JOVETIC, E LA LEZIONE DI MONTELLA...

17.09.2012 00:50 di  Stefano Borgi  Twitter:    vedi letture
JOVETIC, E LA LEZIONE DI MONTELLA...
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© foto di Giacomo Morini

Apparentemente sono due numeri uno. Entrambi brillano di luce propria... amati, idolatrati, venerati. Allo stesso tempo nessuno di loro può rinunciare all'altro, un raro esempio di "gemelli siamesi" divisi nel fisico ma uniti nelle intenzioni, nelle necessità. Parliamo di Stevan Jovetic e Vincenzo Montella, la coppia di splendidi fuoriclasse che (seppur con ruoli e mansioni diverse) sta portando in alto la Fiorentina. E con lei i sogni, le speranze dei tifosi viola. Vincenzo Montella ha scommesso fin da subito sul recupero, fisico e psicologico, di un ragazzo a dir poco destabilizzato. Lo ha accolto nello spogliatoio ascoltandone i silenzi, i musi lunghi, rispettandone i dubbi e le omissioni. Addirittura gli è andato incontro, ne ha assecondato l'istinto ribelle convincendolo infine a restare... per la Fiorentina, per se stesso, per un futuro migliore. Tempo necessario? Un anno, forse due, quanto basta per crescere e diventare uomo. Jo-Jo, dal canto suo, si è affidato anima e corpo agli insegnamenti di un giovane vecchio, tanto sbarazzino da giocatore (non si è napoletani per caso) quanto maturo e consapevole da allenatore. Jovetic lo ha studiato, ha capito la lezione, ed ora raccoglie i risultati. Stevan ha messo a disposizione il suo talento, la sua qualità, le sue giocate di cachemire. Ne è venuto fuori un inizio di stagione che promette, che illude, che mette sul podio della meritocrazia un fuoriclasse ed il suo allenatore. Ed il bello è che non si sa dove cominci uno, e dove finisca l'altro.

LA LEZIONE DI MONTELLA - Tutto ha avuto inizio nel ritiro di Moena, quando l'obiettivo dichiarato era... riportare il sorriso sul volto di Jovetic. Un'impresa disperata, agli occhi dei più. Non per Montella, le cui fortune di allenatore passavano dai piedi e la testa di quel ragazzo talentuoso, a tratti geniale... ma triste. Tremendamente triste. Vincenzo ha lavorato di cesello, lo ha fatto sentire importante, addirittura lo ha sfidato (e battuto) in una sfida ai rigori che strappò il primo sorriso stagionale. Quasi fosse un gol all'incrocio dei pali. Da lì la strada è stata tutta in discesa, ed il resto lo ha fatto Andrea Della Valle: con passione, entusiasmo, sopratutto respingendo le offerte della Juventus. La lezione di Montella però non finisce qui. Dalla teoria alla pratica il passo è breve. L'aeroplanino non ha dimenticato il suo glorioso passato, quello di attaccante che attaccava lo spazio, aggrediva l'area di rigore, affrontava e batteva inesorabilmente i portieri avversari. Questione di istinto, di cromosomi, ma anche di esperienza. Di vita vissuta. Quella che Montella cerca di insegnare a Stevan Jovetic. "Se Montella è stato importante nella mia crescita? Sicuramente - ha chiosato Jo-Jo nel dopo-Catania. Per esempio, mi ha insegnato ad andare in profondità, a puntare la porta, ad essere più concreto in zona gol. A me piace giocare il pallone, venire incontro e cominciare l'azione, ma un attaccante deve fare gol. E' una cosa che sto imparando grazie a lui..." Ed anche in questo caso si vedono i risultati: 4 gol in tre partite, conclusioni di destro e di sinistro, ma sopratutto una cattiveria sotto porta che Jovetic non aveva. Almeno fino a che non sono cominciate le ripetizioni private... Ne siamo sicuri, a fine stagione Jovetic sarà promosso. E con lui la Fiorentina.