"OCCHI PUNTATI SU", L'emergenza viola. Quanto pesa, sulla testa e sulle gambe, la Coppa UEFA?
"E’ vero, siamo in emergenza”. La frase non è nostra, bensì del mister Cesare Prandelli. Come dargli torto. Contro l’Udinese mancavano Ujifalusi e Gamberini in difesa (con Dainelli al 50%), e Montolivo a centrocampo è la controfigura di se stesso con (sempre parole di Prandelli) un disperato bisogno di riposare per allenarsi e recuperare la migliore condizione. Il riferimento è, ovviamente, al tempo perduto quest’estate, quando il talento di Caravaggio si è presentato a Castelrotto in sensibile ritardo (autorizzato) a causa degli impegni europei dell’Under 21 (idem dicasi per Pazzini). A questo proposito siamo certi (anche se non lo ammetterà mai) che il tecnico di Orzinuovi abbia accolto con favore la mancata convocazione di “Montolo” per la nazionale impegnata sabato 17 contro la Scozia. Alla pari di Mutu e Ujifalusi (che risponderanno pro - forma alla convocazione delle rispettive nazionali per poi essere rimandati a casa), Riccardo avrà modo di seguire una tabella di allenamento personalizzato che gli permetterà ben presto di tornare a…”miracol mostrare”.
Tornando all’emergenza cito Santana, che dovrebbe rientrare dopo la sosta, Pazzini che è uscito dal campo zoppicante, Jorgensen, appena rientrato ma indietro di condizione (giocoforza) e lo stesso Mutu che, come si dice in gergo, “ha tirato la carretta” palesando da qualche settimana una brillantezza inferiore al suo formidabile standard. Il risultato più scontato è stata la prima sconfitta della stagione, fra l’altro maturata contro un avversario in grandi condizioni, nella partita (ancora una volta parole e musica di Prandelli) più difficile dall’inizio della stagione. Che il tecnico viola avesse annusato il pericolo? E soprattutto: qual è la causa di tutto questo? La risposta più scontata è quella che fa riferimento ai tanti (troppi?) impegni che la squadra deve supportare e sopportare. Aggiungiamo che fra circa un mese (il 5 dicembre) comincia per la Fiorentina anche la Coppa Italia e la parola emergenza trova una sua plausibile ragione di essere pronunciata.
La rosa viola consta di 28 giocatori fra titolari, riserve, e qualche giovane (alcuni mai utilizzati come Lupoli ed i due ceki Hable e Mazuch); come numero ci siamo, ci sono parecchi doppioni, e questo è sicuramente utile per gestire al meglio il doppio impegno coppa – campionato. Di contro manca totalmente il tempo per allenarsi e gli infortuni sono sempre dietro l’angolo. Spesso il calcio si decide sugli episodi, è vero, e la partita con l’Udinese non sfugge a questa regola; il proverbio parla chiaro: “dei se e dei ma son piene le fosse” ma SE fosse entrato il colpo di testa finito sulla traversa di Montolivo, sarebbe stato tutto probabilmente diverso. La realtà, però, ci dice di una squadra stanca, poco brillante, che magari vola in coppa dove la valenza degli avversari è minore, ma soffre in campionato e già le prove, seppur vittoriose, con Napoli e Lazio avevano fatto suonare qualche campanello d’allarme. Un esempio per tutti: ricordate i 120 minuti più rigori contro il Groningen? Neanche 72 ore dopo c'era il big - match con la Juventus e in quell'occasione la dea bendata ci dette una mano (non ce la dette l'arbitro è vero, ma la squadra mostrò la corda per tutta la partita). Comunque prima o poi doveva accadere e sposiamo in pieno la tesi del mister che si è detto disposto a perdere una partita ogni sei mesi.
Concludiamo con un avviso ai naviganti (leggi lo staff tecnico e dirigenziale viola): va bene la coppa Uefa, va ancora bene la Coppa Italia (entrambi palestre importanti e occasione imperdibile per i desaparecidos viola, vedi Vanden Borre, Lupoli, Hable, Mazuch, Di Carmine…) ma non perdiamo di vista l’obiettivo principale: la qualificazione in Champions League. Dopo la sosta c’è la Reggina in trasferta, l’Aek Atene in Grecia e l’Inter a Firenze. Si ricomincia col tour de force, speriamo che nel frattempo sia finita l’emergenza.