ROSETTI, Arbitri, allenatevi con le squadre
«Mi piacerebbe allenarmi con una squadra di calcio: sarebbe utile per noi arbitri, ma anche per tecnici e calciatori, presidenti, pubblico, media. E magari anche le squadre potrebbero ogni tanto allenarsi con noi. Uno scambio alla pari, una volta al mese». Parla Roberto Rosetti, il rappresentante degli arbitri italiani in attività e l'unico arbitro internazionale ad aver diretto l'apertura e la finale di un Europeo, quello di giugno, con gli assistenti Griselli e Calcagno. Com'è abituato a fare, le sue analisi sono sempre profonde, articolate, propositive.
Rosetti, il designatore Pierluigi Collina ha chiesto che arbitri, calciatori, allenatori, presidenti, pubblico e mass media facciano un patto del rispetto per il campionato. E ha preso ad esempio il brillante risultato dell'Europeo che ha visto anche lei protagonista.
«Penso che questo sia il momento ideale per premere l'acceleratore e scalare la montagna del cambio di cultura. Proprio il valore, il carisma e la popolarità di Collina, l'arbitro che al mondo più ha avuto credito e favore da parte del pubblico e che è stato nominato designatore con un plebiscito, possono essere decisivi per impegnarci tutti in un'impresa che avrebbe davvero un valore di svolta. Abbiamo superato Calciopoli, a livello internazionale credono in noi, ora possiamo acquistare ognuno nei confronti dell'altro quel senso di profondo rispetto che può elevare il calcio».
Non basta conoscersi sul campo di gioco, nei 90 minuti?
«Posso dirlo? Secondo me ci conosciamo poco. Siamo ancora a qualcosa di superficiale. Ma gli arbitri e il resto del calcio possono crescere insieme soltanto frequentandosi di più nelle maniere dovute e approfondendo metodi e sistemi di preparazione, vedendo quel che fanno le squadre durante la settimana e quel che facciamo noi in allenamenti che per intensità e ricerca sono pari a quelli dei club. Vero, ogni tanto in un salone di un grande albergo ci confrontiamo con allenatori e tecnici o a Natale ci scambiamo a cena gli auguri con i presidenti.
Ma tutto resta in superficie. Addirittura nell'ultimo incontro che abbiamo avuto a Milano s'è quasi sancita la distanza fisica. Noi nelle file davanti, poi quattro- cinque file vuote e indietro dirigenti, allenatori, capitani...
».
Ed ecco quindi la soluzione del lavoro comune.
«Nessuno lo sa, ma l'anno scorso io ed altri arbitri abbiamo ricevuto l'autorizzazione da Collina di incontrare le squadre della città che lo chiedevano per un confronto sull'applicazione e l'interpretazione delle regole. Lo ha chiesto la Juve, sono andato a Vinovo. Due ore di confronto che mi hanno fatto crescere tantissimo e che spero abbiamo prodotto lo stesso risultato dall'altra parte. E allora, perché non trascorrere un pomeriggio, tutto alla luce del sole, ad allenarci con le squadre della città? E loro con noi. Capiremmo tutti più di tattica, tecnica e di vita, di valori e umori, cultura, sarebbe il vero salto di qualità anche dal punto di vista umano».
Poi la domenica?
«Ognuno in campo nel rispetto del proprio ruolo. Ma ognuno sapendo molto più dell'altro».
Roberto Rosetti, 40 anni, ha arbitrato la finale dell'Europeo 2008