"AUGURI A..." Lulù Oliveira, falco a metà...

Auguri a Lulù Oliveira per i suoi "primi" 44 anni
24.03.2013 10:00 di  Stefano Borgi  Twitter:    vedi letture
"AUGURI A..." Lulù Oliveira, falco a metà...
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

“Che importa se, per passarla ti ci vole un'ora, che fretta c'era, facci un gol Lulù Oliveira, che fretta c'era, scarta tutti e facci un gol”. Un coro sulle note di “Maledetta primavera”, uno dei più belli orchestrati dalla curva Fiesole. Destinatario Luis Airton Oliveira Barroso, in arte “Lulù”. Brasiliano di nascita, belga di passaporto, attaccante di professione. Oggi Luis compie 44 anni (nasce a Sao Luis il 24 marzo 1969) ed a lui vanno gli auguri della redazione di Firenzeviola.it. Facciamo brevemente l'esegesi del coro: “per passarla ti ci vole un'ora”, il senso sta tutto qua. Lulù disponeva di velocità, dribbling, progressione, insomma un attaccante completo. Unico vizietto... quello di eccedere nell'azione personale. “Che fretta c'era...” prosegue il ritornello, e infatti con lui ci voleva pazienza. Capitava di trovarlo davanti alla porta sguarnita e di non vederlo tirare, Lulù ricercava l'avversario, magari anche il portiere, e alla fine (ma solo alla fine...) calciava in porta. Qualche volta gli andava bene, altre meno. Comunque nessuna paura, Lulù è una persona di spirito e davanti a quelle note si è sempre divertito. Provate a cantargliela, lui vi seguirà (com'è successo al sottoscritto durante un'intervista telefonica) e la canterà insieme a voi, perchè un coro simile non si dedica a tutti. E Lulù Oliveira lo sa. Lulù è grato, riconoscente ad una tifoseria, quella viola, che lo ha amato, idolatrato, nonostante sia stato a Firenze solo tre anni.

Oliveira arrivò nell'estate del 1996, dal Cagliari, pagato a peso d'oro. Per lui 4 stagioni con i sardi, 42 reti in 121 partite, ed una reputazione da attaccante di razza. Il primo anno in viola coincise con l'ultimo di Ranieri, la supercoppa italiana conquistata ad agosto, una classifica modesta, la semifinale di Coppa delle Coppe perduta col Barcellona di Ronaldo. Meglio, molto meglio la seconda, la prima ed ultima di Alberto Malesani. Addirittura, per valorizzarne le caratteristiche di attaccante centrale, il tecnico veronese spostava sovente Batistuta all'ala con il belga-brasiliano riciclato centravanti. Ed i risultati non tardarono ad arrivare: 15 gol senza rigori (dei quali uno nello storico 3-0 alla Juventus di Lippi) un piazzamento Uefa, e quel coro che prendeva forma. Quindi l'anno di Trapattoni, tra luci ed ombre. Luci sul risultato finale, 3° posto e qualificazione Champions. Ombre sul rendimento personale, sulle consegne tattiche. Il trap lo schierava esterno di centrocampo, con compiti  di copertura alle avanzate di Heinrich. Risultato? Due soli gol, poca, pochissima gloria (quella era riservata a Batistuta, Rui Costa, Edmundo...) ed un addio annunciato. Lo score finale col giglio sul petto recita 27 reti in 95 partite.

Ecco perchè falco a metà... Il falco era la sua mascotte, l'animale che amava sopra ogni altra cosa, a metà perchè la sua permanenza a Firenze somigliò molto ad un'incompiuta, ad un vorrei ma non posso. Un po' come tutta la sua carriera. Lulù è tornato un paio di volte da avversario, una volta col Cagliari nel 2000, un'altra col Catania in serie B nel 2004 (segnò anche una rete...) ed il tempo sembrò non essere passato. Applausi, canti, quel coro che riecheggiava... e Lulù che se lo cantava a squarciagola.