ACCADDE OGGI, 6 anni fa l'ultima gioia europea
Nella settimana in cui il terremoto Superlega è sembrato smuovere le fondamenta del sistema calcio per poi, a 72 ore dalla sua creazione, dimostrarsi poco più che un bluff, in tanti si sono opposti a questa nuova manifestazione definita “elitaria”; nel farlo, alcuni hanno voluto sottolineare il diritto delle squadre al di fuori del circolo di èlite di poter sognare notti di grande calcio europeo. Tra i club che si sono opposti anche la Fiorentina: tuonanti in tal senso le parole del presidente Commisso, che nell’intervista di ieri ha più volte ribadito che il principio meritocratico è una condizione imprescindibile per lo sport europeo: anche la Fiorentina quindi, spesso divenuta favola in campo internazionale, vuole garantita l’opportunità di ritornare ad essere bella nelle notti europee, come avvenuto per l’ultima volta esattamente 6 anni fa.
23 aprile 2015, un Franchi gremito è la cornice della gara di ritorno dei quarti di finale di Europa League. Di fronte alla Fiorentina di Montella c’è la Dinamo Kiev, squadra ostica ed anche allora più abituata al palcoscenico europeo. I viola sono comunque una squadra superiore come qualità dei singoli, visto che possono contare su Gonzalo Rodriguez e Borja Valero nel pieno della loro forma, su figure di grande esperienza internazionale come Joaquin e Mario Gomez e soprattutto su due giocatori, Marcos Alonso e Mohamed Salah, che nel successivo quinquennio non perderanno l’abitudine a disputare match di questa importanza. Anche leggendo i nomi della panchina, che vantava giocatori del calibro di Aquilani, Pasqual, Ilicic e Vargas (decisivo nel finale) si capisce che il confronto tra un non così troppo recente passato ed il presente è impietoso.
Pur tra tutte le differenze tra ieri e oggi, un comun-denominatore si può trovare, ovvero la sofferenza tipica dei viola: anche in quella partita la Fiorentina, che veniva da un 1-1 agguantato all’ultimo minuto in Ucraina (gol di Babacar), si complica la vita più del necessario; in superiorità numerica (Dinamo in 10 dal 40' per il doppio giallo a Lens) ed in vantaggio grazie ad una gol di Mario Gomez che è la perfetta fotografia della sua esperienza in viola (cross teso di Joaquin e deviazione piuttosto goffa del tedesco, con quello che sembrerebbe uno stop sbagliato che diventa un tocco che mette fuori causa il portiere), i viola flirtano varie volte col raddoppio ma tengono pericolosamente aperta la gara fino al recupero, quando una cavalcata amarcord di Juan Manuel Vargas viene conclusa dal cileno con una proverbiale sassata mancina del Loco che chiude i giochi e fa infiammare il Franchi.
Il resto è storia ahinoi nota: eliminazione senza storia nel doppio confronto in semifinale col Siviglia e un arrivederci all’Europa che dura poco, anche se nella stagione successiva, con Paulo Sousa, la Fiorentina dopo un balbettante girone di Europa League esce ai sedicesimi per mano del Tottenham; stessa sorte capitata l’anno successivo, stavolta contro il Borussia Moenchengladbach. Quello del 23 aprile 2015 rimane di fatto l’ultimo grande successo europeo, nonché l’ultima volta che i gigliati hanno superato un turno ad eliminazione diretta in campo internazionale. L’impossibilità di accedervi per merito sportivo sembra scongiurata; adesso però serve, già nei prossimi anni, conquistarselo quel merito, per non far ingiallire ulteriormente il ricordo della corsa di quella corsa di Vargas sotto la Fiesole.