C'E' PAZZINI, Amauri non serve

Proponiamo l'ultimo articolo di Xavier Jacobelli, direttore di Quotidiano.net. Il noto giornalista analizza il momento della Nazionale.
30.03.2009 15:53 di  Redazione FV   vedi letture
Fonte: quotidiano.net
C'E' PAZZINI, Amauri non serve
FirenzeViola.it

Cassano non c'è, ma il Montenegro non è amaro per i campioni del mondo che, sia pure soffrendo, superano l'ostacolo di Podgorica con una prova senza fronzoli e tutta concretezza. Pirlo ritorna ai massimi livelli e la Nazionale se ne giova subito. De Rossi gli tiene bordone, Palombo non stecca anche se Cannavaro rischia l'espulsione per correggere un errore del doriano. Peccato per Di Natale, decimo infortunato eccellente di un gruppo comunque più forte di tutto. Il Montenegro occupa il n.112 della classifica mondiale perchè la sua squadra ha appena tre anni di vita e agli azzurri strappa una sola occasione da gol, neutralizzata strepitosamente da Buffon, ma il suo pubblico, così civile e sportivo da applaudire anche l'inno di Mameli, è già un numero uno. Lippi vanta oltre il 75% di risultati positivi nelle eliminatorie mondiali (questa è la vittoria n.4 su cinque gare del girone verso Sudafrica 2010) e si capisce perchè. Ha gestito male il caso Cassano, perchè se avesse spiegato le ragioni dell'esclusione di Totò, ci avrebbe guadagnato anche in tranquillità, ma chi se ne importa. La Nazionale viene prima di tutto e questa vittoria è troppo importante, anche perchè consente di portare a due i punti di vantaggio sull'Irlanda di Trapattoni che, mercoledì a Bari, sarà comunque un osso duro.

La notte di Pdogorica è la notte di Giampaolo Pazzini, 24 anni, in gol all'esordio con la maglia azzurra: un sogno che si avvera per l'ex viola ceduto a titolo definitivo alla Samp in cambio di 9 milioni di euro. Ora Pazzini ne vale almeno il doppio e Marotta può bearsi del colpo dell'anno. Due mesi fa, Pazzini era l'ombra di se stesso; due mesi dopo ha cambiato la Samp e la sua carriera, ha messo la propria firma in calce ad un successo molto più pesante di quanto non possa sembrare, per un'Italia che prosegue lungo la strada del rinnovamento nella continuità. E che non ha bisogno né di Amauri né di altri oriundi per caso. Come dice Gattuso, la maglia dei campioni del mondo prima si ama e poi si merita. Come fa Pazzini.