BONAVENTURA, Siamo in buone mani, ci divertiremo

20.11.2021 13:00 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
BONAVENTURA, Siamo in buone mani, ci divertiremo
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© foto di Image Sport

Il centrocampista della Fiorentina, Giacomo Bonaventura, ha rilasciato un'intervista a DAZN: “Non penso più di tanto a quello che gli altri pensano di me, bisogna cercare di essere se stessi. Non sono timido ma riservato, mi piace tenere le cose private per me. Poi il lato calciatore è giusto venga fuori”.

Adesso che ha fatto 300 presenze in A si sente un gran giocatore?
“Ho sempre creduto di poter giocare tanti anni in Serie A. Ho esordito a 18 anni, poi in mezzo c’è stata tanta costanza: mi sento ancora bene, in forma, e spero di poter fare tante partite”.

Cosa le piace di più del ruolo di mezzala?
“Quando uno va in avanti per attaccare, inserendosi e tirando in porta. Però anche il gioco sporco in mezzo al campo mi dà molta carica”.

Quest’anno si diverte di più, visto il gran possesso?
“Sì, teniamo tanto la palla, io aiuto più in costruzione che in fase finale”.

A scoprirla è stato Antonio Bongiorni…
“Mi teneva già sott’occhio durante i provini con l’Atalanta, dove inizialmente non mi avevano preso perché ero ancora piccolo fisicamente. Poi dopo l’esperienza con Antonio sono migliorato parecchio… Lo ringrazierò sempre”.

Una sua caratteristica è che gioca tanto col corpo, ci spiega come?
“Quando mi arriva la palla, se non ho troppa pressione e posso spostarla cercando spazio, credo sia difficile per il difensore togliermela. E’ importante tenere la palla lontana e abbassarsi un po’ per farsi più spazio. Altrimenti, se il pressing è forte, meglio scaricarla alla difesa”.

Se dovesse tatuarsi le coordinate di un posto a Firenze, come Borja Valero con Ponte Vecchio, quali sceglierebbe?
“Mi piace tanto Piazzale Michelangelo, è una zona bellissima perché si vede tutta Firenze. Che è strepitosa. Se poi uno è amante dell’arte, la città risulta davvero speciale. Anche la gente è incredibilmente appassionata, il che è un punto a nostro vantaggio”.

Già a Padova si capiva che Italiano sarebbe diventato un suo allenatore in futuro?
“In campo era tatticamente attento, richiamava tutti… Ce l’aveva dentro. Quest’anno il nostro modo di giocare è cambiato tanto, facciamo divertire la gente e abbiamo ancora margini di miglioramento: siamo in buone mani”.

Lei utilizza tante volte il doppio passo…
“Lo faccio per liberarmi dell’avversario, è utile sia per la finta che per quando metti giù il piede dandoti la spinta e cambiando passo. Serve per uscire un po’ dal traffico”.

Questa sua riservatezza è entrata nel cuore anche dei tifosi del Milan?
“Beh, quelli in rossonero sono stati comunque sei anni intensi e sono contento di quello che ho fatto, così come del rapporto con la tifoseria che ha apprezzato il mio essere. Non mi sono mai risparmiato, in tutte le squadre in cui sono stato”.

Qual è oggi il suo sogno?
“Di sogni ben precisi non ne ho, penso solo che sia importante vivere la vita e lo sport dando il massimo, cercando sempre di crescere sia a livello personale che a livello sportivo”.