PAPA WAIGO A RFV, Italiano non mi stupisce, Kouame l'unico che può dare profondità
L'ex attaccante viola Papa Waigo, ospite nello studio di Radio Firenzeviola, durante Viola Week end, ha parlato della sua esperienza viola, dell'ex compagno Italiano e dell'attualità viola. Ecco alcune parti dell'intervista (in allegato la puntata con Papa Waigo ospite): "Ho tanti ricordi di quei 4 anni in viola - racconta - sento ancora la maglia tanto che ieri stavo pensando di andare in curva poi ho avuto la possibilità di vederla dalla tribuna. Conosco bene Vincenzo Italiano perché è stato il mio capitano, lui mi diceva sempre tu vai che la palla te la facciamo arrivare. Vederlo a questi livelli non mi sorprende perché era già un allenatore in campo. Ormai non è più un giovane allenatore, sta facendo bene. Arrivare a questo traguardo è importante e questa vittoria a Praga sarebbe il riconoscimento per questi due anni. La finale va giocata perché se vincono sarebbe la ciliegina sul campionato".
I limiti di Ikonè? "Quando giochi a piede invertito e fai uno-due con un altro piede è difficile, i difensori avversari infatti erano furbi e conoscevano qual'era il suo piede. Tecnicamente lui è forte ma deve fare più gol, il calcio francese è diverso e dipende da vari fattori per integrarsi. Gli manca questa fiducia di dire che può fare di più".
L'attacco? "Nel calcio di oggi l'atteggiamento in campo è importante perché se fai gol tutto va bene, se non lo fai vieni criticato perciò devi tenere sempre la barra alta e crescere di partita in partita. Devi essere sempre concentrato e cercare la continuità anche nell'atteggiamento e nel dare tutto. Quando vai in campo non ti devi portare dietro le critiche o altri pensieri ma dare il massimo per la maglia ed essere contento, quello che valutano i tifosi"
Italiano poco equilibrato? "Ogni allenatore ha il suo stile di gioco e prende dei rischi, se il suo gioco è offensivo e lascia le autostrade dietro ti può costare tanto, come anche nel primo tempo con la Roma. Ma nella vita è tutto rischioso, lui prenderà lo spunto di lavorare sul piano difensivo per dare sicurezza alla squadra e ai tifosi ma è tutto un fatto di credo, se lui crede in questo lasciamolo fare"
Dia? "Mi piace molto e l'esultanza quando fa gol significa che è contento. E' quando un attaccante sente la fiducia, ha messo subito il piede giusto nel calcio italiano, però poi dipende dalla piazza, dove ti trovi a tuo agio puoi fare meglio. Io per esempio stavo bene a Verona, ma a Cesena mi trovai meglio. Lui ha caratteristiche che possono fare male agli avversari come nella Fiorentina Kouame. Ieri contro la Roma tutti gli esterni volevano la palla sul piede ma se hai spazio e velocità devi usarle e Kouame per esempio può sfruttare la profondità rispetto agli altri".