ABETE, Necessario investire nelle infrastrutture

24.06.2020 20:40 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
Fonte: TMW Radio
ABETE, Necessario investire nelle infrastrutture

Giancarlo Abete, ex presidente della FIGC, ha così parlato ai microfoni di TMW Radio, nel corso della trasmissione Stadio Aperto, condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Importante che si parli di calcio, di risultati, di competitività ed aspettative. Ci divertiamo tutti nella logica di vedere e valutare, era fondamentale ripartire".

Il futuro passa dalle infrastrutture?
"Nel calcio è una necessità, un problema di cui si parla da anni. Non abbiamo ottenuto gli Europei del 2012 e del 2016 proprio per problemi infrastrutturali, e purtroppo non si sono fatti grandi passi avanti. Siamo un paese che coglie l'occasione dei grandi eventi per rifare gli impianti. Oggi c'è necessità di investire, di programmazione e di lavori, e quindi anche il mondo dello sport può svolgere la sua parte".

La FIGC ha dato le linee guida per estensione delle scadenze al 30 giugno. Provvedimento tardivo?
"No, non è tardivo. Anche quando si parlava di ridurre gli stipendi dei tesserati e il ruolo dell'AIC, beh, questo è un sindacato che porta avanti battaglie generali e gestisce le regole alla base dei rapporti, ma ciascuno di questi si instaura tra società e tesserato. Non si poteva pensare che AIC facesse accordi-quadro su contrazione e riduzione stipendi per il Covid, anche per quella delle estensioni dei contratti è simile: non ci sono ricette magiche, né soggetti che possono interferire su certi rapporti".

Deve cambiare qualcosa anche nella Lega Serie A?
"Non sono problemi di norma, anche durante il commissariamento sentivo di norme salvifiche, ma è illusorio pensare che uno statuto determini regole di condivisione tra le società. Quello è un documento, uno strumento, ma la Lega al suo interno ha venti club, con interessi diversificati, e ci vuole lo spirito giusto. Secondo me Dal Pino ha fatto bene negli ultimi mesi, non ho condiviso quanto proposto sul blocco retrocessione, antitetico rispetto a quanto si diceva. Per pensare al futuro ci vuole equilibrio, consapevolezza delle differenze e lo spirito giusto. Vanno valutati anche i pesi ponderati della Lega A in relazione a quelli elettorali, ma non è il problema se conti il 18 o il 25%: c'è una legge dello Stato che prevede uguale dignità tra dilettanti e professionisti".

Lei già nel 2013 parlava della necessità di stadi nuovi.
"Abbiamo rifatto gli stadi nel periodo in cui non c'era ancora la dimensione qualitativa dell'accoglienza allo stadio, ma si puntava ancora tutto sulla quantità, e parlo dei Mondiali del '90. Abbiamo anche grandi problemi urbanistici, perché gli stadi sono stati rifatti solo dove precedentemente ubicati, e quindi ora che si parla di Milano parliamo comunque di una realtà che sta intorno ai 200 metri. Da una parte queste cose ci devono preoccupare, perché a volte il paese non è in grado di dare l'accelerazione, ma dall'altra mi fa sentire giovane, perché certe problematiche non passano mai di moda".