UNA VITA DA MEDIANO, UN FUTURO DA DG

18.04.2012 01:27 di  Stefano Borgi   vedi letture
UNA VITA DA MEDIANO, UN FUTURO DA DG
FirenzeViola.it
© foto di Andrea Pasquinucci

Nella settimana che conduce a Fiorentina-Inter, proviamo a tratteggiare il profilo di un doppio ex, che (caso più unico che raro) ha lasciato un eccellente ricordo su entrambe le latitudini. Stiamo parlando di Gabriele Oriali del quale, tra amarcord ed attualità, racconteremo il passato, ma anche il potenziale (ed auspicabile) futuro. Cominciamo dal "palmares": 2 scudetti ('71 e '80) e due coppe Italia ('78 e '82) da calciatore. Cinque scudetti (dal 2005 al 2010, compresi quelli di calciopoli), 3 coppe Italia, 3 supercoppe italiane, 1 Champions League da dirigente. Tutto (ma proprio tutto) conquistato alla guida dell'Inter. Per lui, infatti, 13 anni (più quattro di giovanili) dal 1966 al 1983, sempre con la maglia nerazzurra sulle spalle. Poi il distacco, destinazione Firenze, voluto fortemente da Italo Allodi (allora dirigente viola) suo padre putativo ai tempi dell'Inter di Fraizzoli. Ah, dimenticavamo... Oriali vanta anche il titolo di campione del mondo con la nazionale a Spagna '82, ed una finale con la Germania vissuta da autentico protagonista. Decisivo il suo ingresso in squadra dopo un girone eliminatorio contro Polonia, Perù e Camerun (il titolare in partenza era Marini) per certi versi deludente. Con Oriali in squadra l'Italia trova equilibrio, mantiene quantità ma aggiunge qualità, insomma... cambia ritmo, fin dalla vittoria della svolta contro l'Argentina campione del mondo. Memorabile, poi, il suo duello con Stielike, le volte che "lele" andò giù per poi rialzarsi, senza mai reagire, senza fare una piega. Fino al 56' quando, sull'ennesimo fallo del tedesco, Oriali conquista una punizione sulla tre quarti, Tardelli batte velocemente per Gentile, cross radente, testa di Paolo Rossi... gol! Italia-Germania 1-0, e non è che l'inizio. "Una vita da mediano, lavorando come Oriali, anni di fatica e botte, e vinci casomai i mondiali", queste le parole di una canzone di Ligabue dedicata al mediano nerazzurro che, come abbiamo accennato, nell'estate 1983 vestì per la prima volta la casacca viola. L'11 settembre si gioca la prima di campionato, Fiorentina-Napoli, ed è proprio il campione del mondo a sbloccare il risultato: siamo al 43', Iachini calcia una punizione da par suo sotto la "Ferrovia" ed il popolare "piper" (soprannome datogli da Gianni Brera, per la sua capacità di muoversi per tutto il campo) incorna per il gol dell'1-0. Quell'anno Oriali realizzò 5 reti, alcune decisive (come quella della 4° giornata, a Genova contro la Sampdoria) altre dolorose (la seconda contro la Sampdoria, nel giorno dell'infortunio ad Antognoni), il suo apporto fu comunque fondamentale per un terzo posto finale propedeutico per la coppa Uefa dell'anno successivo. Oriali resterà nella Fiorentina per 4 stagioni, nell'ultima (dopo la cessione di Passarella) diventò persino capitano, cementando un rapporto di grande rispetto con la tifoseria viola. Ecco perchè l'investitura di Oriali come direttore sportivo della Fiorentina (oppure Direttore Generale?) avrebbe un senso, non solo tecnico-manageriale ma anche affettivo, sentimentale. E Dio sa quanto bisogno abbia la Fiorentina di una celta del genere.

Decideremo il 15 maggio, Andrea Della Valle dixit, ma è indubbio che la figura di Oriali incarnerebbe per filo e per segno l'identikit del dirigente ideale sognato dai Della Valle. Uomo discreto (non presenzialista - accentratore come Corvino), di buona presenza, di buona dialettica (non ce ne voglia...non come Corvino), di grande visibilità ed appeal internazionale. Comunque attento al bilancio, non invasivo, lascerebbe spazio anche ad altre figure dirigenziali. Non a caso abbiamo posto il dubbio se Oriali arriverebbe come DS o come DG. L'ex-nerazzurro, infatti, potrebbe ricoprire entrambi i ruoli, come ha fatto all'Inter: nei primi anni ha fatto la campagna acquisti, negli ultimi invece, con Mourinho allenatore e Branca direttore sportivo, ha fatto anche il dirigente accompagnatore curando i rapporti tra squadra e dirigenza. Come direttore sportivo, tra l'altro, la sua presenza non escluderebbe quella di Giancarlo Antognoni direttore generale (i due sono grandi amici, ex-compagni di squadra, addirittura Gabriele fece da "padrino" al battesimo di Rubina, la secondogenita del "capitano"). Certo Oriali (visto il suo pregresso da calciatore e dirigente) pretenderebbe qualche garanzia in più, ed un budget a disposizione più consistente ma... volere è potere, e siamo convinti che per una scelta simile valga la pena di fare qualche sacrificio.

Ultima considerazione: sappiamo che sarà Diego Della Valle ad avere l'ultima parola. Vale la pena ricordare come Diego ed Oriali si siano incontrati qualche settimana fa a Milano ed abbiano cominciato a parlare di una futuribile collaborazione. Non di meno, i due, si sono incrociati a cavallo degli anni 2000, uno come direttore sportivo, l'altro come membro del consiglio d'amministrazione dell'Inter. Sembra che al tempo si piacquero, e da allora coltivino la speranza di lavorare ancora insieme, magari lontano dalle grinfie di Moratti. E allora... quale miglior occasione di questa?