MAZZONE, La Fiorentina arriverà quinta. Non criticate Corvino...
E’ la maschera più popolare e popolana della pedata italica. Con quel volto rubato alla commedia dell’arte, con quella mimica così esplicita che più esplicita forse non si può, con quei metodi e quei gesti caserecci e ruspanti, con quell’italiano romanesco e maccheronico Carletto Mazzone poteva darsi al teatro o al cinema anziché sedersi in panchina. Invece ha preferito allenare, cominciò nel lontano 1968-69 ad Ascoli, passando per Firenze, Catanzaro, ancora Ascoli, Bologna, Lecce, Pescara, Cagliari, Roma, ancora Cagliari, Napoli, ancora Bologna, Perugia, Brescia, ancora Bologna e infine Livorno. Una carriera lunga quanto un’autostrada, dodici squadre e molti successi: eccolo il curriculum del nonno più competente, simpatico e carismatico del nostro calcio. Un nonno fuori dalla mischia (per ora) ma che segue il pallone con religiosa attenzione.
Mazzone, che campionato vedremo?
«Vedremo un campionato vero, reale, competitivo, non il noioso monologo dello scorso anno».
Inter favorita?
«Certo. Per me al 55 per cento lo scudetto lo vince l’Inter, al 45 per cento il Milan. Quindi il campionato sarà una questione tutta milanese. Terza arriva la Roma, quarta la Juve, quinta la Fiorentina, sesta la Lazio, settimo il Palermo e ottava la Samp».
Inter meglio del Milan, allora…
«Meglio l’Inter sia pure di poco. L’Inter ha potenzialità enormi sul piano fisico-atletico, ha quasi due squadre da scudetto. Il Milan si fa preferire sul piano tecnico, ha esperienza e classe».
Il Milan intanto ha vinto il trofeo Berlusconi…
«Ma c’era da aspettarselo. Prima di tutto perché la squadra di Ancelotti è più forte e poi perché alla nuova Juve, appena risalita dalla serie B, non dobbiamo mettere fretta. Roma non fu fatta in un giorno, no? Fra l’altro contro il Milan alla squadra di Ranieri mancavano pedine importanti come Zanetti, Camoranesi e Trezeguet».
L’Inter, già fortissima, si è rafforzata con Chivu e Suazo…
«Chivu è un difensore di eccellenti qualità, molto versatile, sarà la ciliegina sulla torta del reparto arretrato nerazzurro. Suazo, contropiedista irresistibile, può seminare il terrore, con la sua velocità supersonica, nelle partite in trasferta di Champions League».
Champions che l’Inter potrebbe anche vincere, no?
«Questa Inter può vincere tutto, io non mi meraviglierei neanche un po’ se facesse l’accoppiata scudetto-coppa».
Il Milan ha preso solo Pato…
«Ma non è detto che il mercato rossonero sia chiuso. E poi Pato è un ragazzino dall’avvenire radioso e soprattutto non credo che la squadra campione d’Europa abbia bisogno di molti rinforzi».
La Roma ha acquistato Juan, Giuly ed Esposito…
«Ha fatto un buon mercato non di più. Siccome non ha le potenzialità economiche di Inter, Milan e Juve quello della Roma è anche un mercato intelligente, questo sì».
La lista degli acquisti della Juve è molto lunga. Qual è il rinforzo migliore?
«Il rinforzo migliore è Ranieri, tecnico abile e persona intelligente, che conosco bene perchè è stato mio giocatore a Catanzaro. Dopo Ranieri gli acquisti che mi convincono di più sono quelli di Almiron e dei giovanissimi Criscito e Nocerino».
La Fiorentina ha inserito un grande vecchio come Vieri fra tanti ragazzi di grido…
«A Firenze stanno commettendo un errore gravissimo, quello di contestare Corvino. Siccome Corvino è uno dei più bravi, se poi lui contesta Firenze sono dolori, credete a me.
Fra l’altro Corvino ha fatto un bel mercato anche quest’anno. La Fiorentina ha preso una batosta nell’amichevole di Bilbao e ha perso il magnifico Toni che in Germania, come in Italia, si sta facendo largo a suon di gol. Però ha acquistato giovani di grido e un Vieri che è ancora in grado di essere protagonista».
Vieri a Firenze e Cassano, il re degli indisciplinati, alla Sampdoria…
«Per Cassano passa l’ultimo treno. Se capisce, finalmente, che madre natura gli ha dato moltissimo, se smette di fare il Pierino indisciplinato, con Cassano ci sarà da divertirsi. E anche parecchio…».
Il miglior acquisto chi l’ha fatto?
«L’Inter con Suazo».
Chi è il miglior calciatore italiano?
«Francesco Totti».
Il miglior straniero in Italia?
«Kakà».
Il miglior giovane?
«Quagliarella. Gli ho visto fare dei gol che mi hanno fatto esclamare: e questo chi è, Pelè?».
Di palo in frasca: cos’è stata Calciopoli?
«Un’altra vergogna del calcio italiano».
Colpa di Moggi?
«Con Moggi ho lavorato alla Roma, è simpatico, è competente, è il migliore. Però è un millantatore e qualche pasticcio, purtroppo, l’ha combinato».
Dopo Calciopoli le cose sono cambiate oppure no?
«Per capire meglio bisognerebbe essere dentro il calcio, in questo momento io sono un semplice spettatore».
L’Italia di Donadoni ci va agli Europei?
«Mi auguro di sì ma non ne sono sicuro al cento per cento. E sa perché? Perché Nesta e Totti, due campioni veri, hanno abbandonato la maglia azzurra, perché si sono trasferiti all’estero diversi giocatori azzurri e questo piccolo esodo non aiuta l’Italia, perché la nostra Nazionale è in fase di ricostruzione. Ciò non toglie che Donadoni ha fra le mani un organico importante…».
Ci dica la sua su Nesta e Totti che anziché alzare bandiera azzurra hanno alzato bandiera bianca…
«Su Nesta non mi pronuncio perché conosco soltanto il giocatore, un signor giocatore. Su Totti, invece, dico la mia in modo chiaro. Mi sono permesso di rimproverarlo dicendogli: perché un grande campione oltre che un ragazzo bravo e buono come te ha dato soddisfazione, ritirandosi, a un gruppo di persone, fra cui diversi giornalisti, che con lui si sono comportati malissimo? Io morivo prima di dar loro soddisfazione…».
Torniamo all’Italia: più difficile con la Francia a Milano o con l’Ucraina in trasferta?
«Decisamente con la Francia che è la Nazionale vice campione del mondo, non dimentichiamolo…».
Fra l’altro il ct francese Domenech, con quella accusa agli italiani che comprano gli arbitri, può imbastardire la partita…
«Appunto. Domenech è un personaggio strano, quando si dicono cose così gravi bisogna poi essere in grado di dimostrarle, no?».
Infine: si diceva di Totti e Nesta che hanno rinunciato alla Nazionale. E lei rinuncia alla panchina?
«Io sto facendo il nonno, il babbo e il marito a tempo pieno. Ma che lavoro farò da grande ancora non lo so…».