202 MINUTI

27.11.2020 00:00 di  Tommaso Loreto  Twitter:    vedi letture
202 MINUTI
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© foto di Federico De Luca 2020

La concezione del tempo è spesso relativa, il più delle volte strettamente legata anche alle condizioni ambientali, che possono renderla un battito di ciglio o una storia infinita. In tal senso dal suo arrivo Cesare Prandelli ha dovuto attendere un lasso di tempo tutt’altro che irrilevante, oltre duecento minuti, 202 per l’esattezza recuperi esclusi, per vedere finalmente i suoi giocatori tornare ad abbracciarsi ed esultare per un gol.

Nè nei primi novanta minuti della sua prima gara dopo il ritorno, né in quelli giocati al Friuli fino al momento del gol vittoria di Montiel (giunto al minuto 112) era arrivata l’essenza del gioco, il fine ultimo di ogni azione, la discriminante principe tra vittoria e sconfitta. Così prima ancora di leggere tra le pieghe di una prestazione più convalescente che altro resta sul piatto la convinzione con la quale Prandelli ha cercato, inseguito, e poi raggiunto l’episodio che è valso il gol. 

In un valzer di moduli e disposizioni tattiche tra Benevento e Udinese l’allenatore viola ha rivoltato l’intero gruppo, ripescando elementi finiti nel dimenticatoio o semplicemente rimasti in viola perchè in assenza di sblocchi concreti sul mercato. E’ il caso di Eysseric, dello stesso Saponara visto domenica scorsa, o appunto di quel Montiel entrato nello stupore generale di una gara bloccata come quella di mercoledì. 

E’ chiaro che molto del lavoro del nuovo tecnico sia ancora tutto da svolgere, ma è altrettanto evidente come la sua influenza sul gruppo e sui problemi da risolvere si sia già fatta sentire. Anche chiamando in causa praticamente ogni elemento della rosa, anche azzardando scelte e cambi imprevedibili ma evidentemente in grado di rompere un digiuno da gol che si stava paurosamente allungando. Forse solo un primo timido segnale di cambiamento, ma certamente un primo passo lungo un percorso che tutti si augurano sia soprattutto di crescita.