I GIUSTI TONI
Serviva eccome l’intervento del presidente Commisso, e serviva anche stemperare una delle ultime vicende pendenti in ambito di un rapporto con la stampa non idilliaco. In linea con una strategia rinnovata le parole del numero uno viola contribuiscono a rendere il clima più giusto, nell’ottica di una squadra nuova ma anche di un ambiente ancora inevitabilmente alla finestra per capire che tipo di dimensione vorrà crearsi la sesta Fiorentina dell’era Commisso
Prospettiva annuale - Si dirà che i concetti espressi dal proprietario viola sono tutt’altro che inediti e anche che sul piano degli obiettivi si resta ancorati a una prospettiva a corto raggio, lasciando sospese speranze e ambizioni a medio lungo termine, ma sul piano sportivo la presenza del presidente diventa anche uno scudo al gruppo di lavoro cambiato, da Pradè che in prima fila ha guidato la campagna acquisti insieme a Goretti, al tecnico Palladino fino al ruolo di Ferrari, ora tutti esposti ai giudizi che fornirà il campo.
Gli obiettivi e il miglioramento - Resta semmai l’interrogativo sul reale miglioramento che insegue questa Fiorentina, che poi è lo stesso sul fronte degli affari conclusi con ottimo successo economico ma un po’ meno in termini sportivi, almeno se il passo in avanti dovesse essere così ridotto come negli ultimi anni in cui i viola, coppa a parte, si sono assestati tra il settimo posto del primo anno di Italiano e i successivi due ottavi. Insomma c’è da comprendere chi non fosse rimasto entusiasta degli interventi “sportivi” di Commisso, ma in avvio di una stagione di ripartenza il suo intervento era necessario e decreta una compattezza che sarà necessaria nel corso di un’annata che tutti si augurano più lunga possibile.
Cambi fisiologici, ma non adesso - Quale futuro poi saranno evidentemente determinate contingenze, o offerte a raccontarlo, tanto più se per un volta Commisso tira in ballo cambiamenti “fisiologici” nei club. Un’apertura diversa rispetto al passato seppure a margine della volontà (ribadita) di non voler cedere adesso ma anzi di vivere il viola come un affare di cuore. Quello stesso cuore sportivo che forse non riuscirà a convincere totalmente una piazza ancora scottata dalle ultime delusioni in finale, ma che Commisso ha tornato a far sentire dopo un bel po’ di silenzio.