IN CERCA D'EQUILIBRIO
Quasi macigni i sassolini che Rocco Commisso ha voluto togliersi ieri in conferenza stampa a margine della presentazione del nuovo Centro Sportivo di Bagno a Ripoli. Di certo stupisce il silenzio di un Chiesa che, rapporto con la piazza a parte, nei confronti del presidente viola avrebbe di che ringraziare, un po’ meno una certa reazione di pancia da parte di una larga fetta del tifo rimasta delusa dalle recenti scelte di mercato.
Non si arrabbi troppo il numero uno viola, tanto più in una città dove le vicende della Fiorentina arrivano prima di molte altre questioni. L’attesa, e le aspettative, si sono alimentate via via che Commisso si è ambientato nel suo nuovo mondo calcistico (anche per un piano comunicativo avviato con toni decisamente importanti) e le critiche che oggi riguardano il mancato acquisto di un centravanti, o le difficoltà tattiche di una squadra che adesso Iachini dovrà risolvere, fanno semplicemente parte di un calcio nel quale risultati (e gioco) incidono in modo determinante sulla critica (che sia frutto dell’opinione pubblica o della stampa).
Anche perchè poi nessuno ha messo troppo in dubbio l’impegno di un imprenditore che sta per regalare alla Fiorentina il più bel centro sportivo d’Italia, tantomeno la sua determinazione nel portare a termine l’infinita corsa a un nuovo stadio nonchè la passione e la presenza fisica che ha contraddistinto il suo primo anno di presidenza viola. Le discussioni, semmai, sono nate intorno a un’organizzazione generale societaria che può essere ulteriormente oliata (la questione fascia Chiesa lo dimostra) e a una catena decisionale che ha dato vita a qualche contraddizione di troppo come nel caso della conferma di Iachini a fronte di altre scelte operate dai dirigenti.
Ha invece pienamente ragione il patron viola quando reclama tempo e pazienza. Se è lecito attendersi un secondo anno comunque di miglioramento rispetto all’esordio italiano è altrettanto vero che molti dei progetti attualmente vincenti affondano le proprie radici in scelte e decisioni passate, anche di qualche lustro come nel caso dell’Atalanta la cui proprietà Percassi si è insediata, in Serie B, ormai quasi 10 anni fa. In fondo il ciclo di Gasperini, pur con risultati immediati, è oggi al suo quinto anno di vita. Trovare un equilibrio può così diventare l’obiettivo del momento, a patto che anche Commisso capisca quanto sia diversa da qualsiasi altra impresa quella follia rappresentata dal diventare proprietario di una società di calcio vissuta come la Fiorentina a Firenze.