AG. IAKOVENKO A FV, SITUAZIONE ANORMALE UMANAMENTE E LEGALMENTE, IL CLUB LO SA
"Non è una situazione normale, Oleksandr ha un contratto fino al 30 giugno 2016 ma sta vivendo una situazione che non è normale per un giocatore dal punto di vista umano né da quello della legge. La società lo sa e credo che abbia capito tutto. Speriamo in una soluzione, ma non ho appuntamenti in agenda con il club né voglio fare altri commenti". Parole sibilline del procuratore Andrej Golovash, in esclusiva a Firenzeviola.it, che non chiariscono però il futuro del suo assistito Oleksandr Iakovenko. Dall'altra parte, dalla Fiorentina, rispondono che "Iakovenko è l'ultimo dei problemi viola per migliorare la rosa che è l'obiettivo primario". Insomma, i rapporti tra il giocatore ucraino e la Fiorentina sono sempre più freddi. Neanche con il mercato di gennaio sembra esserci una soluzione visto che il giocatore tenuto fermo per sei mesi non ha la forma e il ritmo partita giusti per essere "appetibile" ad altre squadre, in prestito. D'altronde se vedete un giocatore viola che corre da solo al centro sportivo quando la squadra prepara le partite, che non può fare neanche le partitelle, e che si siede da solo (o meglio, con Rossi e i magazzinieri) alla cena di Natale, non potete sbagliare: è proprio Iako. L'ucraino, rientrato dal prestito dall'Ado Den Haag in Olanda, a settembre infatti non è stato inserito nella rosa dei 25 dopo che aveva rifiutato le destinazioni (in realtà poche e non gradite) che la Fiorentina gli aveva trovato in estate; "preferisce non fare il giocatore qui a Firenze che farlo altrove" disse Pradè stizzito a mercato finito a precisa domanda. Il suo destino d'altronde era chiaro, dal 2013 ("abbiamo preso uno forte per il budget viola" confidò al suo arrivo il dt Macia che invece non aveva visto lungo) solo tre presenze, poi in prestito al Malaga e, quest'anno, all'Ado, mentre al ritorno a Firenze si è allenato prima agli Assi da solo poi ha fatto il precampionato con gli altri (altrimenti ci sarebbe l'ipotesi di mobbing). Insomma ci fu una schiarita visto che fu portato qualche giorno a Moena (con Sepe) e provato nelle amichevoli estive toscane (utilizzato però terzino basso a destra e a sinistra lui che è esterno d'attacco o seconda punta) infine abbandonato a se stesso.
Eppure Iakovenko guadagna 550mila euro a stagione. 550mila euro buttati via dalla Fiorentina, aggiungiamo noi, per permettere al giocatore di vivere a Firenze da turista, nella sua bella casa a Poggio Imperiale, con la bellissima moglie Anna, e godersi Firenze. Non è la prima volta che accade nella società gigliata negli ultimi anni a dire il vero, già Marchionni a scadenza di contratto viola rifiutò varie destinazioni quasi per fare torto a Corvino e continuò a prendere il suo bel milione e otto senza giocare così come il suo milioncino pulito a stagione lo prendeva fino a giugno scorso El Hamdaoui, ma almeno loro una partita o due l'hanno potuta giocare, se non altro per emergenza. Ricordate il marocchino a Cesena esattamente un anno fa? Montella lo fece giocare perché le punte erano tutte infortunate e lui segnò facendo sorridere per una media-gol, alla prima presenza, più alta di Gomez. Ma di giocare non può succedere invece a Iakovenko visto che la lista obbligatoria di massimo 25 giocatori introdotta in serie A ha costretto la società viola a sfoltire la rosa (e l'ucraino era tra quelli da cedere) e a lasciare fuori lui invece dell'infortunato Bakic (non ancora rientrato, dopo la lesione al collaterale subita a Moena; ha solo disputato una gara con la Primavera). Insomma Iakovenko, con il contratto in scadenza nel giugno 2016, è rimasto prigioniero in una gabbia dorata. In serie A l'ucraino in realtà è in buona compagnia, con Cole della Roma e Vidic dell'Inter (pur infortunato) rimasti fuori dai 25, ed ha comunque a disposizione allenatori e strutture al pari degli altri giocatori, così il mobbing se non può essere fatto valere, ma come giocatore è stato quasi "ucciso". In questa sessione di mercato Iakovenko dovrebbe uscire da questa "gabbia" ma non è cosi scontato visto che il giocatore non avendo mai giocato ed essendo stato fermo sei mesi non ha mercato, soprattutto adeguato all'ingaggio. Male che vada insomma l'ucraino potrà rescindere o potrà rimanere altri sei mesi a Firenze da turista. C'è di peggio, certo, ma per un giocatore che fa del calcio il suo lavoro e la sua ragione di vita, ha ragione il procuratore, "non è una situazione normale".