MARCHIONNI A FV, Ora il vero Arthur. CL? Strada giusta

26.12.2023 16:00 di  Samuele Fontanelli  Twitter:    vedi letture
MARCHIONNI A FV, Ora il vero Arthur. CL? Strada giusta
FirenzeViola.it
© foto di Giacomo Morini

In questo periodo di feste natalizie, la redazione di FirenzeViola.it ha intervistato Marco Marchionni. L’ex calciatore della Fiorentina, a Firenze per tre stagioni tra il 2009 e il 2012, ha fatto un bilancio del percorso fatto in questo 2023 dalla formazione di Vincenzo Italiano: “Possiamo solo dire che è stato un grande percorso. La squadra è cresciuta nonostante i cambiamenti di alcuni giocatori. Italiano è riuscito a dare sempre un'identità e una solidità alla sua squadra. Quindi credo che tutti i tifosi della Fiorentina possano essere veramente contenti di questo momento”.

In vista del 2024 quali devono essere secondo lei gli obiettivi, o se vogliamo i buoni propositi, per il club viola?
“L’obiettivo è sempre quello di migliorare, però in questo caso vuol dire vincere un trofeo o conquistare l'accesso alla Champions League. Secondo me la Fiorentina può ambire a questi risultati perché sa giocare a calcio. Possono arrivare anche risultati negativi delle volte ma penso che il percorso intrapreso sia quello giusto per provare ad arrivare a vincere o comunque a raggiungere grandi traguardi”.

La sua Fiorentina è stata l'ultima formazione viola a giocare la Champions, vede delle somiglianze tra questa Fiorentina di Vincenzo Italiano e quella di Prandelli? Cosa manca a questa squadra per arrivare ai livelli di quella viola?
“Quello che manca non saprei dirlo. Prandelli era riuscito negli anni a costruire una squadra capace di giocare in quel modo il girone di Champions. Erano altri tempi e altri giocatori che già si conoscevano anche grazie alle nazionali. Quello che si era creato è forse anche difficile da riproporre nel calcio di oggi. Poi c’era Prandelli che faceva giocare alle sue squadre un calcio bello, semplice e pulito. Va considerato che in quella squadra c’erano giocatori forti come Mutu, Vargas, Gilardino, Montolivo e tanti altri. Eravamo diventati una famiglia, un gruppo di amici che si volevano bene. Nel calcio di oggi magari è più difficile creare queste situazioni però la Fiorentina ha un allenatore ambizioso che sa far giocare a calcio le proprie squadre. Sono momenti diversi quindi il paragone non è facile. Riguardo a quella Champions dispiace per quell’errore nella sfida di Monaco di Baviera, però penso che ai tifosi sia rimasto soprattutto il fatto che quella squadra riuscisse a giocarsela contro tutti gli avversari. Vincemmo contro Liverpool e Lione e riuscimmo ad arrivare primi nel girone, non era scontato”.  

Tornando al presente, a Firenze un tema di discussione importante, in questi giorni ancora di più vista la clamorosa occasione sbagliata da Ikoné contro il Monza, é proprio il contributo in zona gol delle ali. Secondo lei cosa manca agli esterni viola per diventare più incisivi? È solo un problema mentale o anche tecnico tattico?
“Non penso sia un problema tecnico tattico perché la Fiorentina è una squadra che gioca a calcio. Nel corso di una carriera ci sono momenti in cui riesci a segnare sempre e altri in cui o perché c’è più competizione o per altri problemi non riesci. Una squadra come la Fiorentina ha bisogno delle reti degli esterni e loro devono stare tranquilli perché se continuano a giocare è perché sono funzionali negli schemi di Italiano. Poi ovviamente devono fare qualcosa in più per cercare la via della rete perché stiamo parlando di giocatori bravi”.

Passando invece all'attacco la Fiorentina sembra aver risolto il problema riguardante i gol dei centravanti con Beltran, l'argentino ha segnato prima contro il Verona e poi contro il Monza due reti decisive. Cosa ne pensa di questo attaccante e cosa si aspetta da lui nel prossimo futuro?
“Mi aspetto che continui come in queste ultime partite. Quando un attaccante segna sono tutti contenti. Non deve vivere solo per il gol perché può essere controproducente però credo che debba stare tranquillo perché Italiano è bravo e saprà valorizzarlo”.

Lei nel corso della sua carriera ha giocato anche da interno di centrocampo. Le vorrei chiedere un parere su Arthur, arrivato come scommessa alla Fiorentina dopo alcune stagioni negative tra Juventus e Liverpool e ora assoluto leader della mediana viola.
“Questo fa capire come ogni stagione sia diversa e come ogni squadra ti faccia rendere in modo differente. Sapevamo quali erano le qualità del brasiliano, Italiano ha capito che poteva essere determinante nel suo modo di giocare e adesso stiamo vedendo il vero Arthur. Si sta prendendo le sue responsabilità e sbaglia veramente poco. Se lo valutiamo con la Juventus il giudizio è diverso, ma dobbiamo considerare anche la situazione dei bianconeri quando giocava a Torino. Magari oggi darebbe il suo contributo anche con la maglia bianconera. Stiamo parlando di un grande giocatore”.

Infine la saluto con una domanda su uno dei temi più dibattuti del momento, la Superlega. Cosa ne pensa di questa possibilità per il futuro del calcio europeo?
“Se fa bene a tutti ben venga. Secondo me dobbiamo cercare di offrire le stesse opportunità a tutte le squadre, bisogna che tutti siano considerati. Poi è normale che Juventus, Milan e Inter siano avvantaggiate perché ogni anno allestiscono squadre importanti, ma se a vincere è una squadra di seconda fascia questa deve avere la stesse opportunità di una grande”.