MILANO-DIPENDENTI

21.06.2011 12:15 di  Marco Gori   vedi letture
MILANO-DIPENDENTI
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Quando la Fiorentina dei Della Valle era davvero forte, qualcuno andava a cercare il pelo nell'uovo dicendo che la squadra era Toni-dipendente, o, successivamente, Mutu-dipendente. Nelle ultime, deludenti, stagioni, il team gigliato è stato dipendente solo da alcuni eventi, in gran parte casuali, come la ritrovata vena di Mario Alberto Santana o la scarsa forma delle compagini avversarie che ha permesso anche ad Alessio Cerci di esaltarsi. Ma inutile piangere sul latte versato, ormai bisogna guardare al futuro. A quel nuovo ciclo che stenta però sempre più a decollare. E pensare che basterebbe così poco per riaccendere tra i tifosi viola l'entusiasmo. Un elemento senza il quale qualsiasi mossa che effettuerà il club gigliato verrà guardata con diffidenza. Basterebbero due nomi nuovi, quelli di Delio Rossi e di Antonio Cassano. Ovvero di un tecnico che, non solo dal punto di vista squisitamente tecnico, si avvicinerebbe molto a quelli che sono i gusti della piazza fiorentina, e di un giocarore dal carattere difficile ma capace di regalare quelle giocate che il sempre più sparuto pubblico del "Franchi" di recente ha visto fare solo ai giocatori avversari. Si parla di oparazioni non facili, e soprattutto, come spiegheremo tra un po', vincolate ad altra situazioni. Ma due operazioni che potrebbero tornare utili a tutti.

Nella stagione 1988/89, la penultima dell'era Pontello, in panchina c'era un certo Sven Goran Eriksson ed in campo due giocatori di assoluto talento come Roberto Baggio e Stefano Borgonovo, uno di grande carisma come Carlos Dunga e poi una lunga serie di "gregari". Eppure quella Fiorentina riuscì, seppur in maniera rocambolesca, a qualificarsi per la Coppa UEFA, il che equivale, o poco ci manca, ad un piazzamento in zona Champions dei giorni nostri. Un tecnico con le idee veramente chiare, almeno un elemento che sappia giocare davvero al calcio e tanta gente, giovane o vecchia che sia, che abbia voglia di lottare per tutti i novanta minuti; capace, all'occorrenza, anche di non essere dipendente dal suo fuoriclasse: su questo potrebbero incontrarsi società e tifosi. Ma, purtroppo, la dipendenza pare un male da cui la Fiorentina non riesce a liberarsi. Giustamente la società manda messaggi che ribadiscono l'assoluta solidità del legame con Mihajlovic. Ma non può non aver percepito il messaggio che Firenze sta mandando da qualche giorno a questa parte riguardo alla guida tecnica della squadra. Tuttavia, niente cambierà a meno che qualcosa non si muova da Milano, sponda nerazzurra, a livello reale e formale. Discorso analogo per quanto riguarda Antono Cassano, anche se stavolta l'interlocutore, anzi, l'arbitro della situazione, è il Milan. Il talento di Bari vecchia potrebbe partire, ma pare che si attenda l'arrivo di un grosso nome, come quello di Didier Drogba, e che Allegri valuti il giovane El-Shaarawi. Dinamiche normali nel calciomercato, per carità, ma che evidenziano come sia cresciuto ulteriormente il divario tra la Fiorentina e le cosiddette "big". E, soprattutto, come per effettuare delle scelte coraggiose si debba ormai attendere che qualcosa avvenga prima in casa altrui.