L’atto di fede di Commisso: vietato retrocedere e avanti con il trio Ferrari, Goretti, Vanoli
Torna a parlare Rocco Commisso nel giorno in cui la Fiorentina torna in campo per la sfida di Conference League contro la Dinamo Kiev. Di per sé una notizia visto che il patron non interveniva sulle vicende viola da un po’ di tempo, di fatto un intervento di ulteriore difesa verso tutto il management, il tecnico e la squadra, seppure sia apprezzabile l’ammissione di responsabilità e le scuse per quanto andato in scena a Reggio Emilia di fronte a quasi 4000 tifosi.
Piena fiducia
Ancor prima di entrar nel merito andrà sottolineata l’importanza dell’intervento del proprietario, sorta di garanzia di una presenza se non proprio assidua (e per questo ribadiamo gli auguri a Commisso di tornare presto in condizioni di tornare a Firenze) quanto meno vigile. Se i resoconti sugli addii di Pradè e Pioli non aggiungono molto alle recenti cronache le parole del presidente sono volte a ribadire piena fiducia a chi è rimasto in società, a cominciare dalle due figure centrali (Ferrari e Goretti) che dovranno guidare il club da qui a fine giugno.
Atto di fede
L’intervento di Commisso resta comunque lungo il solco di una politica societaria che non cambia, tanto più adesso e dopo le recenti scelte. “Principale punto di riferimento” resta il dg Ferrari, ulteriormente caricato di responsabilità a fronte del nuovo rinnovo della fiducia, mentre in riferimento alle “scelte drastiche” anticipate da Goretti Commisso non fa altro che ribadire la linea degli ultimi tempi: mantenere unità per evitare il peggio, una retrocessione che nemmeno il tycoon americano vuol prendere in considerazione. Anche perchè sugli eventuali scetticismi sull'esperienza maturata da dg e ds Commisso pare tutt'altro che preoccupato: "Le persone che lavorano con me comprendono perfettamente le dinamiche e lavorano nel calcio da molti anni"
Nelle mani del trio Ferrari-Goretti-Vanoli
Sul fronte tecnico Commisso fa sapere di “essere informato sul lavoro del mister attraverso Alessandro”, il che anticipa contatti non approfonditi con l’allenatore come del resto era avvenuto per Pioli. Insomma le difficoltà del momento obbligano il presidente a restare defilato, lasciando a Ferrari, Goretti e Vanoli il compito di portar fuori dalla tempesta la nave viola. Di fronte a un consenso in picchiata, da parte dei tifosi nei confronti di Commisso, la strategia della Fiorentina non cambia, né prevede stravolgimenti come l’eventuale innesto di nuove figure in società. Da qui a maggio i viola devono tirarsi fuori da questa situazione con le proprie gambe, e soprattutto con l’attuale organigramma, un vero e proprio atto di fede che tutti si augurano possa essere sufficiente a consentire alla Fiorentina di rialzarsi e conseguentemente anche di salvarsi.
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