TONI, Vieri un colpaccio e Pazzini non soffre la mia ombra
Luca Toni torna a Firenze portando un messaggio alla Nazionale in vista della supersfida con la Francia («Farò di tutto per giocare») e uno ai Della Valle: «Se la Fiorentina vuole provare fra un paio di anni a conquistare lo scudetto deve allestire una formazione veramente forte. Faticano a conquistarlo quelle squadre che spendono tantissimo, figuriamoci le altre. Se uno vuole vincere insomma deve investire come le grandi». Tradotto: i Della Valle devono cambiare un po’ la strategia.
Quest’estate, infatti, il club viola ha deciso di puntare perlopiù sui giovani. Toni parla chiaro, seppur con affetto, della sua ex società: «Sia chiaro - aggiunge - la Fiorentina in questi due anni ha fatto tantissimo, e poi ha i giovani più forti, penso a Montolivo e Pazzini ma anche a Kuzmanovic e a quelli che ha preso negli ultimi tempi. Riuscirà a togliersi diverse soddisfazioni».
Se però vorranno provare a lottare per il titolo, i Della Valle dovranno fare un ulteriore sforzo: «Come la Roma: era già forte l’anno scorso e col mercato fatto questa estate», dice Toni, definendosi dispiaciuto di vedere tanti talenti come Bianchi e Rossi lasciati partire mentre continuano ad arrivare in Italia tanti stranieri. «La squadra giallorossa è al pari di Milan e Inter. La Juve è un gradino sotto, ha tenuto diversi campioni ma anche cambiato molto. Ci sarà bagarre dal quarto posto in giù che coinvolgerà tante squadre comprese Napoli e Palermo».
E ovviamente la Fiorentina, partita col piede giusto: «Non sono sorpreso perché è una squadra collaudata, spero di venire presto al Franchi a fare il tifo, mi sento spesso con il presidente».
Anche naturalmente con gli ex compagni a partire dall’amico Pazzini che ha preso il suo posto al centro dell’attacco viola: «Dicono che soffra la mia ombra? Non mi pare, Giampaolo è partito bene, eppoi va lasciato tranquillo, ha voglia di zittire tutte le voci e ha tutte le qualità per fare bene e regalare tante soddisfazioni. Vieri? La società ha fatto un bel colpo, se sta bene Christian è ancora fra i migliori attaccanti al mondo e Giampaolo saprà attingere le cose positive».
Inevitabile una battuta su Mutu, due gol in due partite e sempre più punto di riferimento viola: «Continui così. Adrian comunque è già da tempo un leader, piace perché segna, ha classe e personalità, perché è un grande campione». Tornare a Firenze («dove ho trascorso due anni fantastici») per Toni è sempre una «gran bella sensazione».
Dispensa sorrisi e battute mentre racconta la sua vita tedesca, tante belle donne ammirate («Ma a Monaco ho portato Marta, la mia morosa», racconta), birra e wurstel che ha imparato ad apprezzare senza intaccare il peso forma, le canzoni italiane (come “Bello e impossibile”) che gli mettono quando segna, stadi che definisce un gioiello: «Sono fantastici, pieni di famiglie, altro che i nostri dove ti viene voglia di scappare».
San Siro però non è fra questi e lì, per Italia-Francia, vuole esserci («Io ci spero. E non mollo») per vincere e zittire le provocazioni dei francesi: «Dicano quel che vogliono, noi parleremo sul campo, saremo belli carichi. Certo che mi hanno sorpreso questi attacchi. Nel Bayern - racconta Toni - ho come compagno Ribery con cui parlo un po’ in francese un po’ in dialetto romagnolo, e mai ho mai avvertito tanti veleni, anzi noi due abbiamo scherzato molto su questa sfida».