MILAN IN GIAPPONE, Tutti pazzi per il grande Kakà
Grande accoglienza per il Milan, e in particolare per Kakà, da parte dei tifosi giapponesi all’arrivo della squadra rossonera a Tokio, dove sarà impegnato nel mondiale per club. Applauditissimo il neo Pallone d’oro, che più di tutti i suoi compagni è stato attorniato dai giornalisti e dagli operatori televisivi, e quindi festeggiato dai tifosi. La comitiva rossonera si è poi diretta in pullman a Yokohama, dove i rossoneri hanno messo il loro quartier generale. Ora il Milan ha a disposizione una settimana per la preparazione e soprattutto per l’adattamento al fuso orario, prima di entrare nella competizione.
Dopo lo sbarco in aeroporto, dove è stato quasi travolto dall’entusiasmo di trecento tifose giapponesi letteralmente impazzite alla vista di Kakà (molte delle quali adorano la squadra rossonera dai tempi di ‘Gullit-Fritto’), il Milan ha sostenuto il suo primo allenamento giapponese. La seduta si è svolta su uno dei quattro campi del centro sportivo degli Yokohama Marinos, ed è cominciata alle 20.30 locali (12.30 italiane) terminando dopo un’ora e un quarto. Ad assistere all’allenamento di Maldini e compagni sulle tribunette c’erano circa trecento supporter nipponici (molte le donne), che hanno accolto il Milan con striscioni rossoneri con le scritte in italiano «Insieme» e «A.C.
Milan vincerà il campionato».
Capitolo infortunati. Emerson e Jankulovski hanno svolto l’intera seduta con la squadra, mentre Ronaldo e rimasto a riposo. Anche Seedorf e Serginho non hanno svolto allenamento. Il mondiale per club Fifa comincerà oggi (ore 11,45 italiane) con il preliminare fra i neozelandesi del Waitakere United, campioni d’Oceania, e gli iraniani del Sepahan, vice-campione d’Asia. Già da questo match, e poi per tutto il torneo, verrà utilizzato il pallone con microchip che serve a stabilire se la sfera abbia superato la linea di porta in occasione di ‘gol-fantasma’.
Dall’altra parte del tabellone si comincia a giocare domenica, con la partita fra i tunisini dell’Etoile Sahel ed i messicani del Pachuca.