DALLA PAURA ALL'AUTOREVOLEZZA
Più che nel gioco, è nella convinzione che Italiano ha già saputo trasmettere ai suoi che risiedono molti fattori della partenza sprint dei viola. Nella gara di Genova la Fiorentina non ha mai rinunciato al ruolo propositivo, alle vesti della squadra chiamata a fare la partita, e se più di una situazione ha reso complicate le cose, come gli infortuni di Castrovilli e Gonzalez, nelle risposte di Italiano si leggono i tentativi di puntare sempre al massimo risultato.
Insomma potrà anche non girare sempre nel migliore dei modi, ma questa Fiorentina ha già dimostrato di potersela (e volersela) giocare sempre alla pari, contro chiunque, vero marchio apprezzato (e apprezzabile) per una squadra chiamata all'inevitabile ripartenza dopo anni grigi. In questo non solo Italiano ha già completato la sua mission, ma è riuscito a dare persino qualcosa di più, un'autorevolezza figlia dell'autostima, della fiducia nei propri mezzi e anche dell'organizzazione. Una trasformazione evidente, che ha allontanato le paure degli scorsi anni e tracciato una nuova via.
A Marassi i viola portano a casa una vittoria che non è mai stata troppo in discussione, la terza consecutiva, perchè ricercata in modo quasi sistematico, con intensità e ritmo ma anche con testa e cuore, andando ancora una volta a pescare nella voglia di rivincita di chi quegli anni grigi li ha conosciuti da vicino. Se Bonaventura è il prototipo dell'uomo ovunque richiesto da Italiano l'exploit di Saponara s'inserisce lungo la strada tracciata da Duncan (ancora ottimo ieri) o dallo stesso Amrabat nuovamente capace d'entrare con la giusta concentrazione nel momento decisivo. In tal senso pure il tentativo di rimettere in campo Kokorin rientra tra le scelte dell'allenatore volte a chiamare in causa tutti coloro che lo meritano in allenamento.
Insomma mentre la metamorfosi del gruppo relativamente cambiato in estate prosegue, la mano del tecnico sta trasformando più o meno tutti, plasmando lo stesso Quarta finito a sorpresa a dirigere una difesa orfana di Milenkovic o semplicemente confermando un Callejon mai così continuo nei 90 minuti. Se poi imprevisti poco piacevoli come lo stop di Gonzalez servono a dar spazio alla qualità di un Saponara tornato quello dei tempi migliori c'è di che sperare, già da martedì sera, perché con questa autorevolezza una Fiorentina che non trovava tre successi di fila dall'ottobre 2019 può combinare di tutto.