MARESCA, Stuzzica la Juventus
Su il sipario sulla stagione calcistica spagnola. Al Sanchez Pizjuan il Siviglia ospita il Real Madrid nell'andata della Supercoppa, ritorno il 19 al Bernabeu. Enzo Maresca dovrebbe esserci, nonostante una concorrenza spietata (sono in 5 per due posti). Il ragazzo di Pontecagnano, Salerno, è un tipo aperto, battuta pronta, idee chiare. Emigrante felice, è alla terza stagione in Spagna, la quinta all'estero considerando i due anni in Inghilterra. Col Siviglia ha giocato e vinto quattro finali: due Uefa, una Copa del Rey e una Supercoppa europea. Ora spera di continuare, «stasera, poi il 19, e il 31 contro il Milan a Monaco».
La Supercoppa è il primo esame al Real Madrid di Schuster.
«Non li vedo benissimo. Diciamo che ho qualche dubbio. La squadra è simile a quella dello scorso anno ma non c'è più Capello, che dava certe garanzie. Qui si parla tanto di bel gioco, ma conta di più vincere. E Capello ha vinto».
Schuster può pagare la sua inesperienza?
«Sì, passare da una squadra come il Getafe al Madrid non è facile. Per questo non sono convintissimo da questo Real».
È stata un'estate di fuga dall'Italia, per i calciatori.
«Segno che qualcosa non quadra. Economicamente ma anche a livello di pressioni, di ambiente generale. E allora si va via. Io personalmente non ho alcun rimpianto, del resto come potrei? Ho vissuto due esperienze bellissime, e qui sono arrivato in una squadra che nel 2000 era ancora in serie B, che non vinceva nulla dagli anni '60, e siamo esplosi ».
Tra i nuovi emigranti, quale caso l'ha colpita di più?
«Quello di Giuseppe Rossi, senza dubbio. Perché se si lascia andar via un ragazzo così giovane e così forte vuol dire che qualcosa non funziona».
Lei sembrava sul punto di tornare.
«Ci sono state tante voci, e una sola trattativa vera, con la Juventus. Quando hanno sentito il prezzo del mio cartellino si sono spaventati, però poi hanno preso Almiron pagandolo di più.
Si vede che il made in Italy non tira più...».
Chi va all'estero perde la Nazionale.
«Una leggenda. Se non ti convocano è perché non gli vai bene o non gli servi. Se piaci a un c.t. puoi andare anche a giocare in Cina, vedrai che ti chiama. Io ci spero. Sinora sono arrivate alcune preconvocazioni, Donadoni è venuto a vedermi al Bernabeu e ho fatto un gran gol. Se non mi fermano gli acciacchi dello scorso anno magari me la gioco».
Barcellona davanti a tutti?
«Sì, come già l'anno scorso. Se fanno le cose come si deve noi, il Madrid e il Valencia lottiamo per il secondo posto, con il Real Saragozza come outsider. E visto che è il tema dell'estate dico la mia: i Fantastici 4, Henry, Ronaldinho, Eto'o e Messi per me possono giocare insieme».
E in Italia?
«Inter e Milan in prima fila, poi Juventus, Roma, Fiorentina, Torino. Difficile che la Lazio si ripeta».
I colpi migliori in Spagna e in Italia?
«Henry al Barcellona e Suazo all'Inter».
Regine del mercato?
«Qui Saragozza e Barcellona, in Italia la Juventus, anche se resta da vedere se i soldi spesi porteranno il successo».
Il Siviglia torna in Champions dopo quasi 50 anni. I suoi favoriti per la finale?
«Chelsea e Inter. Per quanto ci riguarda dobbiamo cominciare a passare il turno con l'Aek».
Arrigo Sacchi ha detto che Daniel Alves farebbe comodo al Milan.
«Se è per questo farebbe comodo anche al Chelsea, al Real Madrid, e... a noi. Speriamo che resti, è un fenomeno. Se dovesse andar via ho un solo dubbio: vedere come assorbe il passaggio da una realtà di provincia come la nostra, dove è cresciuto calcisticamente ed è molto protetto, a quella di una metropoli