Cronaca di una fine annunciata: le istituzioni fiorentine devono muoversi per capire le intenzioni di Commisso. E fare pressioni. Situazione surreale, una città trascinata verso la B e nessuno ha una risposta
Ci siamo stufati di parlare male della Fiorentina, alla quale vogliamo sicuramente più bene rispetto a chi si è trovato per qualche misteriosa ragione nella condizione di gestirla.
Proprio perché ci siamo stufati è il momento di dimostrare un decisionismo e un'unità che Firenze ha delegato o ignorato, dividendosi in gruppi di vassalli a prescindere e nemici sempre più amareggiati: bisogna abbandonare le proprie posizioni e unirsi, perché la fine è annunciata e comincia con la lettera B.
Stiamo vivendo una lunga agonia e niente torna dentro una Fiorentina che viaggia alla deriva dopo l’ennesima serie di cortocircuiti interni cominciati alla fine di maggio con le dimissioni di Palladino. I due dirigenti rimasti, l’allenatore e i giocatori ci hanno ricordato anche prima, durante e dopo la partita contro il Sassuolo quanto sia grave la situazione. Disastro in campo e improbabili parole in libertà fuori: il segnale di una resa che luccica nella sua crudezza.
Massimo rispetto per le condizioni di salute del presidente Commisso, che però è anche il proprietario del bene sportivo più importante di Firenze e quindi è arrivato il momento di saperne qualcosa di più. La forza di questa proprietà è stata quella di stringere da subito un rapporto solido con la Curva (ricordiamo le passerelle sotto la Fiesole e poi tutto il resto), una scelta che chi scrive ha da sempre criticato pensando con rispetto soprattutto al ruolo dei tifosi, che deve essere ben distinto da quello di chi comanda. Ma andiamo oltre, anche perché in termini di supporto il tifo organizzato ha sempre dato il massimo e non è possibile che aggiunga una spinta maggiore e più leale nei confronti di giocatori probabilmente disprezzati, ma che rappresentano Firenze. Lasciamo per una volta da parte la Curva, alla quale troppo spesso sono state assegnate funzioni salvifiche, oppure la capacità di risolvere i problemi forzando il destino.
In questo momento calcisticamente drammatico è necessario un salto di qualità anche nei rapporti con la proprietà e devono muoversi le istituzioni fiorentine, come è già successo nella storia viola. Loro hanno il potere e il dovere di intervenire per interrompere questa spirale verso il basso, che sembra essere chiara a tutti ma non a chi temporaneamente _ quanto ci piace ci piace questo avverbio _ detiene un tesoro sportivo che si avvia a compiere 100 anni: vogliamo ‘festeggiarli’ in serie B?
E’ necessario che Firenze, attraverso chi occupa ruoli di comando amministrativo, ottenga risposte precise sulle intenzioni di Commisso. Vuole rilanciare? Vuole vendere? Nel secondo caso, c’è la possibilità che la politica e l’amministrazione fiorentina possano aggiungere il proprio contributo, in termini di sondaggi? Oppure Commisso ha intenzione di fare quello che tutti considerano necessario, cioè interrompere il depotenziamento sistematico dello staff dirigenziale? Anche se in ritardo, sta pensando di aggiungere una figura che abbia esperienza e sia rispettata da un gruppo di giocatori che si sente libero di fare tutto, o quasi, quello che gli passa per la testa? Ciò che abbiamo visto con l’episodio del rigore, unito alla mancata stretta di mano del capitano Ranieri con Vanoli e la smentita social di Gudmundsson nei confronti del proprio allenatore, non ha precedenti nella lunga storia della Fiorentina e insistiamo, solo all’interno di un gruppo che non ha più riferimenti possono succedere cose del genere senza che ci siano le necessarie conseguenze.
Ma decise da chi? Siamo curiosi di vedere quali saranno _ se ci saranno _ le scelte ‘drastiche’ annunciate dal Ds Goretti, che ha certamente responsabilità perché è stato vice di Pradè nella costruzione di questo gruppo e per la prima volta si trova a dover riempire un ruolo così impegnativo in un club di serie A. In una situazione esplosiva. Siccome non vogliamo infierire, proprio perché ci siamo stufati, è perfino inutile ricordare come il Dg Ferrari viola abbia più volte descritto a parole scenari di unità o di svolta che poi non si sono mai avverati. Anzi.
Le istituzioni si devono muovere e corre il pensiero a quando la Fiorentina visse il fallimento Cecchi Gori: il sindaco Domenici scese in campo e si adoperò per trovare il successore in un contesto molto più drammatico di questo. Non siamo per fortuna in una situazione del genere, è arrivato però il momento di interrompere questa desolante discesa verso la retrocessione, che è evidente a tutti e non solo perché le statistiche precedenti ci ricordano che mai nessuna squadra si è salvata senza aver vinto una partita nelle prime 14. Più ancora, fa paura l’assenza di prospettive insieme alla sensazione che niente possa interrompere il declino. Serve una scossa e purtroppo da sola la Fiorentina non sembra in grado di darsela. Dopo tanti e inutili appelli fatti ai tifosi, ci permettiamo perciò di aggiungere il nostro: è il momento che Firenze si muova e cerchi di capire la verità attraverso i suoi rappresentanti istituzionali, prima che sia troppo tardi, se non altro per ottenere una risposta concreta da chi detiene il tesoro sportivo che più ci sta a cuore.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 2/07 del 30/01/2007
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
© 2025 firenzeviola.it - Tutti i diritti riservati
