MAZZINI, Saponara è da Nazionale. Intercettazioni...
L'ex vice-presidente federale Innocenzo Mazzini, dirigente che finì nel tourbillon di Calciopoli, ha parlato dagli studi di Toscana TV: "Troppo facile smontare e rimontare le telefonate. Se le rifarei? Abbiamo lo svantaggio di essere toscani, ironici e geniali, portati alla battuta e all'ironia. Ci sono tantissime telefonate di Lotito, che mi telefonava alle 2 di notte perché aveva paura che ci fossero altri più furbi di lui. Ma a quell'ora, cosa gli vuoi dire? O lo massacri o lo tranquillizzi. Trovatemi però un'intercettazione dove chiedevo di far vincere questa o quell'altra... Soldi non ce n'erano di mezzo, neanche mille lire. Il calcio toscano dei miei tempi andava bene perché c'erano bravi dirigenti, vedi Fabrizio Corsi che c'è ancora. Parliamo di uno che lavora da mattina a sera e che conosce tutti i giocatori. La Fiorentina è una realtà che deve stare sempre tra le prime sette".
Vista Fiorentina-Milan?
"Sì, la Fiorentina ha fatto una gran partita: era decisa, coesa, motivata dalle difficoltà. Il Milan, da primo in classifica, doveva capire che più è lontana la sconfitta precedente e più la prossima si avvcina. Italiano è un bravissimo allenatore, sta facendo bene a Firenze e Saponara ne è la dimostrazione. Che poi è un gran giocatore, tecnicamente, per i piedi, è uno da Nazionale. Mancini potrebbe chiamarlo, ne ha convocati ottanta... Ora si sta esprimendo meglio di quanto facesse all'inizio del percorso. Italiano ci ha messo tanto di suo nel motivarlo, gli darei meriti enormi. Avere giocatori bravi è importante, a forza di fare miracoli non duri: a Firenze c'è uno come Vlahovic che fa giocate che non insegni, da giovane Ibra. Una nota di merito la voglio dare a Prandelli, è un amico e quando accettò di tornare mi disse che in squadra aveva un giocatore fuori categoria. Purtroppo oggi in tanti vanno a scadenza e alla fine quelli sono soldi che escono dal mondo del calcio. Dovesse andare via Vlahovic, comunque, la Fiorentina deve andare su qualcuno di prima fascia, reinvestendo: la piazza ha bisogno di tornare ad essere protagonista. I giocatori vengono, basta pagarli".
Che ne pensa di Berardi?
"Ha sempre avuto paura di lasciare una realtà in cui si trovava benissimo come Sassuolo, con un certo presidente come Squinzi. Ora magari avrà qualche ambizione in più...".
Rispetto ai suoi tempi le proprietà sono cambiate.
"Molto, radicalmente cambiato lo scenario. Mi sono sempre augurato che le società fossero guidate da italiani, ma siamo di fronte a un trend opposto. C'è questa invasione americana, evidentemente il calcio italiano tira ancora, è business ai loro occhi".
Giusto fermare il campionato per dare i giocatori una settimana in più a Mancini?
"Il rapporto tra Nazionale e club è sempre difficile, serve opera diplomatica al massimo. I club sono contrari ad aumentare i tempi di permanenza dei giocatori nei ritiri, ma se ne dovesse andare della partecipazioni al Mondiale in Qatar, sarebbe possibile fare un sacrificio. Però deve dirlo il ct".
Che ne pensa di Lucca?
"Bravo, sta facendo gol, ma andiamoci cauti...".
Due parole sul Viola Park.
"Finalmente la Fiorentina ha ciò che doveva avere da venti, trent'anni. Lo stanno facendo e lo stanno anche facendo bene, ma più che un merito di ora è un demerito di chi c'era prima. L'Empoli, per esempio, ha un suo centro sportivo ormai da tanti anni. Non è una cosa eccezionale, ma dovuta, doverosa. Commisso l'ha fatto e gli va dato merito, ma anche demerito a chi non l'aveva fatto fin qui. Commisso ha ancora da lavorare, il calcio in America è un'altra cosa. I rapporti sono basilari, perché chi non fa politica sportiva non vince".