OCCHI PUNTATI SU "Prandelli e quella strana rassegnazione"
“Peccato essersi demoralizzati dopo il pareggio…” E ancora: “Abbiamo avuto poca voglia di crederci ancora…”. No, ci spiace ma questo non è il vero Prandelli. Il vero Cesare Prandelli, ammesso e non concesso che pensasse veramente questi concetti, in condizioni normali avrebbe usato altri termini e soprattutto avrebbe avuto un'altra faccia, un'altra espressione. Sia chiaro, non gli avrebbe certo fatto difetto stile e signorilità (noblesse oblige) ma il messaggio sarebbe arrivato più chiaro, più diretto, meno edulcorato. Il Prandelli che si è presentato ieri sera davanti ai microfoni con il cadavere ancora caldo (leggi eliminazione dalla Tim Cup) era una persona che aveva accettato con serafica rassegnazione l’accaduto e che forse (e ripetiamo forse per non essere tacciati di dietrologia spicciola) non se ne doleva più di tanto.
Proviamo allora a leggere tra le righe… Certo, saremmo stati contenti di passare il turno, siamo la Fiorentina… però con una competizione in meno avremo più tempo per preparare le prossime partite, rischieremo meno infortuni e potremo concentrarci sulla conquista del quarto posto… E ancora: Non posso chiedere di più ai miei giocatori, la voglia era quella che era, e poi ci sono mancate le forze. Non è facile giocare ogni tre giorni… Ecco, messa così ci sembra tutto un po’ più verosimile. E’ una nostra interpretazione, certo, ma crediamo che non sia troppo lontana dalla verità. Del resto basta aprire la porta dell'infermeria, per trovare solo posti in piedi. Dainelli e Ujifalusi acciaccati ed in forte dubbio per domenica contro il Milan (che non è il Roccacannuccia), Liverani più no che sì dopo l'infortunio di quattro giorni fa, Mutu e Santana tenuti a riposo precauzionale... Giova poi ricordare come Corvino (di concerto con Prandelli e con la società) sia stato chiaro a più riprese: “La dimensione della Fiorentina è questa, noi investiamo il 60% del fatturato nel monte ingaggi (adesso è di 17 mln. di euro netti che fanno 34 al lordo n.d.r), scordatevi che la proprietà ricapitalizzi come ha fatto l’Inter (Moratti poche settimane prima aveva ripianato il deficit nerazzurro con 206 mln. di euro versati così, brevi manu). Quando crescerà il fatturato, cresceranno gli investimenti” .
Domanda: come può crescere il fatturato della Fiorentina? Con i biglietti venduti? Con il merchandising? Con il reperimento di sponsor più generosi? Briciole, buone da dare in pasto ad interlocutori creduloni e visionari. Il fatturato cresce con i diritti TV, che non sono quelli della Lega bensì quelli dell’Uefa. Ergo, raggiungendo la qualificazione alla prossima Champions League. E allora torniamo all’espressione stranamente rassegnata di Prandelli, con il mister che, ne siamo certi, è programmato nella sua mente verso un solo obiettivo: la Champions League, sempre e solo la Champions League. A metà febbraio, poi, ritorna anche la Coppa Uefa e anche in questo caso bisognerebbe fare un discorso a parte (più o meno comunque vale ciò che abbiamo detto per la Coppa Italia). Vogliamo scommettere che se il 21 febbraio la Fiorentina verrà eliminata dal Rosenborg, in sala stampa si presenterà un Prandelli con la stessa aria di ieri sera, un misto di malcelato dispiacere e serafica rassegnazione? Quattro giorni dopo ci sarà la Roma all’Olimpico, il mercoledì successivo il Livorno al Franchi e il 2 marzo faremo visita alla Juventus... Qualcuno avrà ancora voglia di piangere su un po’ di latte norvegese versato?