FOCATI SOLO SUL PRESENTE, MA PER IL FUTURO...
La Fiorentina sta tornando sulla carreggiata giusta dopo un lungo sbandamento. L'autista ha perso il controllo e a fatica è riuscito a rimettere la macchina, malconcia, sulla strada. L'auto cammina e, con qualche altro aggiustamento, può addirittura correre. Ma i segni esterni ci sono tutti e non basterà una verniciata alla carrozzeria per farla sembrare nuova. Che - adattando il discorso alla Fiorentina - significa che la squadra con Sousa al volante è tornata sì a far bene ma che difficilmente la corsa proseguirà insieme nel futuro. La parola futuro per ora è bandita al centro sportivo, ben inteso. C'è una stagione da raddrizzare, c'è un lavoro di società e staff tecnico "focato" esclusivamente sul presente, passo dopo passo.
E oggi al centro sportivo c'è anche un discreto ottimismo di poter far bene. Il punto è che Paulo Sousa qualche segno con le sue parole lo ha lasciato, nella società e nei tifosi che si chiedono come sia possibile tollerare un allenatore che dice cose poco edificanti verso la società, con garbo per carità, mai accuse dirette ma con giri di parole significanti. Colpa di chi estrapola frasi dai suoi discorsi? Forse, ma per un comunicatore come Sousa non dovrebbe essere difficile capire il peso delle parole, nonostante le marce indietro.
Quando ad esempio, per rimanere al mese di ottobre, dice che, riferito al mercato, non ha avuto nessuna influenza su chi è rimasto e su chi è partito o tornato è come scaricare le responsabilità della squadra che ha (ma non aveva precedentemente detto che solo su Maxi Olivera non aveva espresso giudizi perché non c'era stato tempo?), quando dice che è un sognatore ma è stato costretto ad essere realista è come dire che alla Fiorentina non è possibile sognare (e il Leicester allora come avrebbe potuto vincere uno scudetto senza sognare?)...
Insomma estrapolate e interpretate che siano, le parole dette da Sousa restano e forse non piacciono tanto, né alla società né ai tifosi che per inseguire il sogno viola fanno tanti sacrifici. Certo neanche a Sousa sembra siano piaciute le voci su ipotetici contatti tra la dirigenza e Pioli, in un momento in cui i risultati e il gioco non gli davano ragione. Sta di fatto che società e tecnico ora si attengono al presente e solo a quello perché al futuro insieme nessuno vuole pensare.
Il contratto scade a giugno e per ora l'opzione per il terzo anno non è stata esercitata. Anzi, a meno di svolte eclatanti nella mente di entrambi le parti, non accadrà mai e a fine stagione il tecnico sarà libero di inseguire nuovi sogni, come sembra aver sempre fatto nella carriera che -rari casi a parte, Fiorentina compresa -lo vede cambiare di anno in anno società. E probabilmente a maggio, se non fosse stato per Corvino, difficilmente avrebbe proseguito questa avventura. Il patto con il dg d'altronde è stato chiaro: proseguiamo per una stagione, dando ognuno il meglio di sé nel proprio ambito, poi -se vogliamo - se ne riparlerà o arrivederci.