MERLO A RFV, Antognoni è stato troppo buono, ora è tardi

15.10.2022 19:15 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
MERLO A RFV, Antognoni è stato troppo buono, ora è tardi
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© foto di Federico De Luca

L'ex viola Claudio Merlo è intervenuto a Radio Firenzeviola per parlare dei 50 anni dall'esordio di Giancarlo Antognoni e non solo: "Giancarlo ha esordito a Verona quando io ero capitano viola, ho ancora la foto mentre gli parlavo. Liedholm ce lo mostrava come un fuoriclasse e con De Sisti scherzavamo sul fatto che non avremmo più giocato ma poi negli anni si è dimostrato tale".

A Lecce da chi ripartirebbe? "Dalla stessa formazione e non cambierei più, con Jovic davanti e Barak mezza punta, con due centrocampisti davanti alla difesa e gli esterni visti giovedì. E vero che si gioca ogni tre giorni ma ci sono anche 5 cambi. Il tecnico in difficoltà ad adattarsi? Lui li vede più di me ma cambiare ogni volta 6-7 non aiutava e credo che lui lo abbia capito. Per me quella con gli Hearts era squadra titolare. Esaltarsi non bisogna esaltarsi ma bisogna essere consapevoli che possono solo migliorare. Ma se Italiano torna a cambiarne 7/8 a partita non ha senso. L'ossatura deve esserci sempre, le big non cambiano mai".
 
Cambierebbe modulo? "Dipende dal tecnico, qualche volta in corsa se le cose vanno male bisogna cambiare. Però con i due centrocampisti sei più coperto ed hai più possibilità di attaccare".

Cabral bocciato? "Deve decidere Italiano, anche con Vlahovic è stato fatto così. Se sceglie Jovic continui con lui e non alternarsi altrimenti non si ambientano mai".



Mentalmente quanto contano i 5 gol? "Contano molto, inoltre è rientrato Gonzalez e c'è Kouamè, le vittorie aiutano. Se si vince a Lecce le cose cambiano".

Quanto servono leader? C'è bisogno di un leader in campo e negli spogliatoi che parli, noi avevamo Pirovano ad esempio. Ma capisco che sono cambiati i tempi. Potrebbe essere Milenkovic, che dovrebbe guidare la difesa per esempio. Per me i leader erano Dunga, Pizarro ma in un gioco di squadra ormai sono spariti. Ma in campo sono mancati Gonzalez e Sottil".

Antognoni ha detto di essere diventato cattivo, è vero? "E' buono come il pane e doveva avere più cattiveria e farsi sentire prima, doveva subito dire alla nuova proprietà quello che voleva fare. Come in Nazionale quando arrivarono quelli della Juve fu il primo ad uscire perché era troppo buono ed ha sempre parlato poco. Ora ha detto di voler essere cattivo ma ormai è tardi. Aneddoti? Pochi perché pensava a giocare, a Verona per esempio provai a chiedergli come stava ma mi sembrò tranquillo e da allora non smise più di essere titolare. Ci fu la sfornata di giovani bravi, peccato l'incidente di Guerini e Caso altrimenti con loro e Antognoni poteva essere un'altra Fiorentina ye-ye anche quella".

Batistuta in società? "E' un nome forte, se viene vorrà fare qualcosa, come Maldini al Milan, perché se non fai quel lavoro lì cosa stai a fare alla Fiorentina? Le bandiere e basta non esistono altrimenti poi ti mandano via. Si è candidato ma bisogna vedere quanto vuole di soldi e se la proprietà lo vuole perché è un grosso nome. Il 10? Si l'ho indossato anche io ma per me sono solo numeri, che vuol dire che gli altri giocatori non contano?"