FREY, lo strano destino dei portieri stranieri

"In serie A poco spazio agli italiani"
Nazionale tabù - Una volta in Francia convocavano chi stava meglio, ora ci sono altre logiche.
16.03.2007 07:22 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: di Giuseppe Calabrese per La Repubblica

Griffanti, Costagliola, Sarti, Albertosi, Superchi, Galli, Toldo. Può bastare? La storia della Fiorentina è anche la storia dei suoi grandi portieri. Una tradizione che ha resistito agli anni e alle trasformazioni, ma che si è bruscamente interrotta nell´anno di grazia 2001, quando Toldo è stato ceduto all´Inter. È stato lui l´ultimo grande portiere italiano della Fiorentina. La storia è finita lì. Dalla C2 a oggi sono passati da qui tanti portieri onesti e tanti stranieri, ma la scuola viola ha chiuso agli italiani. Perché? «Non lo so, però il problema lo vedo anch´io» dice Sebastien Frey. Uno di quelli che ha trovato spazio in Italia. «Ma per i portieri stranieri non è facile imporsi nel vostro campionato, ve lo dico per esperienza personale». Già, ogni medaglia ha il suo rovescio e se giochi in Italia è più difficile arrivare in nazionale. «Sia io che Doni, il portiere della Roma, abbiamo lo stesso problema. Anche lui sta facendo un grande campionato ma Dunga non lo chiama». Domenica saranno uno di fronte all´altro. Si stimano. «È un ottimo portiere» dice ancora Frey. Che sui portieri italiani ha una sua teoria: «C´è troppa mancanza di fiducia nei giovani, tanti sono stati messi da parte al primo errore e sostituiti con portieri più esperti».
Ma l´età sta diventando un problema. Per molti. «Credo che in estate ci sarà un bel giro di portieri - dice ancora Frey - molti dovranno smettere. Comunque non vedo un bel futuro per le prossime generazioni di portieri italiani». Lo straniero piace di più. Inter e Roma hanno portieri stranieri. Anche Milan e Fiorentina. Tutte squadre di prima fascia. In più ce l´ha straniero anche il Siena. E le altre? Molte si arrangiano con portieri anzianotti.

Ops, esperti. «Il più forte tra i giovani italiani? Mah, potrei dire Amelia, che è anche nel giro della nazionale, ma poi?». Appunto, il poi è un futuro senza certezze. «Strano, no?». Sì, strano, ma il calcio va così.
Anche in nazionale va così. Anzi, molti non ci vanno nemmeno. Frey dopo essere stato ignorato per anni, a ottobre fu convocato da Domenech. Poi niente altro. Solo una lunga lista di pre-convocazioni che però non sono servite a niente. «Sono il giocatore più pre-convocato della storia» sorride Frey. Che ormai a questa inspiegabile ritrosia nei suoi confronti ci ha fatto l´abitudine. Anche se non ha smesso di aspettare. «Una volta in nazionale veniva convocato chi stava meglio, ma adesso non è più così. Ci sono altre logiche e io e Doni ne paghiamo le conseguenze». Così ha più tempo per pensare alla Fiorentina. «Eh sì, visto che la mia nazionale non ha bisogno di me posso lavorare solo per la Fiorentina».
Domenica c´è la Roma, sfida tra numeri uno e tra le due squadre che forse in questo momento giocano il calcio migliore. «Fiorentina e Roma hanno due allenatori che la pensano allo stesso modo, sarà una bella partita». Se non ci fosse la penalizzazione sarebbe una sfida tra seconda e terza. «Siamo orgogliosi di sapere che poteva essere la partita per decidere chi era l´anti-Inter, ma purtroppo non è così. Comunque, nonostante la penalizzazione, stiamo facendo un campionato straordinario». Novanta minuti difficili per la Fiorentina. «La gara con la Roma è una prova importante, ma ce la giochiamo alla pari. Faremo una grande partita».