SERIE A, I giudizi sulle "grandi". Fiorentina compresa
Inter e Roma scelgono un modo bizzarro per prepararsi al primo scontro stagionale, domenica sera al Meazza, Supercoppa in palio: perdendo, subendo un mare di reti, quasi un ribaltone ripensando ai pochi stop subiti la scorsa stagione, quando l’impermeabilità della difesa era pregio comune.
Gare sperimentali, certo, logici ritardi di preparazione ma qualche spia si è accesa. In ripresa la Juve, confortata dai cinque gol rifilati alla Roma. Il Milan boccia Gilardino, aspettando Ronaldo. Mutu prende per mano la Fiorentina. Due settimane al via del campionato: diamo i voti alle cinque “grandi”.
INTER. Tre gol presi dall’Aston Villa, uno in più addirittura dall’AZ 67, club mica nobili di Inghilterra e Olanda: la vera Inter non incasserebbe mai simili rovesci. Prima considerazione: i nerazzurri hanno giocato molto perdendo come mai era accaduto loro nella scorsa stagione. Difesa scarsamente protetta, molti centrocampisti ancora con le gambe pesanti. Capita, in estate, di alternare gare spumeggianti a prestazioni sottotono: è accaduto a Suazo, ad esempio, il manifesto lucente dell’agosto nerazzurro. Fondamentale sarà il ritorno di Cambiasso, l’unico in mezzo al campo capace di dare ordine ai reparti, scandendo i tempi alla squadra. Rivas non convince, Chivu non si è ancora integrato: attesi i miglioramenti dei singoli. Voto 5,5.
MILAN. Primo indizio: Ancelotti, nelle gare più importanti dell’anno, si affiderà al collaudato modulo ad una punta, Kakà venti metri dietro l’unico terminale offensivo. Una formula che, giova ricordarlo, ha caratterizzato la trionfale galoppata in Champions, dagli ottavi di finale alla notte di Atene. Delusione-Gilardino: fiaschi a raffica nel cuore dell’area di rigore. L’attaccante soffre la pressione e lo stress: fondamentale, in questo senso, i recuperi di Ronaldo e Inzaghi, ora ai box, gli unici in grado di finalizzare e di dare profondità alla squadra. Un azzardo rimanere con tre soli attaccanti (più Kakà) fino a gennaio, quando esordirà Pato? Difesa vecchia ma Ancelotti confida nella buona salute di Nesta. Manca un vice-Pirlo: Emerson sarebbe buon colpo, a patto che il brasiliano rispolveri lo smalto di un tempo, oggettivamente smarrito a Madrid. Maggiore spazio a Gourcuff. Voto 6.
ROMA. Squadra in maschera a Cesena ma naufragata davanti alla Juve: hanno deluso le alternative, coloro ai quali Spalletti si dovrebbe affidare in caso di necessità. Giallorossi ancora poco lucidi. Invariato il tipo di gioco, dispendioso, senza dare punti di riferimento agli avversari: un modulo che ormai, lo si è capito, produce risultati quando ogni interprete si esprime al massimo delle proprie potenzialità fisiche. Un difetto lo ha evidenziato direttamente Spalletti: la squadra, talvolta, è talmente virtuosa da apparire poco “cattiva”. In talune occasioni servirebbe un centravanti vero, che prenda a spallate le difese avversarie. Il grande movimento degli esterni offensivi, tutti dotati di qualità, rischia di diventare fine a sé stesso. Una squadra schiava di un unico modo di giocare: può essere un pregio esclusivo ma anche una bella zavorra. Problema-Curci, un dodicesimo che non cresce. Voto 5,5.
FIORENTINA. Nel segno di Mutu. Prandelli ha eletto il rumeno anima della squadra. Non solo finalizzatore, re di percussioni e guizzi improvvisi, ma pure abile uomo-assist. Mutu ha raccolto il testimone della partenza di Toni: i viola si specchiano nella sua classe. Squadra in crescita, da ottimizzare ne movimenti e nelle giocate. Intriganti gli spezzoni giocati da Vieri. Pazzini, la forma sta arrivando. Gruppo da aspettare con fiducia, ricco di talento. Bacchetta del gioco in mano a Montolivo. Sovrapposizioni continue dalle fasce: Prandelli aspetta Santana, meditando la solita girandola degli esterni. Voto 6.
JUVENTUS. Senza Tiago al proprio fianco, sabato a Cesena, Almiron si è espresso meglio, finendo per essere uno dei migliori in campo. Ecco la riflessione: che non sia Tiago il suo partner ideale in mezzo al campo? Zanetti si conferma, quando è in salute, interdittore di spessore. Nocerino sulla fascia: spinta e carattere. Attacco promosso: idee, intuizioni, scambi. Camoranesi assente, timido Salihamidzic. Preoccupante esordio di Andrade: la struttura muscolare imponente ne ha acuito i disagi in questo avvio di stagione. Criscito bravo ma eccessivamente gracile per la serie A. Ricapitolando: una Juve convincente dalla cintola in sù, da registrare in difesa. Con Almiron che, di gara in gara, sembra sul punto di prendere per mano i compagni. Voto 6.
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