumeni, che pure avevano espresso un ottimo livello tecnico. Nuova grande occasione per i rumeni fu poi Euro 2000, disputato in Belgio e Olanda, in cui, la nazionale dei Carpazi affrontò la Germania nella gara d’esordio, pareggiando, e il Portogallo nella seconda gara, riportando una sconfitta maturata solo nei minuti finali della gara. La terza e decisiva partita era nuovamente contro l’Inghilterra, e, dopo il trionfale 3 a 2 conquistato in Francia, la Romania eguagliò il prestigioso risultato, con reti di Chivu, Monteanu e Ganea. Nei successivi quarti di finale, l’Italia di Dino Zoff si dimostrò troppo forte per la Romania, e Totti e Inzaghi eliminarono una Romania che ancora una volta aveva sorpreso positivamente. Ma dopo quel felice Europeo il calcio rumeno finì nuovamente in crisi, saltando i Mondiali del 2002 e del 2006 e gli Europei del 2004. A dispetto delle periodiche crisi del calcio rumeno, la crisi degli ultimi anni è stata però breve e meno evidente rispetto ai decenni scorsi, visto che nel 2002, con Hagi in panchina e non più in campo, la qualificazione ai Mondiali fu mancata solo nello spareggio contro la Slovenia, e il girone di qualificazione per il Mondiale di Germania del 2006 era veramente difficile, a causa della concorrenza di Olanda e Repubblica Ceka. Ora, guidata da Piturca, la Romania spera di poter tornare a giocare una competizione internazionale con buoni livelli, dopo un ottimo girone di qualificazione, e con giocatori di alto valore.
Piuttosto agevole è stato il cammino della Romania verso Euro 2008. La formazione guidata da Piturca ha infatti vinto con una certa autorevolezza il proprio gruppo, nonostante la concorrenza di un’avversaria temibile come l’Olanda. L’Inizio non è stato dei più felici, a causa di un pareggio casalingo contro l’insidiosa Bulgaria, classificatasi terza. Ma la rimonta è stata spettacolare, e la Romania, escluso un pareggio in Olanda e la sconfitta in casa della Bulgaria a giochi praticamente fatti, non ha avuto problemi a superare tutte le altre squadre del girone, Bielorussia, Albania, Slovenia e Lussemburgo. La Romania ha avuto il miglior attacco del girone, con 26 reti messe a segno contro le 15 dell’Olanda seconda classificata, e ha battuto gli arancioni nella sfida decisiva in casa il 13 ottobre scorso.
Victor Piturca da giocatore era un bomber implacabile, uno dei più importanti della storia della Steaua, con cui ha segnato 165 reti in 175 partite, trascinatore della squadra di Bucarest alla vittoria della Coppa Campioni del 1986, fu meno fortunato invece con i francesi del Lens, con cui segnò quattro reti nell’ultimo campionato della sua carriera. Piturca trovò poco spazio in Nazionale, anche per la concorrenza di punte come Boloni e Mateut, giocandovi comunque 13 partite e segnando 6 reti. Dopo aver guidato Universitarea Craiova e Romania Under 21, ebbe un primo incarico dalla Federazione Rumena nel 1999, ma non guidò la sua Nazionale all’Europeo del 2000, si dice per una manovra di Ioan Becali, manager di Hagi e altri influenti giocatori, con cui non ha mai avuto un buon rapporto. Dopo due fortunati campionati sulla panchina della Steaua, ha iniziato dal 2004 il suo secondo mandato sulla panchina della Nazionale rumena, ottenendo, nelle recenti qualificazioni per gli europei, un rendimento che ha messo d’accordo tutti sul valore dei suoi giocatori.
Primi giocatori rumeni a diventare popolari nel Mondo sono stati i protagonisti del Mondiale uruguagio del 1930. Desu, Barbu e Stanciu, autori delle reti della vittoria contro il Perù, e i compagni di squadra Bodola, Dobay e Kovacs, tutte punte o mezze punte. Dopo i tre Mondiali che videro sempre protagonista, per lunghi anni il calcio dei Tricolori ha subito un periodo di crisi in cui pochi giocatori sono meritevoli di nota. Lucescu e Dinu, assieme al bomber Florea Dumitrache, erano i principali giocatori della squadra che ha disputato il Mondiale del 1970 in Messico, ma il calcio rumeno doveva ancora attendere per regalare al calcio mondiale delle vere e proprie stelle. Un giocatore rumeno che raggiungerà i massimi livelli in Europa, in modo particolare per le sue ineguagliabili doti realizzative, è stato Dudu Georgescu, autore di oltre 200 reti con la Dinamo Bucarest, che vinse la Scarpa d’Oro, premio al miglior cannoniere europeo, nel 1975, con 33 reti, e nel 1977, con 47 centri, record imbattuto e forse imbattibile per tutti gli attaccanti europei. Con la maglia della Nazionale Georgescu disputò 44 partite, segnando 21 reti. Contemporaneo e rivale di Georgescu, perché giocava nella Steaua, altra grande di Bucarest, fu Angel Iordanescu, poi ct della Nazionale, oltre che generale dell’Esercito rumeno, che in Nazionale disputò 74 partite segnando 26 reti. La tradizione dei forti attaccanti rumeni degli anni’70 continuò anche nel decennio successivo, prima con Ladislau Boloni, poi con Victor Piturca, entrambi poi ct della Nazionale. Boloni, attaccante di manovra, espresse le sue doti soprattutto all’estero, avendo giocato anche con i belgi del Racing Jet Bruxelles, e con le francesi Creteil e Orleans. Boloni in Nazionale giocò ben 108 partite, disputando anche l’Europeo del 1984, e segnò 25 reti. L’attuale ct Piturca invece giocò meno in Nazionale, e espresse il suo talento soprattutto con la maglia della Steaua Bucarest. Negli anni’80 comunque il calcio rumeno stava vivendo il suo periodo migliore. La Coppa dei Campioni vinta ai rigori contro il Barcellona nella finalissima di Siviglia fu il biglietto da visita principale per consacrare una generazione di talenti che salirono sul tetto d’Europa, prima squadra dell’est a raggiungere questo risultato. Colonne di quella squadra, che sarebbe stata fino a fine anni ottanta fra le più forti d’Europa, furono dapprima il portiere Duckadam, i difensori Petrescu e Belodedici, e l’attaccante Lacatus, poi il portiere Lung, ildifensore Rotariu, il centrocampista Dumitrescu, la punta Balint e soprattutto Gheorge Hagi. Giocatore rumeno del secolo, definito fin da giovane il “Maradona dei Carpazi”, Hagi è il simbolo del calcio del suo paese, modello per tanti professionisti che hanno goduto della credibilità e della popolarità che il calcio rumeno ha guadagnato grazie a lui. Miglior giocatore della storia della Steaua, che l’ex club del Ministero della Difesa si regalò dopo la vittoria della Coppa Campioni per continuare il suo ciclo felice, Hagi guidò la sua squadra a lottare contro il Milan per la conquista di una seconda Coppa Campioni nel 1990, impresa, come noto, non riuscita nella finale di Barcellona. Dopo la Steaua, Hagi calcherà le più grandi platee d’Europa, con le maglie di Real Madrid e Barcellona, ma anche la Serie A, dove, guidato da Lucescu, costituirà a Brescia una fortunata colonia di giocatori rumeni, e infine in Turchia, al Galatasaray, dov’è considerato eroe Nazionale quasi come in Romania, con cui giocherà cinque campionati e vincerà una storica Coppa Uefa, nel 2000. Hagi è il secondo giocatore con più presenze nella storia della Nazionale rumena, ben 125, e il massimo goleador, con 35 reti. Il gol più bello di Hagi in Nazionale è da molti considerato il pallonetto che da quasi quaranta metri mise in rete contro la Colombia a Usa’94. Ma non fu solo Hagi di quella generazione della Steaua a diventare famoso in campo internazionale. I difensori Petrescu e Belodedici hanno avuto infatti molta fortuna nei campionati esteri. Dan Petrescu si è imposto in Italia con Foggia e Genoa, per poi lanciarsi in Premier League con Sheffield Wednesday, Chelsea, con cui ha giocato circa 150 partite, Bradford e Southampton. Miograd Belodedici ha trovato la sua fortuna con la Stella Rossa e nella Liga spagnola. Già vincitore della storica Coppa dei Campioni del 1986 con la Steaua, il possente libero bissò il successo con la Stella Rossa di Belgrado, entrando nel ristretto club di giocatori che hanno vinto la futura Champions League con due squadre diverse, per giunta due squadre dell’Europa orientale. La vittoria con la Stella Rossa gli valse la chiamata dal Valencia, che lo strappò alla Sampdoria portandolo in Spagna, dove giocò anche con Valladolid e Villarreal, prima di militare due stagioni con i messicani dell’Atlante, e infine ancora con la Steaua. Molto apprezzato, sia in Spagna che in Inghilterra fu Ilie Dumitrescu, che giocò con Tottenham, Siviglia e West Ham, e che in Nazionale disputò 63 partite mettendo a segno 22 reti, formando con Hagi uno dei reparti di centrocampo tecnicamente più forti del Mondo. Quattordici reti in Nazionale furono poi un buon bottino per Gavril Balint, eroe dei Mondiali del 1990, che grazie alle due reti messe a segno in Italia, si guadagnò il trasferimento dalla Steaua agli spagnoli del Burgos. Un buon ricordo ha lasciato il possente Adrian Ilie, che dopo la Steaua lascio un buon ricordo ai tifosi di Valencia, Alaves, Galatasaray e Besiktas, prima di ritirarsi e diventare imprenditore alberghiero. Ilie ha segnato 13 reti con la Nazionale. Meno esaltante fu il rendimento del veloce attaccante Marius Lacatus in Italia. A Firenze e Oviedo non hanno particolari ricordi delle sue prestazioni, mentre la Steaua, con cui ha giocato complessivamente oltre 350 partite e segnato circa 100 reti, è stata di sicuro la sua esperienze più felice, assieme alla Nazionale, con cui ha segnato 13 reti. Oltre 50 presenze in Nazionale le ha collezionate anche il difensore Daniel Prodan, lanciato dalla Steaua e affermatosi in seguito con l’Atletico Madrid, che ebbe però deludenti esperienze con i Rangers Glasgow e con il Messina. Rivale storica della Steaua, sia nella Diviza A, sia come serbatoio di giocatori per la Nazionale, è da sempre la Dinamo Bucarest. Le due squadre si sfidano in accesissimi “Marele Derby” o Grande Derby, e si contendono il titolo di maggior club rumeno, essendosi aggiudicate la Steaua 23 titoli e la Dinamo 18 titoli. Come la Steaua, anche la Dinamo, squadra fondata dal Ministero degli Interni di Bucarest, ha fornito alla Nazionale tanti giocatori importanti. Fra questi vanno ricordati il portiere Stelea, il difensore Prunea, 60 presenze in Nazionale, e il bomber Dorin Mateut, vincitore della Scarpa d’Oro nel 1989, con ben 43 reti segnate, record assoluto dopo il suo connazionale Dudu Georgescu, anch’egli bomber con la Dinamo. Ma Mateut non fu molto fortunato con maglie diverse da quella della dinamo. Fu deludente sia con il Saragozza, nella Liga, sia con Brescia e Reggiana, in Serie A. In Nazionale Mateut segnò 10 reti in 60 partite. Contemporanei di Mateut che dalla Dinamo trovarono spazio in Serie a furono Danut Lupu e Ioan Sabau, entrambi giocarono a Brescia, con Hagi e Mateut, guidati da Lucescu. Se di Lupu, che giocò 14 partite con la maglia della Nazionale, i tifosi bresciani avranno ormai pochi ricordi, diverso è il discorso relativamente a Sabau. Forte di una discreta tecnica, e di un dinamismo invidiabile, oltre che di una proficua esperienza già maturata in Olanda, con il Feyenoord, Sabau fu molto apprezzato in A con le Rondinelle prima e con la Reggiana dopo, giocando complessivamente oltre 120 partite in A. Con la Nazionale Sabau giocò 52 partite, mettendo a segno ben 8 reti. Apprezzato in molte società europee fu poi il difensore Gheorge Popescu, che giocò sia con la Steaua, a inizio carriera, sia con la Dinamo, alla fine, indossando però anche le prestigiose maglie di Psv, Tottenham, Barcellona, Galatasaray Lecce e Hannover. La Dinamo fu poi un ottimo trampolino per l’attaccante Florin Raducioiu, tecnicamente validissimo ma discontinuo sotto rete, che giocò con Bari, Verona, Brescia, Milan, Espanyol, West Ham, Stoccarda, e Monaco. Raducioiu, che con il Milan vinse scudetto e Coppa Campioni nel 1994 nonostante non fosse troppo gradito dal tecnico rossonero Fabio Capello, ha segnato 21 reti in 44 partite con la Nazionale rumena, risultando il miglior attaccante del suo paese nella seconda metà degli anni’90. Gloria con la Dinamo la raggiunse anche il forte centrocampista Dorinel Munteanu, che ha giocato con i belgi del Bruges e con i tedeschi di Colonia e Wolfsburg, oltre che con la Steaua negli ultimi anni. Munteanu è il giocatore che ha giocato più partite con la Nazionale rumena, 134, ed è ancora nel giro della Nazionale. Fu lanciato dalla Dinamo anche Cosmin Contra, veloce esterno che ha giocato 60 partite con la Nazionale, che ha giocato anche con Alaves, Milan, Atletico Madrid e recentemente nel Getafe, deludendo però nel suo periodo rossonero. Altri attaccanti che hanno avuto successo con la Dinamo Bucarest sono Rodion Camataru, che in Nazionale ha giocato 75 partite e segnato 22 reti ,e Viorel Moldovan, protagonista nei campionati svizzero e turco e autore di 25 reti con la Nazionale. Altri giocatori che negli anni’90 hanno contribuito a rendere grande il calcio rumeno e la loro Nazionale sono stati le punte Vladoiu e Ganea, quest’ultimo autore di 19 reti con i Tricolori, i difensori Ciobotariu, Selymes e Klein, quest’ultimo tragicamente scomparso nel 1993, nel corso di una seduta d’allenamento. Praticamente estraneo ai due blocchi di Steaua e Dinamo è Alin Stoica, che ha giocato una sola partita con la Steaua per poi imporsi in Belgio, dove ha giocato ad alti livelli con Anderlecht e Bruges, non riuscendo mai ad imporsi in Nazionale, con cui ha giocato solo 13 partite. Un altro grande giocatore rumeno contemporaneo, Christian Chivu, capitano della Nazionale e uno dei migliori difensori al Mondo, non ha mai giocato con Steaua o Dinamo, imponendosi dapprima con l’Ajax, passando poi a suon di milioni prima alla Roma, e, dallo scorso anno, all’Inter, che ha superato la concorrenza di tutte le big mondiali per accaparrarselo, Juventus, Real Madrid e Barcellona. Il forte Chivu, che può ricoprire indifferentemente il ruolo di centrale difensivo o esterno sinistro, è fortissimo sui calci piazzati o nel tiro dalla distanza, ed è un giocatore velocissimo. L’altra grande stella della Romania di oggi è l’attaccante della Fiorentina Adrian Mutu. Il “Ronaldo di Pitesti”, come era definito da ragazzino per la sua velocità, ha fatto bene nella squadra della sua città, guadagnandosi ad appena 18 anni la chiamata dalla Dinamo Bucarest. Qui Mutu si impose, vincendo in un anno Coppa e Campionato e segnando 22 reti in 33 partite. La straordinaria stagione di Mutu colpì gli osservatori dell’Inter, che lo acquistarono, appena diciannovenne, per oltre sette miliardi delle vecchie lire. All’Inter Mutu, pur apprezzato, non riuscì a trovare molto spazio, e preferì giocare altrove. Le tre stagioni successive furono straordinarie per la punta, che fra Verona e Parma mise a segno 34 reti in Serie A, guadagnandosi la ricca chiamata da parte del Chelsea. Dopo una discreta prima stagione in Premier League passò un brutto periodo a Londra, che lo vide propendere ad una vita poco sana, coincisa con una squalifica per positività alla cocaina. Scontata la sospensione, Mutu venne acquistato dalla Juventus, dove Capello lo provò talvolta anche come esterno, che diede un contributo straordinario al suo rilancio. Con la retrocessione della Juventus per le vicende di Calciopoli Mutu accettò l’offerta della Fiorentina, ma questa è storia recente, e l’ex Ronaldo di Pitesti, giustamente promosso a “Fenomeno” è considerato da tutti uno dei più forti attaccanti della Serie A.
Attorno a Chivu e Mutu, leaders della squadra oltre che giocatori con maggiore tasso tecnico, il ct rumeno Piturca ha costruito una buonissima squadra. Affidabilissimo numero uno sarà l’ex di Fiorentina e Ajax Bogdan Lobont, attualmente alla Dinamo, alle sue spalle il secondo sarà Danut Coman. Attorno al capitano, leader e regista difensivo Christian Chivu si svilupperà l’oraganizzazione difensiva della Romania. Al suo fianco figureranno Razvan Rat dello Shakhtar Donetsk, Gabriel Tamas dell’Auxerre, l’esperto esterno destro Contra, attualmente al Getafe, Ogararu dell’Ajax, Dorin Goian e Mirel Radoi della Steaua, e il promettentissimo Stefan Radu, recentemente acquistato dalla Lazio. Relativamente al centrocampo, l’esperto Munteanu, attualmente al Fc Vaslui, sarà molto probabilmente ancora presente a Euro 2008, nonostante i quasi quarant’anni, per cercare di aumentare ancora il suo record di presenze. Al suo fianco ci sarà il dinamico Paul Codrea del Siena, che supporterà il forte centrocampista offensivo Nicolae Dica della Steaua. Sulla fascia destra ci sarà Florentin Petre del Cska Sofia. Spazio ci dovrebbe essere anche per il riminese Sorin Paraschiv, ex bandiera della Steaua, per il trequartista Ianis Zicu della Dinamo Bucarest, ex di Inter e Parma, e per il mediano Ovidiu Petre, se sarà in buone condizioni fisiche. Leader indiscusso dell’attacco rumeno sarà Adrian Mutu, al cui fianco ci sarà uno fra il possente ventiduenne Ciprian Marica dello Stoccarda e l’esperto Ioan Ganea del Politehnica Timisoara. Prima alternativa sarà Daniel Niculae dell’Auxerre. Il fatto che la maggioranza dei giocatori che probabilmente Piturca porterà a Euro 2008 gioca all’estero è un punto a favore della Romania, che in questo modo può sfruttare l’esperienza che i suoi nazionali hanno maturato nei vari campionati europei. Certo il lavoro dei Tricolori in Svizzera, negli stadi di Zurigo e Berna, non sarà affatto facile, visto che le altre tre tricolori da affrontare saranno forse i peggiori clienti che l’urna potesse riservare. Contro Azzurri, Bleus e Tulipani la Romania metterà quindi sul piatto la sua buona esperienza internazionale, la consolidata tecnica individuale e la voglia di fare bene e mettersi in mostra, che riguarderà di certo soprattutto i giocatori che militano ancora nella Diviza A rumena. Dopo uno stimolante esordio contro la Francia, la Romania sfiderà l’Italia di Roberto Donadoni il 13 giugno al Letzigrund Stadion di Zurigo, nella seconda sfida del difficilissimo girone C.