De Gea: "Ho avuto tante offerte ma a Firenze sono felice. Nazionale? Disponibile ma non mi toglie il sonno"

Il portiere della Fiorentina David De Gea ha rilasciato una lunga intervista a "Cronache di spogliatoio" in cui ha parlato della sua carriera partendo dal rinnovo con la società viola
Avevi tantissime offerte, ma hai scelto di rinnovare con la Fiorentina
"È vero. Ho avuto offerte ed è stata una scelta importante. Anzi, ringrazio la società perché ha fatto uno sforzo per tenermi. Probabilmente è uno dei miei ultimi contratti, vista l’età. Sto bene qui, lo dicevo da tempo alla mia famiglia: ‘Voglio restare alla Fiorentina’. Amo il club, la gente, i tifosi… è come una grande famiglia, il centro sportivo poi è fantastico. Sono felice a Firenze".
Hai giocato in tantissimi spogliatoi insieme a calciatori molto importanti: stai soffrendo questo cambio generazionale?
"Quando sono arrivato in Inghilterra ero molto giovane. Non parlavo con nessuno. Ho visto due epoche: il rapporto tra calciatori è l’aspetto che più è cambiato nel calcio. È una cosa… che mi pesa abbastanza. Quando ero un ragazzo, arrivavo nello spogliatoio e innanzitutto salutavo: se qualcuno mi parlava, rispondevo, altrimenti stavo zitto e ascoltavo i più grandi, senza disturbare. Ora è tutto diverso: i ragazzi praticamente non ti salutano neanche. Non c’è più il rispetto di prima, credo che si sia perso e sia un altro mondo, totalmente diverso. Negli ultimi anni, anche in Spagna, mi sono sentito fuori posto. Ne parlo spesso con Mata ed Herrera: siamo di un’altra generazione. Mi pesa molto vedere i giovani ragazzi che non hanno ancora fatto niente nel calcio sentirsi di aver già fatto tutto dopo una partita. Fatico a capire questa mentalità".
Pensi che oggi sia più facile sentirsi giocatore?
"Prima era molto più difficile. Anzi, era quasi impossibile trovare continuità a 17 anni. Mi pesa questo cambio generazionale. Quando sono arrivato in Inghilterra ero molto giovane e anche timido: ora ho molta più esperienza e alla Fiorentina sono praticamente tutti più giovani di me. E quindi cerco di parlare con tutti e aiutarli in ciò che posso, voglio essere un esempio dentro e fuori dal campo. Mi piacerebbe essere un modello per chi mi vede come un veterano".
A Firenze invece ti trovi benissimo con i tuoi giovani compagni di ruolo. Siete andati anche a cena insieme!
"Sono dei ragazzi splendidi. Hanno voglia di imparare, ti osservano, cercano sempre di migliorare. Sono davvero bravi. E quando vedo persone brave che vogliono imparare, mi piace aiutare e fare tutto il possibile affinché migliorino e stiano bene. Prima della partita contro il Lask in Conference League, avevo detto a Martinelli che se avesse fatto un clean sheet, li avrei portati tutti a cena. Tommy ci è riuscito e dopo una settimana siamo usciti tutti insieme e ho offerto io. Loro hanno preso i frutti di mare, ma a me non piacciono molto".
Il tuo rapporto con Kean, invece, qual è?
"Molto buono. Quando sono arrivato, il mio italiano era pessimo e parlavamo in inglese. Ora sono migliorato e comunico con lui più facilmente. Ha fatto una stagione ottima, ma adesso per me deve fare un altro anno buono, e poi un altro ancora e così via. Non basta un anno buono, deve proseguire così e dare continuità a ciò che ha fatto. Ha fatto numeri molto buoni, ma deve continuare così e dimostrare di poterlo fare nel tempo".
Ti piacerebbe tornare in Nazionale? È un sogno che hai ancora?
"Non è una cosa che mi toglie il sonno. Ho giocato abbastanza per la Spagna, sono stato parecchi anni in Nazionale e ho ricordi bellissimi. Io faccio del mio meglio, se il ct in qualche momento vorrà chiamarmi, io sono qui. Ma me la vivo tranquillamente, non è qualcosa che mi uccide. Ho vissuto il mio periodo lì, giocando due Mondiali e due Europei. Ho fatto il meglio che potevo. Ora nella mia testa c’è solo la Fiorentina: vogliamo fare un buon anno".
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