SCIGHERA VIOLA, Racconto di una serata al Viola Club Milano
A una manciata di chilometri dalla Madonnina ci sono un centinaio di persone tinte di viola dalla testa ai piedi. Sbuffano, sudano, bevono e cantano: se non fosse per le esclamazioni che sgusciano fuori ad ogni cross sbagliato di Biraghi & Co. - netta maggioranza di "Figa" rispetto agli sparuti "Maremma"- parrebbe di stare sulle gradinate della Fiesole. E invece siamo nel cuore di Milano, all'Arpa Bar, zona Sesto San Giovanni, un enclave fiorentino nel bel mezzo della City.
Questo bar all'apparenza anonimo è la nuova casa del Viola Club Milano & Brianza: un'associazione fondata per caso due anni fa dallo youtuber fiorentino Niccolò Pucci che, ci racconta, in visita a Milano nell'aprile 2021, voleva solamente guardare una partita della Fiorentina in compagnia. E così nasce una storia Instagram, che si trasforma in un gruppo Whatsapp, che adesso si è trasformata in una "famiglia" da 150 membri. Ce ne sono novantotto di loro in un'afosa serata milanese di fine agosto in occasione di Fiorentina-Rapid Vienna, ritorno di playoff di Conference: novantotto cuori viola collegati da remoto con il Franchi. Una simbiosi che cancella almeno per due ore i 360 chilometri di distanza da Milano a Campo di Marte: i ragazzi del Viola Club Milano e Brianza vengono dalle più disparate zone del capoluogo lombardo ma non solo; c'è chi arriva qui da Biella ogni weekend, per trovare una soluzione più vicina alla nostalgia viola; c'è chi a Firenze c'è nato ma si è trasferito qui per lavoro e ritrova un po' di infanzia ed adolescenza al bar Arpa, o chi si è appassionato da lontano grazie ad un calciatore (Gilardino, ci racconta Fabio, uno dei membri) e poi quella maglia non se l'è staccata più di dosso; c'è chi questi colore l'ha talmente nel sangue tanto da aver chiamato la figlia Viola . Poi ci sono Achille e Paride, due dei leader del gruppo, "nemici" omerici che si ritrovano sotto la bandiera gigliata.
Al Viola Club Milano e Brianza è stata una serata di sofferenza palpabile: tutti calciatori, quando Nzola sbaglia un'occasione che - testimonianza diretta- tutti i presenti al Bar Arpa avrebbero fatto, lo sconforto pervade la saletta adibita a curva. Tutti tecnici, nella ripresa, a suggerire i cambi ad Italiano per far svoltare la partita. E tutti direttori sportivi, qualche minuto dopo il triplice fischio, a pianificare le mosse dell'ultimo giorno di mercato (il nome più richiesto è quello di Berardi). Il più sereno è il proprietario, di origini napoletane ("non ho festeggiato per lo Scudetto quest'anno, mi rifaccio guardando voi"). Alla fine Nico trasforma un possibile psicodramma da bar in una serata di giubilo. Ma non è el Diez a rubare la scena per i presenti: nel finale i cori e gli applausi sono tutti per Sasha Kokorin, il russo platinato che anche da queste parti è diventato culto.
Tra strani riti "propriziatori" per favorire le reti e un'atmosfera da Fiesole, su questa piccola porzione di Milano per una sera è calata la "scighera viola": è questo il motto dei ragazzi del Viola Club. Scighera in milanese significa "nebbia", una foschia viola che avvicina Milano a Firenze e alla Fiorentina. Al di là della soddisfazione per la gioia finale, la serata passata qui è la riprova di come qualsiasi emozione, bella o brutta che sia, se condivisa, sia senza dubbio più intensa. E al triplice fischio si pensa già ad organizzare la prossima trasferta internazionale; occhio subito ai possibili incroci e a Skyscanner: anche quest'anno su mezza Europa soffierà la scighera viola.