LA QUIETE APPARENTE E LA SPERANZA CHE CRESCE
Si è aperto in una sorta di quiete apparente il mese di aprile. Mentre i dati del contagio da Coronavirus sembrano finalmente rallentare il Governo allunga fino al 13 aprile il lockdown, ma è quasi inevitabile ritrovarsi già a guardare oltre, dopo Pasqua. Tutti vorrebbero tornare il prima possibile alla normalità, alla vita quotidiana che rappresentava la routine fino al 9 marzo scorso, ma gioverà ricordarsi che il rischio di gettare il sacrificio di oltre tre settimane di clausura sia reale.
Non può fare troppa eccezione nemmeno il calcio, che anzi già da ieri ha cominciato ad interrogarsi sull'opportunità di riprendere gli allenamenti proprio dopo il 13 aprile. Sarebbe del resto in quella settimana centrale di aprile che le squadre potrebbero nuovamente chiamare i calciatori ad allenarsi pur garantendo le minime regole di sicurezza come le inevitabili sedute a gruppi divisi, e sarebbe invece verso l'ultima settimana di maggio che sarebbe possibile immaginare le prime partite rigorosamente a porte chiuse.
Nulla di certo, semplici ipotesi che ancora ieri ribadiva il Presidente della FIGC sempre più determinato a regalare comunque un esito alla stagione, ma pur sempre spiragli di speranza in un finale di campionato che possa aiutare tutti a sostenere l'incerta traversata verso la prossima annata, magari accompagnati da un mercato lungo dall'estate a Natale. Il tutto, ovviamente, a patto che dalla quiete di questi giorni si passi all'euforia di un virus e di un contagio sempre meno dilagante nel nostro Paese.