QUANDO IN TRIBUNA COMANDAVA LA RITA...
"Guai a chi parla male di Antognoni..." Lo cantava Pupo in una sua famosa hit, e a Firenze l'hanno sempre pensata così. O quasi... Proprio da qui parte il nostro racconto, e per questo torniamo al 6 novembre 1983. Una giornata uggiosa (come canterebbe Lucio Battisti) fece da cornice ad una partita senza storia, con un 5 a 0 che vide fra i marcatori Pecci, Massaro, Bertoni su rigore, oltre a "Paolone" Monelli autore di una doppietta. Protagonista in negativo (suo malgrado) fu il portiere rossoblù Sorrentino. Il malcapitato disputò una prova imbarazzante, condita da una papera clamorosa sul gol di Eraldone Pecci (un tiro ciabattato che passò sotto la pancia del baffuto n° 1 siciliano), tanto da ispirare alla curva Fiesole un improvvisato “Grazie Sorrentino oh, oh”, sulle note di “Vamos alla Playa” dei Righeira. Che ci volete fare, in curva (ai bei tempi) ci si divertiva così. I più attenti, però, avranno notato un’anomalia nel racconto di questa goleada, segnatamente riferita al quinto marcatore che fu appunto Daniel Bertoni... su rigore. Com'è possibile? Perchè il rigore non fu battuto (more solito) dal principe dei rigoristi viola, al secolo Giancarlo Antognoni? E' presto detto: perchè in quel momento il "capitano" sedeva in panchina, proditoriamente sostituito pochi minuti prima (si era al 75') dal mister dell’epoca, “Picchio” De Sisti.
Il motivo? Scarso rendimento. Una giornata storta può capitare a tutti, ma che toccasse a lui, all'uomo per antonomasia senza macchia e senza paura, era un vero e proprio evento. E siccome noi fiorentini non risparmiamo niente e nessuno, tramandano le cronache dell’epoca che in tribuna serpeggiassero mormorii del tipo…”Oh, oggi 'un azzecca una”… piuttosto che… ''Un c’è nulla da fare, oggi i'nostro 'un ingrana”. La tribuna si sa, è terra di politici, industriali, V.I.P di ogni genere, ma anche di mogli di calciatori e una di loro rispondeva al nome della sig.ra Rita Monosilio coniugata Antognoni. Rita era una donna dotata di rara bellezza (lo è tuttora!) ma anche di forte personalità e carattere da vendere, ed il vaso traboccò quando “Antonio” fu sostituito accompagnato anche da qualche fischio, affronto che divenne insostenibile per la signora Rita. Beh, il seguito è facilmente intuibile: tuoni e fulmini con tanto di interviste di fuoco a difesa del fuoriclasse di Marsciano e contro quell’allenatore, seppur vecchia bandiera viola, colpevole di lesa maestà. L’incidente diplomatico fu ricomposto dallo stesso “Antonio” qualche giorno dopo favorito dagli ottimi risultati della squadra, anche se di lì a tre mesi la frattura di tibia e perone lo mise fuori gioco per lungo tempo. Quando si dice che il buongiorno si vede dal mattino…