"AMARCORD", Quando Baggio battè Futre ai rigori

Che notte quella notte. Lo stadio era quello di Perugia e i 30.000 accorsi da Firenze spinsero quel rigore , calciato da Roberto Baggio, nell'angolo più lontano, dove il portiere avversario non poteva arrivare...e fu il trionfo.
20.09.2007 02:17 di  Stefano Borgi   vedi letture
Era il 27 settembre del 1989 e Roberto Baggio si presenta sul dischetto per il rigore decisivo. Era la sera di Fiorentina – Atletico Madrid, primo turno di Coppa Uefa 1989-90, e dovevano essere circa le 23.20, quando il “divin codino” mise il pallone su quel circoletto disegnato dal gesso. “Non sbaglia mai…stai a vedere che stavolta…” “Se segna mi converto al buddismo, lo giuro” “Mamma mia, non ce la faccio più, ma quando finisce?” .
Fra i tifosi la tensione è alle stelle. Fischia l’arbitro finalmente, Roberto calcia e toglie la ragnatela dal sette, alla destra del portiere madridista, Molina. E’ finita, grazie al cielo.
 
Qualcuno dirà…era solo un primo turno. E’ vero, come dargli torto, tanto più che la Fiorentina in quell’edizione arriverà addirittura in finale, quindi…perché tanta enfasi per un normale, routinario primo turno? E’ presto detto: innanzitutto perché oggi, dopo sei anni vissuti pericolosamente (leggi fallimento, C2, calciopoli), la Fiorentina ritorna sul palcoscenico europeo affrontando un impegno, apparentemente agevole ma a mio parere ricco d’insidie. L’avversario dell’epoca poi, era l’Atletico Madrid del portoghese Paolo Futre, squadra quotatissima che infatti, ci piegò all’andata per 1-0 e che cedette solamente ai calci di rigore, in un catino di Perugia ribollente di tifosi in delirio. Dulcis in fundo perché quello fu un primo turno che dette il via ad un cammino a dir poco emozionante, costellato di avversari di rango (basti pensare alla Dinamo di Kiev del colonnello Lobanovsky, piuttosto che al temibile Werder Brema, affrontato e battuto in semifinale), e che pose finalmente la squadra viola all’attenzione del calcio europeo. E’ corretto comunque dire che a parte quell’edizione (ne tralasciamo l’esito finale per ovvi motivi), la Fiorentina non ha mai avuto molta fortuna in Coppa Uefa. Ricordo a questo proposito tre eliminazioni clamorose: la prima nel 1977 quando ai viola fu inflitto lo 0-3 a tavolino contro i tedeschi dello Shalke 04 per aver schierato un tesserato, Casarsa, sul quale pendeva una vecchia squalifica. La seconda nel 1982, quando la Fiorentina vice – campione d’Italia di Antognoni, Bertoni, ed il neo acquisto Passarella fu ingloriosamente sbattuta fuori al primo turno dai rumeni dell’Universitatea di Craiova (addirittura subendo un netto 3-1 in Romania). Infine l’eliminazione più assurda, grottesca, ridicola e cioè quella subita il 3 novembre 1998 in seguito al petardo di Salerno (ironia della sorte lanciato contro un giocatore viola). Anche in quell’occasione 0-3 a tavolino e Fiorentina squalificata per responsabilità oggettiva.
 
Ecco perché quel primo turno contro l’Atletico Madrid riveste un significato particolare. C’era tutto quella sera: un avversario qualificato, l’ambientazione da corrida del “Renato Curi” di Perugia, l’epilogo ai rigori che come diceva quella tifosa di prima…non finivano mai, e Baggio che s’inginocchia sotto la curva viola. Per questo e per quello che verrà…auguri Fiorentina e bentornata fra le grandi d’Europa.
 
STEFANO BORGI