BETTI A RFV, A 17 anni Cerofolini era simile a Oblak
Il preparatore dei portieri, ex tra le altre di Fiorentina e Milan, Emiliano Betti è intervenuto a RadioFirenzeViola, durante la trasmissione "Viola amore mio". Queste le sue dichiarazioni:
Partiamo da una riflessione sulla stagione scorsa della Fiorentina, soprattutto su quella dei portieri.
"Il percorso è stato straordinario, a prescindere dall'esito delle finali; la stagione nel complesso è più che positiva, con i giocatori e l'allenatore che hanno fatto il loro dovere, pur non mettendo la "ciliegina finale", anche perché gli avversari trovati nelle finali sono di altissimo livello, tecnico ed economico. Il parco portieri è notevole, dà sicurezza: Terracciano ha dimostrato, con umiltà e spirito di sacrificio, di meritare; Cerofolini è un ragazzo che ha fatto un percorso molto complicato, con brutti infortuni che ne hanno minato l'integrità, ma da cui ha saputo rialzarsi. Probabilmente meriterebbe più spazio".
Non pensa però che in questo momento si debba cercare un profilo che dia più garanzie?
"Sì, questo è vero, però quello che penso è che certe volte l'esperienza viene giocando: anche su Toldo, quando arrivò da un campionato di Serie C con il Ravenna, c'erano diverse perplessità. E' chiaro che per il percorso che il club sta facendo e la richiesta della città, c'è sempre l'aspettativa di un portiere di alto profilo. Tuttavia i ragazzi hanno bisogno di giocare e di sbagliare. In Italia non si ha questa cultura: si vuole tutto e subito, chi esce dalle Primavere non ha la possibilità di compiere errori e questo fa sì che il percorso di crescita diventi più lungo e impervio. Vi racconto un aneddoto: diversi anni fa fui mandato all'Olimpia Lubiana per monitorare un giovane Jan Oblak. Se lo avessimo preso noi, e vi assicuro che all'epoca non era il portiere che ammiriamo oggi all'Atletico Madrid, non sono sicuro che avrebbe avuto lo spazio che il Benfica gli ha poi concesso. Vi assicuro che non ho visto tante differenze tra Oblak e Cerofolini quando avevano diciassette anni".
Un giudizio su Vannucchi e Martinelli?
"Martinelli ho avuto modo di vederlo in primavera, mentre Vannucchi non lo conosco bene. Non avendoli allenati non posso sapere quale potrà essere il loro futuro, ma se sono lì vuol dire che hanno le qualità e il talento per poterci stare. L'obiettivo della società è far sì che questi giocatori possano andare a giocare e, come detto, sbagliare".
Come si può scovare un altro Maignan?
"Le reti di collaboratori sono fondamentali, quando ero a Firenze mi ricordo che Corvino, oltre a Frey, monitorò Lloris, Perin, Cragno e altri ragazzi che hanno avuto successo nel corso degli anni. Maignan è arrivato al Milan in un momento delicato, con la cessione di Donnarumma che di lì a poco sarebbe stato nominato miglior calciatore dell'Europeo. Mike lo avevamo conosciuto quando ci giocammo contro in Champions, quando il giocatore vestiva la maglia del Lille. Quando è arrivato ha mostrato la totale disponibilità di migliorarsi, assecondando le richieste tecniche e tattiche proposte".
Per il mercato della porta come vedrebbe profili come quelli di Audero o Casteels?
"Audero è un portiere che, pur retrocedendo con la Sampdoria, anche se per vicende extra calcistiche, ha dimostrato affidabilità nel corso degli anni. Casteels è un profilo importante che può far bene alla Fiorentina, bisogna vedere però come possa adattarsi alla Serie A, un campionato difficile tatticamente che coinvolge il portiere in maniera totale".
C'è curiosità sul "nuovo acquisto" Savorani: è un valore aggiunto?
"Partiamo da una considerazione: l'allenatore dei portieri può essere fondamentale soprattutto nella tenuta fisica e mentale del portiere, ma dal punto di vista tattico non può fare miracoli. Egli non incide come un allenatore e se il profilo non è da Serie A il preparatore non lo rende tale. Detto ciò, la Fiorentina ha preso un preparatore di altissimo spessore, con i risultati acquisiti in questi anni tra Roma e Londra, che parlano per lui. Savorani è una persona di grandi capacità gestionali e tecniche, potrà dare un valutazione lucida sui calciatori e sarà una figura solida su cui i portieri potranno appoggiarsi. Io comunque ci penserei bene prima di separarmi a cuor leggero da Terracciano o Cerofolini. Se si ha una rete scouting che possa assicurare un profilo come quelli citato in precedenza allora sì, ma è una sistema estremamente complesso".
Ci può dire, per concludere, com'è stata la sua ultima esperienza al Milan?
"E' stata un'esperienza bellissima, ricca di soddisfazioni professionali, umane e di crescita, perché non si finisce mai di crescere, nemmeno a cinquant'anni. E' stato un percorso terminato in modo sereno da ambe le parti, il coronamento di anni e anni di lavoro e sacrifici, culminati con l'inaspettata vittoria dello Scudetto, soprattutto a fronte della rivoluzione che attraversava il Milan in quel periodo".