A FIRENZE LA ROMA NON PASSA E, PER IL SUO COMPLEANNO, I REGALI LI HA FATTI FREY.MA QUESTA FIORENTINA NON MUORE MAI.
Si potrà dire che, ai punti, dal ring, sarebbe uscita vittoriosa la Roma. Si potrà obiettare che, non fosse stato per i miracoli in serie di Frey, il primo tempo si sarebbe chiuso con un passivo pesante quanto un macigno. E si può, infine, riflettere sul fatto che la Fiorentina, fosse stata un po’ più furba e cinica, avrebbe rilanciato la propria candidatura alla Champions con due risultati diversi fra Palermo e Roma. Ma non si può certo negare ai viola di aver ampiamente dimostrato quanto sia “duro a morire” questo immenso spirito gigliato costruito giorno dopo giorno da Prandelli. Quando Dainelli ha abbandonato il campo in molti si devono essere messi alla ricerca di un casco o di qualsiasi altro riparo. La prima frazione di gioco dei giallorossi ha ricordato in modo fedele la ripresa della gara d’andata. Quando i centrocampisti della Roma pimbavano impazziti su un impotente Frey. Eppure, merito del calcio che come la vita toglie e restituisce, oggi è stato proprio il portierone transalpino a suonare la carica, caratteriale, dei suoi. Perchè miracolo dopo miracolo Frey ha rimandato a data da definirsi i gol di Perrotta, Taddei e Mancini consentendo al resto della squadra di poter credere di reggere all’urto. Una sorta di parallelo con la sofferenza che ha contraddistinto l’avvio della stagione della Fiorentina. Come a testimoniare che, se non è una missione impossibile, questa squadra non si esalta. Psicologicamente abbattuta da un dominio pressochè totale per tutti i primi 45 minuti, la squadra di Prandelli è rientrata in campo per un secondo tempo a tratti epico. Blasi ha cominciato a ridefinire gli spazi in un centrocampo dove, suo malgrado, Liverani era stato divorato. La rabbia e l’antipatia, (a proposito...qualcuno spieghi a Mexes che il mediano, per definizione, deve essere di tutto in campo fuorchè simpatico), del numero 17 viola ha rappresentato bene la voglia di non mollare di tutti i viola. Montolivo non avrà ricamato calcio champagne, ma ha riempito il mulino gigliato con decine e decine di palloni recuperati. Mutu si è riscoperto persino terzino di fascia andando a coprire anche gli spazi ai limiti della bandierina. E se Toni, al quale comunque è difficile accollare responsabilità con una difesa avversaria così attenta, lo avesse visto partire a campo aperto, nel finale di gara, chissà cosa sarebbe potuto succedere. Forse quello che sarebbe successo se la punizione di Pasqual non avesse interrotto la propria corsa tagliata sul palo. Nessuna recriminazione, per carità, la Roma aveva dalla sua decine di palle gol.
Ci deve essere stato un momento in cui Totti e compagni, tra loro sicuramente il più colpito deve essere stato Perrotta, si sono domandati se Frey ce l’aveva con loro o meno. E menomale che, nonostante il compleanno, il biondo numero uno ha deciso di elargire a tutto spiano regali, ai tifosi, invece di riceverne. Certo, si dirà che adesso la corsa Champions è definitivamente archiviata, ma quanto è cambiato il campionato della Fiorentina con questi due pareggi? Non molto, se la Uefa è e rimane un’attuale certezza, e se il distacco dalla quarta, il Palermo che non vince più, è salito da 7 a 10 punti (con una partita da recuperare a Parma). Smettere di sognare, per chi l’ha fatto, francamente, non avrebbe molto senso. Allora ecco l’importanza del sottolineare la compattezza e la mentalità di questo gruppo. Che non ha mai sventolato bandiera bianca di fronte a un avversario che, per almeno un’ora, ha giocato nettamente meglio. Nella giornata in cui, tecnicamente, i ragazzi di Prandelli hanno subito la tecnica altrui, hanno saputo sopperire con una straordinaria dose di carattere, di volontà, di abnegazione e agonismo. Una dimostrazione, dopo quella di Palermo, di ennesima crescita. E non è un caso se lo stesso Prandelli al novantesimo ha confermato di continuare a stupirsi di fronte a questa squadra. Con due “prime della classe” i viola non hanno fatto bottino pieno, obiettivo supremo per tutti coloro che vorrebbero vedere la Fiorentina vincere sempre e comunque, ma hanno definitivamente mostrato i muscoli a tutti. Se il futuro passa anche e soprattutto da questa stagione di ostacoli impossibili, non ci sarà da stupirsi se, già tra qualche mese, questa squadra sarà ancora più forte. Dalle sofferenze si esce sempre più forti, è una legge di vita. Lo hanno insegnato i ragazzi di Prandelli a inizio stagione, dovendo farsi un mese e passa di rincorsa per ritrovarsi solo a quota zero, lo hanno ribadito oggi mentre Frey volava come un dannato e Dainelli pestava senza lucidità. In quel momento, in cui la montagna sembrava impossibile da scalare e la slavina in arrivo, la Fiorentina ha rialzato la testa. Ha probabilmente accantonato l’idea del bel gioco e ha cominciato a tirare fuori gli attributi, agonisticamente parlando si capisce. Non è stata una vittoria in classifica, ma nello spogliatoio tutti si sono complimentati con tutti. Non era facile uscire fra gli applausi oggi, e i viola ci sono riusciti. Di certo, quelli che piovevano dalla Fiesole, non erano per l’arbitro Paparesta.