SERVE GIOCARE DA SQUADRA
L'unico modo per ritrovare la Fiorentina di qualche settimana fa, con un trend più che positivo, è tornare a ragionare da squadra, da società, da tifoseria, da Firenze. Se c'è un punto fermo da quando Rocco Commisso è diventato proprietario della Fiorentina è quell'aria nuova che si respira da giugno, tra entusiasmo, voglia di pensare in grande e soprattutto di fare. Negli ultimi giorni però qualche malumore è riaffiorato e rischia di creare divisioni pericolose, con qualche persona di troppo che aspetta un altro passo falso per affossare l'allenatore e magari Chiesa, più o meno nell'ordine.
Sconsigliando di fare passi indietro appunto pericolosi nell'ambiente, c'è da augurarsi però che anche in campo si torni a ragionare da squadra. Solo un gruppo affiatato può andare oltre i propri limiti, inevitabili in una rosa assemblata in poco tempo. Ed è inutile sperare di trovare il deus ex machina nel mercato di gennaio, il giocatore che risolva tutto insomma. Chi ce l'ha lo tiene stretto e non sempre si ha la fortuna di trovare un Salah per strada, come qualche anno fa.
Ecco perché chi gioca deve trovare quella voglia di lottare l'uno per l'altro, di aiutare i compagni, prendendo per mano la squadra senza però incaponirsi in individualismi sterili. E il consiglio è rivolto soprattutto ai giovani, con Chiesa in testa, perché giocare da solo o sbraitare verso chi non passa la palla o non la passa bene non serve a nulla. Guai però a colpevolizzare troppo Chiesa o a pensare che sia altrove con la testa perché il problema è forse proprio il contrario, cioè la sua voglia di strafare e di voler risolvere la partita da solo forzando le giocate o andando in campo con la febbre. Insomma ritrovare lo spirito di gruppo è il primo passo da fare, perché il talento di uno solo (Ribery o Chiesa che sia) non basta mai.