FIORENTINA-FIGLINE, I "più" e i "meno"

FIORENTINA-FIGLINE, I "più" e i "meno"
FirenzeViola.it

Un gol in novanta minuti e qualche indicazione aggiuntiva per la Fiorentina che oggi Cesre Prandelli ha provato in svariate combinazioni nel corso della partita. Puntando l’attenzione sulle individualità ecco chi si è messo in luce e chi ha accusato ancora qualche ritardo sulla condizione ottimale.



In evidenza
- Osvaldo: Autore del gol decisivo e pronto nel giostrare con maestria sulla fascia sinistra e al centro dell’attacco. E’ uno dei più in forma, un fisico ulteriormente ingrossato lo rende spesso punto di riferimento delle manovre avanzate. Gioca con scioltezza palla al piede e tenta senza paura spunti personali e giocate di fino. Presente anche nel gioco aereo è una crescente garanzia per l’attacco della Fiorentina.
- Melo: La squadra ha assimilato la sua presenza al centro del campo. I difensori appoggiano immediatamente su di lui il pallone per le ripartente e con sicurezza il brasiliano detta i tempi della manovra e sbaglia poco nel fraseggio stretto. Ancora assente sui lanci in profondità è tempestivo nel ruolo di frangiflutti a centrocampo.
- Jovetic:
Punta di frequente la porta, palla al piede è uno dei più pericolosi conclusioni da fuori area comprese. In avvio di ripresa pare trovare anche una buona intesa con Mutu alle spalle di Gilardino, ma ogni volta che il pallone transita dalla tre quarti il serbo è pronto nel farsi trovare libero. Il più martoriato dai difensori avversari.
- Zauri:
Un tempo ad affondare sulla fascia destra. La conferma che è in grado di giocare su entrambe le corsie arriva puntuale, e non male figurano le sovrapposizioni con Semioli e Santana per una fascia destra all’insegna della fase offensiva. Coraggioso al tiro, da perfezionare sul cross.

Da rivedere
- Storari: Nulla di preoccupante ma nei rari impegni del primo tempo si esibisce in un paio di uscite azzardate con i piedi che regalano qualche brivido ai tifosi. Per il resto poca e ordinaria amministrazione accompagnate dalla sgargiante maglia arancione.
- Pazzini: I movimenti sono i soliti, l’impegno profuso altrettanto ma al gioco spalle alla porta non corrisponde un altrettanto numero di azioni verso il portiere. Per il resto solito stacco elegante e predisposizione al pressing sul portatore di palla avversario, ma una sola conclusione. I tifosi a bordo campo, con il sorriso, parlano di maledizione…
- Mutu:
L’elemento più atteso, svolazza nel secondo tempo a caccia di applausi e giochi di prestigio. Riesce l’operazione simpatia nel gioco a distanza con la curva, ma in campo quando c’è da concludere sbaglia la mira e dimostra poca lucidità. La fascia di capitano è una nuova iniezione di fiducia ma fino al fischio finale oltre un tentativo di rovesciata non va.