VLAHOVIC, Dopo l'Inter è cambiato tutto. FR7 esempio
Vi riportiamo di seguito i passi più interessanti dell'intervista di Dusan Vlahovic al Corriere dello Sport, dopo l'estratto di questa mattina: «Partita spartiacque? La gara con l’Inter, quella dell’andata a San Siro, dell’errore davanti al portiere (il mancato 2-4, ndc). Ho capito subito quello che avevo combinato. Qualche dubbio, su di me, è venuto per primo a...Dusan. Il mio post allenamento? Continuo a lavorare, faccio tutto quello che è possibile fare. Se abbiamo una seduta di lavoro dalle 11 del mattino alle 13, non è che un minuto dopo io ho finito. Non si finisce mai d’imparare in generale, figuriamoci a 21 anni. E’ così mi trattengo in palestra, lavoro sulla prevenzione, mi soffermo sui tiri in porta, sui passaggi, sugli stop.
E poi ancora, con lo staff tecnico, mi concentro sul piede cosiddetto “debole”, o sulla fase aerea, perché sono tutti fondamentali che non vanno mai trascurati. FR7 un esempio? Nel post lockdown, Franck arrivava al centro sportivo con almeno due ore d’anticipo rispetto alla convocazione. Se lo fa lui, che ha quasi 38 anni ed ha vinto tutto quello che un calciatore può solo immaginare, posso mai io, giovane che deve affermarsi, restare a dormire o a guardare? No, è un lusso che non voglio permettermi. Mi ha dato fin dall’inizio tanti consigli pratici, sul campo, ma mi ha dato una mano anche fuori. Quando ero giù di morale, lui mi parlava dicendomi di non mollare. E’ stato così che ho capito cosa significhi essere un campione sul rettangolo verde e nella vita. E Franck lo è, gigantesco ovunque».