ABETE A FV, LE PROPRIETÀ STRANIERE? DANNO PIÙ SOGNI MA MENO SICUREZZE
Mancano meno di 24 ore dall'inizio del Consiglio d'Amministrazione che potrebbe segnare la storia viola. C'è la possibilità che, i Della Valle, dopo quasi 17 anni possano lasciare Firenze e la Fiorentina per lasciare il posto all'imprenditore statunitense Rocco Commisso. Per parlare proprio di questo la redazione di FirenzeViola.it ha contattato, in esclusiva, l'ex presidente della FIGC: Giancarlo Abete.
Quando i Della Valle sbarcarono nel calcio lei era il Presidente della FIGC. Che impressione le fecero?
"Ottima. Erano un gruppo imprenditoriale già noto. Ormai sono ben 17 anni che la famiglia Della Valle è a Firenze quindi non è stata una toccata e fuga per loro. In questo lungo periodo si sono sempre impegnati per la squadra. Presero la Fiorentina in una situazione difficilissima, questo è un dato di fatto. Poi la valutazione dei risultati può essere diversa da periodo a periodo ma dal punto di vista amministrativo hanno sempre mantenuto gli impegni della società. Negli anni di Montella, se la quarta classificata in Serie A fosse andata in Champions, staremmo parlando di un'altra Fiorentina. Ora sicuramente è un momento difficile per il capoluogo toscano ma mi auguro che il tutto si risolva nel migliore dei modi".
Lei che rapporti ha con la famiglia marchigiana?
"Non si può dire che ci sia un rapporto interpersonale costante, ci vediamo quelle due volte l'anno a qualche evento, niente di più. Tra di noi però c'è un grande rapporto di stima reciproca. Diego Della Valle è molto amico di mio fratello ma io mi astengo dal chiedergli qualcosa sulla situazione della Fiorentina e anche lui non mi dice niente".
Negli ultimi giorni si parla di Rocco Commisso come futuro proprietario viola. Una proprietà italiana che lascia, una straniera che arriva. Secondo lei è un bene per il calcio italiano?
"Ormai siamo in una realtà globalizzata. Fino a quando ero presidente della FIGC si parlava di un grande interesse nei confronti dei club italiani. Vedi Milan, Inter, Roma e Bologna. Io, personalmente, da un punto di vista epidermico, sono rimasto legato alle proprietà italiane perché danno un valore aggiunto alla dialettica. Ma bisogna considerare che il mondo sta cambiando. Sono felice di questo interesse da parte di Commisso perché significa che il nostro è ancora un calcio appetibile".
Secondo lei cosa porterebbe la proprietà statunitense alla Fiorentina?
"Sinceramente non lo so. Io conosco bene la dirigenza attuale ma affatto quella futura. Non posso quindi dire se sarà migliore o peggiore. Questo perché non è facile paragonare chi si conosce a chi invece no. Quando arrivano proprietari stranieri si entra sempre in una realtà meno nota. Commisso potrà avere tutta la passione possibile ma bisogna vedere se sarà costante. La proprietà internazionale, ai tifosi, dà sicuramente più possibilità di sognare ma ti dà anche meno sicurezza".