ARBITRI, CARTELLINI E... AUTOGOL

15.10.2012 00:30 di  Stefano Borgi  Twitter:    vedi letture
ARBITRI, CARTELLINI  E... AUTOGOL
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© foto di Federico De Luca

Qualcuno disse... "Ci vuole una vita per costruire, un attimo per distruggere". E' più o meno (per la prima parte dell'aforisma) quello che è successo alla Fiorentina, allo stesso tempo è quello che (vedi la seconda parte) alla stessa Fiorentina non vorremmo succedesse. Dopo due anni orribili (parlando di calcio... praticamente una vita) la Fiorentina si è rifatta una verginità, ha costruito basi solide per il futuro. Di contro basta poco, pochissimo (un attimo... appunto) per distruggere tutto, quantomeno per minare quanto di buono è stato faticosamente messo su. Per questo formuliamo certe riflessioni, sunteggiando gli eventi positivi e precorrendo quelli negativi. Per questo diciamo... "Giù le mani dalla Fiorentina", per non correre il rischio di rompere un meraviglioso giocattolo che sta nascendo.

FENOMENO MONTELLA - La Fiorentina di Montella gioca il più bel calcio del campionato. La Fiorentina di Montella può ambire al terzo posto. La Fiorentina di Montella (per la proprietà transitiva) può andare in Champions League. E ancora... Il centrocampo della Fiorentina è il migliore della serie A. La difesa della Fiorentina? Quasi. Stevan Jovetic è uno dei pochi fuoriclasse della serie A, Vincenzo Montella è uno dei migliori allenatori di serie A. E' ancora giovane, ma diventerà un grandissimo. La Fiorentina infine è un esempio di correttezza, un modello di civiltà, non protesta contro gli arbitri, sponsorizza "Save the Children", paga regolarmente gli stipendi il 27 del mese. La Fiorentina pratica il fair-play in tutte le sue forme, ha ideato il "cartellino viola". E allora, cosa si evince da questo elenco virtuoso? Che la Fiorentina di Montella, dei Della Valle, di Pradè e di Macià è un giocattolo bellissimo, che rasenta la perfezione (manca una punta, ci accodiamo al tormentone...) e che di conseguenza può inserirsi tra le "grandi" del campionato. Col risultato di "rubare" un posto al sole ad una tra Milan, Inter, Roma e Lazio. Eh già, perchè fermo restando Juventus e Napoli un gradino sopra le altre, dietro se la possono giocare in tante. E la Fiorentina (vox populi) è la migliore di tutte.

ARBITRI E CARTELLINI - Fin qua i pregi, le cose belle, le virtù proprie di un manipolo di volenterosi in maglia viola. Poi arrivano le ruspe del potere, coloro che (senza volerlo, ci mancherebbe...) possono distruggere in un attimo quello che si è costruito in una vita. La Fiorentina, in sette giornate di campionato, ha subito tre rigori. Due di questi decisivi contro Parma e Inter. Di contro i viola hanno avuto un penalty a favore (fallito da Jovetic ancora contro il Parma). Fin qui i fatti reali. Poi si può disquisire sui fatti presunti, come l'intervento di Chiellini su Pasqual in Fiorentina-Juventus. A parti invertite l'arbitro avrebbe concesso il rigore? Passiamo alla distribuzione dei cartellini. Contro il Chievo la Fiorentina avrà 4 giocatori in diffida (a rischio squalifica contro la Lazio): Roncaglia, Pizarro, Jovetic e Gonzalo Rodriguez. Da notare come la Fiorentina abbia subito 22 ammonizioni in 7 giornate (più di tre a partita), cosa rara per una squadra che fa del possesso palla e della costruzione della manovra le sue caratteristiche principali. Da notare ancora (per esempio) come un difensore arcigno, duro, deciso come lo juventino Chiellini abbia fino ad oggi rimediato una sola ammonizione, mentre il viola Jovetic (notoriamente soggetto alle "cure" dei difensori avversari) sia già a quota tre. Appunto a rischio squalifica. Senza contare casi clamorosi come quello dell'interista Samuel, o del bolognese Natali graziati ripetutamente (ed in qualche caso spudoratamente) dai vari direttori di gara. Sempre e comunque contro la Fiorentina. Vittimismo? Provincialismo? Mania di persecuzione? Niente di tutto questo. Sono dati di fatto. L'atteggiamento ambiguo della classe arbitrale è un dato di fatto, e non nascondiamo il timore che questo possa tarpare le ali ad una squadra che sta per spiccare il volo. Elogiata ed apprezzata da tutti. Per questo esortiamo i dirigenti viola alla massima attenzione, alla costante presenza nei palazzi della Lega, allo scopo di tutelare gli interessi della Fiorentina. Mantenendo ovviamente la consueta signorilità, ormai un riconosciuto marchio di fabbrica.

AUTOGOL - Con riferimento agli stessi dirigenti, vogliamo chiosare sull'assegnazione del "Cartellino Viola" a Miroslav Klose. Salvo il fatto che... il gesto non sussiste, in quanto il tedesco è stato costretto ad ammettere la colpa (vogliamo dire che è stato furbo?) il premio all'ex-Bayern di Monaco appare una sorta di affronto a tutto il popolo viola. Non staremo qui a rivangare i fatti accaduti (ahimè, ancora ben impressi nell'immaginario collettivo), poniamo semmai l'accento sul rischio di incrinare il rinnovato rapporto tra tifoseria, squadra e società. Il problema non è il "Cartellino Viola" (premio originale, ma che non sposta gli equilibri) quanto la mancanza di rispetto verso chi è stato beffato, oltraggiato, derubato di un sogno chiamato "quarti di finale" di Champions League. E stiamo parlando del tifoso della Fiorentina. E attenzione, non siamo noi a dirlo, basta andare a spulciare i social network, leggere ed ascoltare i messaggi lasciati sui siti, alle radio. Ecco perchè parliamo di autogol, di passo falso, un esercizio di buonismo del quale non se ne sentiva il bisogno. Come la polemica che ha coinvolto la stessa dirigenza per una telefonata di cui andare orgogliosi e giudicata peggiore della grandine del '66 (inutile fare nomi, la storia è fin troppo nota). Qualcuno si è accorto dell'aria salubre, pulita, priva di scorie che si respira oggi intorno alla Fiorentina? I risultati della squadra, l'entusiasmo della piazza ne sono la diretta conseguenza. E allora, che nessuno cada nell'errore di avvelenare l'ambiente. Anche questo sarebbe un autogol, e di quelli clamorosi. Ci rifacciamo al nostro incipit: la Fiorentina sta costruendo qualcosa di grande, di importante, col contributo di tutti. Nessuno escluso (anche, e sopratutto, dei dirigenti di cui sopra). Cerchiamo allora di fuggire l'attimo, quello che potrebbe distruggere tutto.