L’immagine mitologica di un Uomo di Calcio (nuovo) rianima Firenze. Luci e ombre nel passato di Paratici, ma la scelta è forte e scuote un ambiente depresso. E su Ranieri e i tifosi…
La Fiorentina ha davvero vinto la sua prima partita in campionato (a distanza di ore non ci sono smentite) e soprattutto c’è aria nuova in una cucina che in sette anni è diventata da incubo: solo l’idea che al comando possa arrivare un noto esemplare di Uomo di Calcio ha rianimato una città prossima allo sfinimento, perché sembrava impossibile che la proprietà americana capovolgesse il proprio stile.
Pareva infatti che Commisso nel giugno del 2019 avesse individuato i migliori dirigenti d’Italia, d’Europa, del mondo e di tutte le galassie riunite, al punto da affezionarsene in modo assoluto escludendo che ce ne potessero essere di più preparati. Senza sostituirli, né metterli mai in discussione nonostante gli investimenti senza vittorie, perfino promuovendoli al vertice da altri ruoli. Respingendo anche le richieste di dimissioni. Coccolandoli in ogni occasione prima di un silenzio audio che dura da maggio scorso (‘Siamo pochi, ma buoni’).
Più ancora di un eventuale arrivo di Haaland, ha fatto dunque notizia la proposta fatta a un conosciuto dirigente di calcio che dalla sua parte ha una storia di grande spessore con 19 titoli conquistati con la Juventus e la semi rifondazione del Tottenham: complimenti all’amico Mario Tenerani, che ha anticipato la notizia del contatto viola con Paratici, una delle più clamorose rispetto a quanto ci aveva abituato Commisso.
Così tanto insolita che in molti pensano: non l’ha mica fatta lui. Nel senso che quattro anni e mezzo di contratto a un dirigente di questo livello hanno fatto pensare al suggerimento di una proprietà in procinto di subentrare in tempi più o meno brevi. E mentre cinque letterine continuano a volteggiare in ogni dove nell’immaginario collettivo viola (Renzi intermediario per un interesse che arriva da Est), noi ammettiamo di non avere notizie certe in questo senso: basta però la sensazione che la Fiorentina si sia finalmente data una mossa per riaccendere un po’ di speranza. Di sicuro Paratici dovrà avere carta bianca, bianchissima, immaccolata, con il potere di ribaltare un modello che non resterà nella storia del calcio.
La Firenze viola si sente più sollevata, anche se l’arrivo di Paratici non deve farci dimenticare le ombre (i 30 mesi di squalifica sportiva per plusvalenze fittizie alla Juve insieme ad Andrea Agnelli e Nedved, la condanna penale patteggiata per lo stesso motivo con la Procura nell’ambito dell’inchiesta Prisma). Niente beatificazioni, ma a nessuno sfugge la scossa che una notizia così ha generato intorno a un ambiente depresso, rassegnato, frustrato. E siccome si presenta un mercato di gennaio super movimentato, ben venga un dirigente in grado di fronteggiarlo in entrata e in uscita, perché abbiamo la sensazione che qualche big potrebbe essere piazzato altrove. In quel caso, sarà bene sostituirlo nel modo giusto, perché una delle regole del calcio è quella che ci si può rinforzare anche vendendo.
E’ il tempo delle novità e la Fiorentina in campo ci ha messo del suo aggiungendone tre: la vittoria in campionato tornata dopo 210 giorni, il cambio di modulo, la fascia di capitano traslocata da Ranieri a De Gea. Il 433 con Parisi esterno destro di attacco è stato il primo, vero segnale di novità che ha dato Vanoli fin qui impigliato nel 352 pioliano, sulla ‘retrocessione’ di Ranieri si apre un ventaglio di ipotesi e il silenzio stampa viola le lascia formalmente tutte aperte. Poi le voci si rincorrono e non è il caso di riportarle, senza elementi certi. La sensazione più accreditata è quella di un passo indietro chiesto dallo stesso Vanoli e in questo caso non si tratterebbe di una mossa laterale, avendo lo stesso allenatore in precedenza offerto un ampissimo credito allo status di Ranieri capitano: vedremo se anche questo è un segnale in vista del mercato di gennaio.
La Curva ha iniziato il suo periodo di protesta e i fischi finali dopo la vittoria non sono piaciuti a qualcuno. Chi scrive ha considerato addirittura tardivo il duro comunicato della Fiesole (che peraltro ha ammesso di essersi sbagliata per la fiducia concessa troppo a lungo alla proprietà) figuriamoci dunque se si è sorpreso per i fischi alla fine della partita stravinta contro l’Udinese: il messaggio della Curva è quello di mantenere la propria coerenza almeno fino a quando non arriveranno numerose riprove e la squadra non sarà uscita dal pantano della zona retrocessione.
Negli anni scorsi sono state collezionate troppe scorie e la rilettura del comunicato ci segnala un esercizio di pazienza che è stato addirittura miracoloso, se gli ultrà davvero pensavano la metà di quello che hanno scritto della proprietà e della dirigenza. Una vittoria per 5-1 contro una squadra che è rimasta in 10 (senza il proprio portiere titolare) deve essere solo la prima pietra di un lungo cammino. Sabato il Parma ci darà altre risposte, per ora accontentiamoci di quest’aria nuova in cucina che profuma, finalmente, di mosse societarie.
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