PRANDELLI, Champions? Avanti senza limiti
Cesare Prandelli ha parlato ai microfoni di Radio Anch'io lo Sport, affrontando tantissimi argomenti. Dalla difficile gara di ieri pomeriggio a Verona, passando per l'avventura in Champions League arrivando fino al caso Mutu.
Sulle difficoltà viola in campionato: "Non è che il campionato sia più difficile della Champions League. In Europa stiamo giocando con impegno, fisico e nervoso, ed è chiaro che qualche punto in campionato lo abbiamo perso. Il problema è arrivato con gli infortuni. Fino ad ora siami stati bravi a gestire la situazione, ora è difficile"
Sulla rosa: "Non credo che la nostra sia una rosa corta. Numericamente siamo messi bene. Ovviamente se poi dieci giocatori si fanno male contemporaneamente la situazione cambia"
Proprio sui tanti infortuni: "Abbiamo giocato tantissimo in questi mesi. Siamo la squadra che ha disputato più gare. Diventa molto difficile fare la preparazione. Ne devi studiare una per i preliminari, poi una per la stagione e quindi una mirata sui gironi di Champions League. E' difficile. Nel calcio di oggi ogni giocatore ha bisogno di un programma personalizzato"
Sulla gara di ieri a Verona: "Il Chievo ha fatto una grande gara, mettendoci in difficoltà tattica ma soprattutto fisica. Ho dovuto chiedere a tanti giocatori di scendere in campo nonostante le difficoltà"
Sul calcio italiano. Sul grande nervosismo che circonda questo mondo e su una classifica mai così corta: "E' così da sempre, siamo troppo nervosi ma, soprattutto, ci prendiamo troppo sul serio. La classifica è molto stimolante. Ci sono dieci squadre che lottano per il quarto posto e per i tifosi è bellissimo. Tutti possono sognare"
A cosa è dovuta questa situazione? "Innanzitutto al fatto che alcune squadre non giocano le coppe, e quindi possono preparare al meglio tutte le partite. Ma soprattutto si è capito che si può giocare e viso aperto anche con le grandi. Le big soffrono se attaccate, ed i campioni non sopportano dover correre per recuperare palla. Questo è il segreto. Penso al Bari dell'altra sera. Che spettacolo. Sembrava il Barcellona a San Siro".
Arriviamo a Firenze: "E' una città che chiede tanto, esigente, ma che in cambio ti da tutto. Ha una generosità fuori dal comune. Prendete la situazione di adesso. Sa che questo gruppo è al limite delle sue forze e non chiede niente di più, anzi. Ci coccola"
Sulle critiche ricevute dalla società per il mercato esitvo: "E' normale, comprensibile. Se vendi un giocatore che ha fatto bene la gente si arrabbia. Alla Fiorentina però il concetto è chiaro. Chi ha certe offerte e vuole andarsene è libero di farlo. Chi sta con noi deve avere il sorriso sulle labbra"
Su Mutu e la sua difficile situazione: "Deve pensare solo ed esclusivamente al calcio, agli allenamenti e al recupero. Lui ha una grandissima personalità, e nelle difficoltà è riuscito sempre a trovare la forza per reagire, ed uscirne più forte di prima. Adesso sta recuperando bene"
Sul progetto Fiorentina: "Noi vogliamo continuare a crescere, soprattutto aiutando qualche singolo a migliorarsi. Non dobbiamo porci limiti. Quando hai qualità hai dei vantaggi, e noi ne abbiamo. Il nostro è un progetto vincente, da tutti i punti di vista"
E in Champions? Dove arriva la Fiorentina? "Anche qua, non esistono massimi, non esistono limiti. Dobbiamo continuare a giocare con la voglia di prevalere, di giocare meglio degli avversari. E' chiaro che poi i valori emergono, ma con l'organizzazione ed il coraggio puoi mascherarli, e sorprendere. Non abbiamo obiettivi minimi"
Sulla storica impresa di Anfield: "Non ho vissuto emozioni particolari, ma ho ripensato a questi quattro anni di lavoro, a tutte le difficoltà. Spesso nel calcio ci si dimentica del passato. Mi è venuta in mente la penalizzazione, e tutti quei momenti. Quanta strada abbiamo fatto! Vedere la gente esultare a Liverpool mi ha reso felice"
Immancabile una parola sulla Nazionale: "Basta con questa storia. Sapete cosa penso della Nazionale? Che ha un c.t che è campione del mondo, e che la mia unica speranza è che lo diventi ancora. Stop. Per il resto programmare il futuro non mi piace"