QUESTO NON E' CALCIO, Capi-tifo a confronto su FV

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16.02.2009 13:30 di  Marco Gori   vedi letture
QUESTO NON E' CALCIO, Capi-tifo a confronto su FV
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Avremmo voluto dedicare la copertina di oggi a ben altri argomenti, perché a noi piace scrivere di calcio, quello vero, quello giocato, ma di fronte a quanto accaduto ieri a Genova non possiamo chiudere gli occhi, le orecchie e la bocca. Si è parlato, forse anche giustamente, di “incidente” e di tragica fatalità. Ma non si può ignorare il contesto di tensione e violenza, che non ha -o meglio non dovrebbe avere- niente a che vedere con lo sport, in cui l’episodio in questione si è verificato. Firenzeviola.it ha pertanto voluto sentire il parere degli esponenti di alcune tifoserie italiane. A loro la parola:


Gianluca Tirone, conduttore de “La Voce della Nord”, la radio degli “Irriducibili" della Lazio

Tirone, come avete vissuto a Roma quello che è successo ieri sera a Genova?
"Per me si è trattato di un incidente che non ha niente a che vedere col tifo violento, in quanto non è stato innestato da un episodio particolare. Purtroppo questi incidenti capitano spesso, certo, forse i tifosi del Genoa, arrabbiati per l’arbitraggio e per il risultato, erano un po’ troppo vicini al pulmann, ma, anche da quanto dichiarato da alcuni giocatori della Fiorentina non mi pare si tratti di un’aggressione al loro pullmann"

Qual è, secondo lei, in generale, la situazione del tifo in Italia?
“Noi tifosi siamo una specie in estinzione, su cui è permesso operare ogni genere di esperimento, giuridico e non. Ammetto che in passato abbiamo commesso i nostri errori, però ora si usano due pesi e due misure. Si rovina la vita ad un ragazzo che scavalca una barriera mentre chi nella vita di ogni giorno commette reati ben più gravi esce di prigione dopo un giorno”

Quale soluzione ai mali del calcio?
“Bisogna tornare alla 'normalizzazione'. I provvedimenti presi dopo la morte dell’Ispettore Raciti non hanno più senso, perché quell’emergenza non c’è più. Impedendo ai tifosi di portare allo stadio striscioni e fumogeni non si fa altro che creare ulteriore tensione. Bisogna tornare a quello che è sempre stato il calcio, 90 minuti di passione e colore”

 


Walter Tanturli- ATF

Tanturli, lei ieri era a Genova, ricostruiamo insieme un po’ i fatti…
“Abbiamo vissuto in un certo senso l’accaduto in prima persona, visto che all’inizio pareva che fosse stato un pullman di tifosi ad investire il ragazzo, per cui molti vostri colleghi ci hanno contattato per saperne di più, ma noi eravamo totalmente all’oscuro di tutto perché procedevamo incolonnati e scortati, e quindi eravamo anche in un certo senso ‘tranquilli’. Ovviamente dispiace per una persona che rischia la vita per una partita di calcio, allo stesso tempo, ripensando alla partita, una tale veemenza da parte dei tifosi del Genoa mi pare ingiustificata. Ed in questo senso permettetemi di essere critico nei confronti di tutti voi addetti ai lavori che a volte dovreste usare un po’ più di cautela nel descrivere certi episodi che avvengono in campo. Non ho ancora capito bene la dinamica dell’accaduto, aspettiamo che chi di dovere porti a termine le indagini del caso, anche se mi sembra un episodio molto strano…"

C’è un rigurgito di violenza?
“La violenza secondo me c’è sempre stata e continua a covare sotto la cenere, poi magari bastano alcuni episodi a risvegliarla. Ad esempio non capisco come abbiano potuto permettere ai tifosi del Genoa di tenere esposto uno striscione sui ‘100’ di Roma. A Firenze non lo avrebbero permesso, e se fosse accaduto ci avrebbero dato minimo due giornate di squalifica”.

Esiste una ricetta a questa situazione?
“Una ricetta a tutti i problemi purtroppo non c’è. Forse l’unica soluzione, che da tifoso mi far star male solo a pensarci ma alla quale penso alla fine arriveremo, è quella di impedire del tutto le trasferte”.

 

Lorenzo Mulinacci, Presidente dei "Fedelissimi" del Siena

Mulinacci, come avete vissuto quello che è successo ieri a Genova?
“Ho appreso dell’episodio dalla TV, e come tutti quelli che vivono il mondo del calcio in una certa maniera la prima cosa a cui ho pensato è che sarebbe potuto succedere a chiunque di noi, come quando ad esempio abbiamo contestato all’uscita del pullman dell’Udinese. Non conosco bene la dinamica dell’accaduto, ma forse, vista la situazione, dovevano fare uscire la squadra viola almeno un’ora, un’ora e mezzo più tardi.”

Sta riaffiorando la violenza negli stadi?
“Non credo. Piuttosto ritengo che la violenza invece che essere stata eliminata sia stata semplicemente soffocata. E allora basta un non nulla per farla riaffiorare”

Quale potrebbe essere una soluzione efficace?
“Occorre che certi gruppi ultras, che sono fortunatamente sempre meno, cambino mentalità, e non vedano l’andare allo stadio solamente come uno scontro. Lo scontro ci può stare ma deve essere puramente casuale, la priorità deve essere il tifo. E se da parte dello Stato arrivassero dei segnali distensivi, come il permesso di portare gli striscioni negli stadi, si potrebbe avviare finalmente un dialogo costruttivo”
 

 

Stefano Dall'Oli, "Associazione Centro Coordinamento Bologna Club":

"Penso che quello che è accaduto a Genova sia dovuto al combinarsi di una serie di fattori. L'uscita dei pulmann dagli stadi è sempre pericolosa, e i mezzi su cui viaggiano le squadre procedono spesso ad alta velocità; mettiamoci poi la rabbia che si era creata tra i tifosi e certe tensioni in campo, ed ecco che si verificano queste disgrazie. Un rigurgito di violenza? Non credo proprio, dopo le misure restrittive che sono state adottate non avrebbe senso".