Fiorentina e l’attacco che non segna: l’analisi dei dati racconta il paradosso

Il calcio, si sa, è fatto di paradossi, ma quello che sta vivendo la Fiorentina in questo inizio di stagione 2025/2026 ha i contorni di un vero e proprio enigma. La squadra di Stefano Pioli, forte di un mercato che ha portato al Viola Park tre attaccanti di primo livello, si trova ad affrontare una realtà sorprendente: nessuno dei tre, al fischio della quarta giornata, ha ancora trovato la via della rete in campionato. Un blocco offensivo che stride con le ambizioni della società e con il valore dei singoli, e che ha già acceso un dibattito rovente tra gli addetti ai lavori e i tifosi, i quali si chiedono quale sia il vero problema di un reparto che sulla carta dovrebbe essere tra i più prolifici del torneo.
L'attacco viola: un tesoro potenzialmente da sbloccare
Moise Kean, la conferma e il bivio
Al centro di questo dilemma tattico c'è Moise Kean. Dopo una stagione 2024/2025 che lo aveva consacrato tra i migliori marcatori della Serie A con 19 gol e 3 assist, il giovane attaccante si trovava di fronte al più classico dei bivi: confermare il suo exploit o rimanere un "one-season wonder". La Fiorentina ha puntato forte su di lui, affidandogli le chiavi dell'attacco.
Kean ha giocato 7 partite di Serie A da titolare, sostituito solo nell’ultima di campionato a favore di Piccoli, un segnale inequivocabile della fiducia del tecnico e del club nei suoi confronti. La sua importanza non è limitata solo ai gol: l'anno scorso era stato un leader in campo, un attaccante che sapeva ricevere i cross, proteggere palla e fare un pressing asfissiante che spesso si traduceva in gol o occasioni pericolose. Le sue quote come marcatore, su siti di scommesse come SNAI, erano sempre basse, infatti.
Il suo ruolo era quello di un "classico attaccante" con una notevole forza fisica e un'abilità nel vincere duelli aerei. Tuttavia, i numeri di questo inizio stagione in campionato parlano chiaro: un solo gol contro la Roma, una casella che lo costringe a un'inaspettata riflessione sul suo ruolo e sulla sua efficacia.
E se in Conference League aveva sbloccato la sua stagione tirando e causando l’autogol sul primo dei tre gol nel 3-0 in trasferta contro il Polissya, e fornendo un assist per il 2-0 di Gosens, la sua successiva espulsione nel primo tempo della stessa partita per una gomitata di reazione a una provocazione ha mostrato un lato ancora da limare del suo carattere.
Per lo meno, nella pausa per le qualificazioni Mondiali 2026 di ottobre ha dato segni di vita, aprendo le marcature contro l’Estonia.
Roberto Piccoli, l'investimento del futuro
La campagna acquisti estiva della Fiorentina aveva rappresentato un chiaro segnale delle ambizioni del presidente Rocco Commisso, con un saldo negativo, che dimostrava la volontà di investire per competere ad alti livelli.
L'acquisto più oneroso è stato quello di Roberto Piccoli, prelevato dal Cagliari per 25 milioni di euro più bonus. Un investimento importante per un giocatore che lo scorso anno è stato il primo italiano nato nel XXI secolo a raggiungere la doppia cifra in Serie A con 10 reti.
Il suo arrivo è stato visto come la soluzione ideale per offrire a Pioli un'alternativa a Kean, un attaccante con caratteristiche simili, in grado di agire sia da titolare che di subentrare senza compromettere i principi di gioco.
Piccoli ha già avuto diverse occasioni in campo, partendo titolare al fianco di Kean in due occasioni e subentrando a Dzeko e Kean in un'altra. Nonostante la fiducia mostrata e l'impegno, anche il suo bilancio in campionato resta a secco, contribuendo al dilemma realizzativo della squadra. Sei presenze in campionato, 273’ minuti e zero gol. Ha segnato in Coppa Italia e Conference per un totale di due reti.
Edin Dzeko, il "maestro" a parametro zero
L'arrivo di Edin Dzeko alla Fiorentina è stato un colpo a sorpresa, ma di enorme valore strategico. Sbarcato a Firenze a 39 anni a parametro zero, il veterano bosniaco ha firmato un contratto di un anno con rinnovo automatico a determinate condizioni, portando in dote un'esperienza e una leadership che pochi altri attaccanti possono vantare.
Dzeko non è il classico bomber da area di rigore, ma un "trequartista con il fisico di un centravanti", un giocatore capace di far reparto da solo, difendere palla e fare sponde intelligenti per i compagni.
La sua utilità va oltre il mero gol, anche se i numeri della scorsa stagione (46 gol in 99 presenze con il Fenerbahce) dimostrano che ha ancora molto da dare. Se in Serie A ha finora ricoperto un ruolo di alternativa e di subentrato, senza segnare, la sua importanza si è già fatta sentire in Europa.
Nel ritorno dello spareggio di Conference League contro il Polissya, con la Fiorentina sotto di due gol, Dzeko è entrato e ha segnato il gol del 3-2 finale che ha completato la rimonta, dimostrando di essere un "giocatore da partite di alto profilo". Un segnale forte che, nonostante l'età, può fare la differenza in momenti importanti. In campionato, però, in sei presenze non è andato mai a segno, è anche vero che è subentrato verso la fine in 5 occasioni ed è stato sostituito al 46’ contro il Napoli: in 92' complessivi giocati non ha forse avuto sufficienti occasioni.
Albert Gudmundsson anche lui a secco
Nell’ultima sfida di campionato contro il Milan, non è stato convocato titolare da Pioli, non perché avesse problemi fisici, ma per pura scelta tecnica. Subentrato a partita in corso a Fazzini, non è riuscito a dare forse la scossa che il tecnico avrebbe voluto. Cinque presenze in questa stagione, 294’ minuti giocati e zero gol. Le sue ottime prestazioni con la maglia della Nazionale, con cui ha ritrovato gol e assist, facevano ben sperare per un cambio di rotta che poi non c’è stato. Con la selezione nordica, Gudmundsson ha giocato più vicino all’area e attaccato con decisione la profondità, qualità che a Firenze non si sono ancora viste: in Serie A ha concluso una sola volta verso la porta. Pioli stesso lo aveva spronato pubblicamente, sottolineando come il doppio impegno con la Nazionale gli fosse servito per ritrovare ritmo e fiducia. Nella stagione 24/25 in Serie A su 24 presenze aveva collezionato 6 reti.
Le statistiche che non mentono (o forse sì?)
Se il calcio fosse solo una questione di numeri, la situazione della Fiorentina sarebbe preoccupante. Ma le statistiche, a volte, non raccontano l'intera storia. Analizziamo più nel dettaglio il contributo dei quattro attaccanti nelle uscite ufficiali della stagione:
Kean ha giocato 617’ minuti in campionato, e 44 in Conference ed ha 1 gol totale
Piccoil ha giocato 273’ minuti in campionato a 0 gol, ma su 90’ minuti giocati in Conference è andato a rete una volta, così come nei 77’ in Coppa Italia.
Dzeko ha giocato 91 minuti in campionato per 0 reti, ma su 110’ minuti in Conference è andato a segno.
Gudmundsson in 294’ minuti in Serie A ha solo regalato un assist, gonfiando la rete nelle qualificazioni di Conference nei complessivi 115’ minuti giocati.
Tutto ciò evidenzia un fatto inequivocabile: l'attacco della Fiorentina non è decisamente prolifico in Serie A. La mole di gioco prodotta non si è tradotta in reti delle 4 punte, ma la storia recente, suggerisce una fase di assestamento.
Un dato che alimenta l'ottimismo è che i gol sono arrivati in Europa, sia da Dzeko che da Kean, segno che gli attaccanti sanno come trovare la porta e che il problema non è un'assenza totale di efficacia, ma piuttosto un ritardo nell'adattamento al campionato.
Il nodo tattico di Pioli: un tridente per due posti?
Il problema non è solo una questione di singoli, ma risiede in un puzzle tattico ancora da comporre. Il modulo di riferimento di Stefano Pioli è il 3-4-2-1, che prevede una sola punta centrale o al massimo due, se il trequartista si alza a far coppia con il centravanti.
L'anno scorso, l'attacco viola era stato un punto di forza che aveva nascosto i problemi difensivi della squadra. Quest'anno, la mancanza di gol degli attaccanti lo sta trasformando in un punto di debolezza.
La sfida per Pioli è trovare il giusto equilibrio soprattutto tra i tre profili a sua disposizione. Dzeko e Kean, sebbene abbiano caratteristiche complementari, potrebbero pestarsi i piedi in alcune situazioni. Dzeko, con la sua visione di gioco, può agire da "punta di raccordo" e creare occasioni per i compagni. Moise Kean, d'altra parte, ha brillato l'anno scorso quando era il protagonista solitario dell'attacco.
La tentazione del tecnico potrebbe essere quella di tornare a un modulo che valorizzi di più il giovane attaccante italiano, rendendolo l'unico punto di riferimento offensivo. La coppia Piccoli-Kean, già sperimentata contro il Torino e contro il Como, non ha funzionato, ma questo non esclude che in futuro possa rivelarsi una scelta vincente. A Firenze, La discussione è aperta: la convivenza di tre attaccanti così diversi è un punto di forza o un ostacolo?
Le sfide e le speranze: tra Europa e campionato
La stagione della Fiorentina è un percorso che si snoda su due fronti: il campionato, dove la squadra naviga nelle zone basse della classifica, e la Conference League, dove il cammino è appena iniziato.
La rosa, ampiamente rinnovata in estate e rafforzata da giocatori di esperienza, ha l'obiettivo chiaro di lottare per le posizioni europee e, perché no, di ambire a traguardi ancora più prestigiosi. La Conference League in particolare è una vetrina per i giocatori e una potenziale fonte di fiducia per l'intera squadra.
La partita di ritorno contro il Polissya, con il gol decisivo di Dzeko, è stata un'iniezione di fiducia che ha dimostrato la capacità di reazione della squadra. Per seguire tutte le ultime notizie, le statistiche e i risultati della squadra, si può consultare la pagina ufficiale della società ACF Fiorentina.
In questo scenario, la rinascita dell'attacco è fondamentale. La pressione non è solo sui giocatori, ma anche su Stefano Pioli, chiamato a trovare la quadra tattica per sbloccare i suoi attaccanti e sfruttare al meglio la loro complementarietà.
Del resto, le quote e i pronostici sportivi si basano sull'analisi dei dati e sulla forma delle squadre, fattori che in questo momento non premiano la Fiorentina. Sarà il campo, e solo il campo, a dirci se la Fiorentina saprà invertire la rotta e trasformare un problema in una soluzione.
Un attacco da sbloccare, una stagione da salvare
La situazione è chiara: la Fiorentina ha un attacco con potenziale quasi illimitato, ma finora non sfruttato al massimo in Serie A. Il talento di Kean, la determinazione di Piccoli e l'esperienza di Dzeko sono un tesoro ancora da sbloccare, una risorsa che, se messa a frutto potrebbe cambiare le sorti della stagione.
L'assenza di gol in campionato è un campanello d'allarme, ma le reti in Conference League indicano che il potenziale è latente e pronto a esplodere. Sarà la capacità di Pioli di gestire la rotazione, di trovare il giusto equilibrio tattico e di far coesistere i suoi tre gioielli a determinare il successo.
L'obiettivo non è solo vincere, ma farlo con un'identità precisa, che passa inevitabilmente per i gol dei suoi attaccanti.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 2/07 del 30/01/2007
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
© 2025 firenzeviola.it - Tutti i diritti riservati
