Le sensazioni sono tutte negative: spogliatoio a pezzi, dirigenza in balia delle onde e proprietà totalmente assente. Firenze ha bisogno di risposte, ma chi può darle davvero? Dall'America devono arrivare certezze, in un senso o nell'altro

Le sensazioni sono tutte negative: spogliatoio a pezzi, dirigenza in balia delle onde e proprietà totalmente assente. Firenze ha bisogno di risposte, ma chi può darle davvero? Dall'America devono arrivare certezze, in un senso o nell'altroFirenzeViola.it
Oggi alle 00:00L'editoriale
di Lorenzo Di Benedetto

Sono giorni complicatissimi, che mai avremmo pensato di dover vivere. La Fiorentina è in caduta libera, la sconfitta contro il Sassuolo è parsa come una sorta di pietra tombale su un inizio di stagione da film horror e le sensazioni sono tutte, ma davvero tutte negative. In casa viola non c'è niente che funziona, non c'è niente a cui potersi aggrappare e pochi giorni da un'inutile partita di Conference League ma soprattutto da una gara che rischia di segnare ancora di più l'annata del club, quella contro il Verona di domenica prossima, tutti noi abbiamo bisogno di risposte. Risposte che Firenze deve avere, che i tifosi meritano di sentire, ma che nessuno, almeno questo è quello che pensiamo, sarà in grado di dare a breve. Andiamo con ordine e partiamo da quello che è successo sabato al Mapei Stadium.

Inaccettabile quello che è stato fatto in campo: il litigio per il rigore, la mancata esultanza di Kean e una squadra che alla prima difficoltà, ancora una volta, si è sciolta come neve al sole. Il post gara, per certi versi, è stato ancora peggio. Prima il maxi colloquio tra Vanoli, il suo staff e la squadra che ha ritardato la conferenza stampa dello stesso allenatore di un'ora e mezzo, poi le parole del tecnico che ha cercato di parare i colpi, senza riuscirci, e in mezzo le farraginose dichiarazioni di Roberto Goretti, un direttore sportivo chiamato a gestire una questione più grande di lui.

La mattina seguente, quella di domenica, ha mostrato ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, lo stato preoccupante in cui si trova lo spogliatoio della Fiorentina. Il commento social di Gudmundsson che ha smentito le dichiarazioni di Vanoli, in merito al presunto no dell'islandese a prendersi la responsabilità di tirare il calcio di rigore, smentito appunto dal numero 10 viola, ha un peso specifico enorme. Non esiste al mondo che un allenatore dica delle cose in sala stampa per poi venire sbugiardato da un calciatore, ma in casa Fiorentina succede anche questo. Da quel momento in poi è calato il silenzio assoluto, un silenzio assordante che preoccupa eccome.

Detto di Goretti, l'altro nome da tirare in ballo è quello di Alessandro Ferrari: il direttore generale ricopre un ruolo determinante all'interno della Fiorentina ma un dirigente che non ha mai avuto niente a che fare con il mondo del calcio può essere la figura giusta in un momento del genere? La risposta è chiaramente no e allora l'unica cosa che servirebbe davvero sarebbe quella di inserire all'interno dell'organigramma della società viola un dirigente vero. Ma si torna sempre allo stesso punto, con il solito quesito: chi può prendere una decisione come questa? Nessuno. Perché Rocco Commisso e la sua famiglia non hanno ancora preso la parola da quando la Fiorentina ha iniziato a convivere con l'idea di una possibile, drammatica, retrocessione.

La proprietà non c'è più e questo forse rappresenta il problema più grande di tutti. Qualcuno potrà dare delle risposte? Con un messaggio, con un video, con quello che preferisce, ma Firenze non può vedere la sua squadra cadere a picco senza sapere quali siano le intenzioni della famiglia Commisso. Insomma, tirando le somme: lo spogliatoio della Fiorentina, sottolineando anche la lite Kean-Mandragora di sabato scorso, è una polveriera, la dirigenza non è all'altezza per gestire una situazione del genere, la proprietà non esiste più e in campo le cose che vediamo sono ai limiti della vergogna. Come fare a tirarsi fuori da tutto questo? Difficile, difficilissimo, ma qualcuno prima o poi dovrà prendersi una responsabilità. Perché la salvezza sembra complicatissima ma la stagione non è ancora finita. E allora, invece che trascorrere giorni liberi (come quello di lunedì), sarà il caso che i calciatori inizino a fare quello per cui sono stipendiati. Giocare a calcio e dare tutto per la maglia che indossano. Perché possiamo parlare male di tutti, ma alla fine sono loro che vanno in campo e sono i primi che dovranno dare una risposta a Firenze e a tutti i tifosi della Fiorentina. Già a partire da domenica prossima.