CASTRO, Non eravamo solo Vlahovic. Lucci...

CASTRO, Non eravamo solo Vlahovic. Lucci...FirenzeViola.it
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venerdì 25 febbraio 2022, 14:58News
di Redazione FV

Il centrocampista di proprietà della Fiorentina, Gaetano Castrovilli, ha parlato così a Fanpage: "Da gennaio sto molto meglio. Ognuno di noi vive dei periodi non positivi ma da gennaio sto bene. Ho visto una luce in fondo al tunnel e sto meglio sia fisicamente che mentalmente. Ogni giorno miglioro e cerco di ritornare il vero Castro. Partita dopo partita si cresce e si affrontano anche i periodi meno belli. La fiducia è fondamentale per un calciatore, da parte dei compagni e della società. Sto lavorando con una mental coach per migliorarmi: spesso si crede che bisogna affrontare queste situazioni solo quando le cose non vanno ma non è vero, bisogna essere attenti a queste dinamiche soprattutto quando stiamo bene".

Quali sono le principali differenze tra la Viola degli anni scorsi e quella di quest’anno?
"Il merito principale è del mister che, secondo me, può diventare un grande a livello internazionale. Riesce a far giocare bene la squadra e a tirare fuori il meglio da noi. Rispetto a prima? Facciamo questo pressing in avanti che a noi mancava da tempo e questo ci permette di difendere attaccando".

Quanto ha inciso la vicenda Vlahovic nel vostro spogliatoio?
"Secondo me non ha inciso. Lui era il nostro attaccante, ci ha portato tanti punti, ma la Fiorentina non era Vlahovic. La Fiorentina siamo tutti noi e anche grazie al gioco che ci ha dato il mister Vlahovic ha fatto 17 gol. Noi gli abbiamo augurato il meglio, ci dispiace che un calciatore forte come lui sia andato via. Qui è cresciuto tanto, ma non possiamo sapere il futuro di ognuno di noi dove ci porta".

Hai fatto spaventare dopo l’impatto contro il palo a Genova: ricordi un'istantanea, una sensazione di quei momenti?
"Non sono riuscito a fermarmi perché il campo era troppo bagnato e sono finito sul palo. Io volevo anche provare a continuare ma il dottore mi ha fermato. Sono stato qualche giorno in ospedale per rimettermi, una cosa non gravissima ma poteva andare molto peggio".

Da qualche giorno fai parte della scuderia di Alessandro Lucci: cosa porta un giocatore a cambiare agente?
"Per modificare il percorso di una carriera c’è bisogno di cambiare. Io avevo questo bisogno, anche per me stesso, e tante volte il cambiamento aiuta a creare nuovi percorsi e porsi nuovi obiettivi. Il mio vecchio procuratore mi ha dato tanto e mi ha fatto crescere ma sentivo che avevo bisogno di cambiare qualcosa".

La vittoria dell’Europeo è stata incredibile per tutti gli italiani: cos’hai provato a viverla da dentro?
"In ritiro si sentiva già qualcosa, si respirava nell’aria e nella nostra vita di tutti i giorni. Tutto merito di un gruppo fantastico che ha portato alla vittoria una nazione intera. C’era un feeling tra noi fantastico, ci abbiamo creduto dal primo momento. Anche perché, non dobbiamo prenderci in giro, non ci credeva nessuno. Far parte di un gruppo così ti lascia grandi emozioni e ti permette di crescere. Lavorando con i più forti si migliora. Mi è mancato essere un po’ più protagonista, ma quei giorni li porterò sempre con me".

Quanto pesa portare la numero 10 della Viola?
"È una maglia che ti dà tanta responsabilità. Qui l’hanno portata calciatori straordinari ma non sento il peso della 10. Per me è sempre stato un numero importante e da piccolo, quando giocavo nei tornei rionali, io giocavo con la squadra che mi dava della numero 10. Sono innamorato di questo numero, di quello che significa e sono onorato di portarla qui. Detto ciò, non è importante il numero che si porta sulle spalle ma la prima cosa è onorare la maglia al massimo".